Un attentato da parte di un terrorista legato al fondamentalismo islamista, poi ucciso dalle forze dell'ordine, ha sconvolto la tranquilla vita di Vienna, capitale austriaca. Ieri, lunedì 2 novembre, alle 20 si è scatenato il pandemonio. Era l'ultima serata prima del lockdown, era vissuta dai residenti come l'ultima occasione per stare in città prima del coprifuoco. Quattro persone purtroppo sono rimaste vittime dell'attentato, 22 sono rimaste ferite. Secondo le ultime informazioni dalle forze dell'ordine austriache, sono stati eseguiti 4 arresti e 22 perquisizioni. L'identikit dell'attentatore ucciso è stato ricostruito, mentre si cercano ancora i complici.
A Vienna durante la serata era presente Eleonora, 30enne originaria di Carrara. Non è rimasta coinvolta direttamente per sua fortuna ma è stata testimone della mobilitazione dell'esercito mentre tornava da lavoro verso casa. Le abbiamo chiesto com'è andata e quali sensazioni si provano il giorno dopo il ferale evento.
Eleonora, che lavoro fai? Stavi tornando da lavoro quando la situazione è precipitata.
Io lavoro nell'assistenza clienti per un'azienda di dispositivi elettronici. Avevamo una cena con parte del team della sede centrale perché da oggi qui entriamo in 'light lockdown'. Infatti ieri sera era proprio l'ultima sera in cui tutti i ristoranti erano aperti, c'erano gli ultimi spettacoli all'opera prima della chiusura, serate speciali con apertura fino a tardi di alcuni musei. [Quando è avvenuto l'attentato] sono circolate informazioni sui social media quasi da subito.
Ci siamo messe sul primo autobus io e un'amica. si vedevano passare continuamente macchine della polizia e ambulanze. a un certo punto sono salite delle persone sul nostro bus dicendo che stavano scappando dal Primo Distretto. Quando sono arrivata nella mia zona c'erano già poliziotti per strada e poco dopo sono passate volanti che dicevano di stare in casa, non uscire e non avvicinarsi al Primo Distretto.
Quando avete capito cos'era successo veramente? Le informazioni vi sono giunte per tempo?
Sì, le informazioni sono state diffuse subito e la polizia più o meno intorno alle 21 ha cominciato a rilasciare dichiarazioni. Ci sono state una serie di voci e indiscrezioni.
Avresti mai immaginato un evento di questo tipo a Vienna?
No, sinceramente mai. È una città molto tranquilla, molto sicura. E invece ieri sera è dovuto intervenire anche l'esercito. Comunque per il momento siamo tutti in casa, c'è lutto cittadino.
Come si erano comportate finora le istituzioni austriache per quanto riguarda la tolleranza religiosa?
È molto diverso da noi. Religione islamica è una materia riconosciuta e inserita nel piano di studi scolastico a ogni livello. Il Cancelliere ha espresso un pensiero abbastanza sensato in merito cercando appunto di non fomentare l'odio, nonostante non mi stia simpatico. Il governo dovrebbe lavorare seriamente sull'integrazione, il Kurz I (ÖVP + FPÖ) in quanto a sostegno all'integrazione è stato abbastanza restio a impegnarsi seriamente. La campagna elettorale dell'FPÖ è stata inquialificabile in quanto a stereotipi e razzismo. Comunque sono situazioni delicate, ogni anno qui le statistiche che ci sono sull'immigrazione evidenziamo che comunque il numero di stranieri aumenta costantemente e circa un quarto degli alunni delle scuole elementari per esempio hanno una prima lingua diversa dal tedesco.
È un anno zero per l'Austria dopo questo attentato? Come fu il Bataclan per la Francia
Non posso dirlo, spero sinceramente di no. Di certo è un grosso shock per gli austriaci. Spero soltanto che non sia un altro inizio come per il 2015, che non succeda altrove di nuovo.
Ti senti comunque al sicuro? in questi anni ti sei sentita al riparo a Vienna?
Sì certo, mi sono sempre sentita molto al sicuro. Abito qui da tre anni e molto raramente mi sono sentita a disagio, anche nelle ore notturne. I mezzi pubblici sono di solito molto sicuri. Cercherò di rimanere razionale e non cedere al panico.
Adesso che aria si respira anche tra voi 'italiani all'estero' e più in generale tra i viennesi?
Siamo tutti un po' sotto shock. Ci sono stati comunque fin da subito numeri d'emergenza per il supporto psicologico, consulti, ecc. Ci sono state anche manifestazioni spontanee di aiuto da parte di ristoranti, tassisti, guidatori di autobus che hanno aiutato persone ad allontanarsi dal centro o hanno offerto riparo e corse gratis.
Elia Billero
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