Le lavoratrici e i lavoratori di Toscana Energia incroceranno le braccia domani, mercoledì 4 novembre, 4 ore per ogni turno di lavoro, per protestare contro le scelte del socio di maggioranza Italgas di portare fuori da Toscana Energia quelle che Filctem Femca Uiltec Toscana ritengono “essere attività strategiche e fondamentali per qualunque azienda quali quelle di finanza, amministrazione, bilancio, acquisti, tributi, personale, immobiliare, ict, regolazione e tariffe, sviluppo commerciale gare, legale, audit tecnici e interni finora svolte da personale interno”.
“Sono attività - dicono Cgil Cisl e Uil di categoria - che Toscana Energia dovrà ricomprare da Italgas e la cui esternalizzazione dal perimetro di attività dell’azienda Toscana produrrà innumerevoli problematiche organizzative e occupazionali e ulteriori pesanti riflessi negativi sull’economia del territorio”.
Nonostante il difficile periodo, i sindacati e i lavoratori di Toscana Energia, mercoledì 4 novembre, nell’ambito dello sciopero di 4 ore per turno di lavoro, effettueranno - in numero limitato e nel pieno rispetto delle prescrizioni delle autorità sul distanziamento e sull’utilizzo dei dispositivi di protezione – un presidio simbolico, dalle 9 alle 11, sotto Palazzo Vecchio per richiamare l’attenzione degli Enti locali (a partire dal comune di Firenze che detiene la quota pubblica di maggior peso nel capitale di Toscana Energia) su quello che definiscono il fallimento di un “modello di collaborazione tra pubblico e privato, in cui il privato assume la maggioranza assoluta con ‘pieno potere’ sulle scelte gestionali e strategiche” e che per questo “non riesce a garantire in maniera appropriata l’interesse dei cittadini e dei territori per un servizio sicuro e di qualità a garanzia di un equilibrato sviluppo delle realtà locali, oltre a produrre un forte impatto negativo su lavoratrici e lavoratori e sull’occupazione nei territori interessati”.
A questo proposito richiedono all’azienda di affrontare immediatamente le problematiche di tipo organizzativo che già si stanno manifestando e di confrontarsi sulla tutela dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti.
I sindacati esprimono il proprio rammarico per “la possibilità di veder scomparire un’esperienza di gestione della distribuzione del gas fortemente radicata sul territorio che affondava le proprie radici nella metà del XIX secolo per quanto riguarda Firenze o all’inizio del 1900 per quanto riguarda l’Azienda Municipalizzata del Gas di Pisa o quella del Comune di Pistoia (per parlare soltanto dei comuni soci capoluoghi di provincia)”.
Lo sciopero, com’è nelle tradizioni del settore – precisano i sindacati - non penalizzerà cittadini o aziende ma vuole sottolineare i forti rischi, su cui anche i sindaci dovrebbero interrogarsi, per i lavoratori e per tutto il territorio toscano che una simile scelta porta con sé.
Fonte: Cgil Cisl Uil Toscana
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