“Essenziali per le nostre famiglie e per i nostri dipendenti”. Reggevano tra le mani un cartello che recitava questa frase ieri sera, coloro che hanno preso parte alla manifestazione a Empoli per replicare alle misure imposte dall'ultimo Dpcm del 25 ottobre, riferite soprattutto all'ulteriore restringimento degli orari di apertura al pubblico alle 18 di alcuni esercizi commerciali. Presenti in Piazza della Vittoria gli organizzatori Confesercenti, commercianti, titolari di esercizi pubblici e dipendenti di ristoranti, bar, negozi e in generale il mondo del commercio da Empoli e Certaldo, auto definiti "non essenziali" differenziata da quella che è la produzione ritenuta essenziale, andata avanti durante la prima ondata e nel lockdown.
Alle 18.30 si trovavano alle porte del centro storico di Empoli centinaia di persone comprese forze politiche, da Csa Intifada che ha aperto il raduno di protesta parlando alla folla, ai partiti di centrodestra e altri esponenti presenti in silenzio tra chi rivendicava il proprio lavoro. Confesercenti e lavoratori si sono poi spostati poco più avanti, di fronte alla sede dell'Unione dei Comuni dell'Empolese Valdelsa, e la piazza si è di fatto spaccata in due. Tra le siepi e i fiori dietro la dea Vittoria illuminata in rosso, Franco Brogi presidente Fiepet Toscana, Claudio Bianchi presidente Confesercenti Firenze e Gianluca D'Alessio responsabile Confesercenti Empolese Valdelsa, hanno proseguito circondati dai partecipanti.
La manifestazione, pacifica, ordinata e con le mascherine al posto giusto, si è svolta sorvegliata dalle forze dell'ordine tra applausi, richieste al megafono e contestazioni dei nuovi orari imposti dal Governo per le misure anti Covid. "Siamo qui a manifestare - ha detto Bianchi rivolgendosi ai commercianti - ma in realtà noi saremmo in bottega a lavorare". Un "lockdown mascherato", "abbiamo fatto tutto quello che ci avevate chiesto", i "nostri negozi sono sicuri", "abbiamo installato plexiglass, protezioni e tutto ciò che serviva", queste alcune delle frasi che sono state accompagnate da un sostegno unanime.
Il Perché della manifestazione. "Si manifesta contro il Dpcm che decreta praticamente la morte di tutta la ristorazione, un'eccellenza italiana, e non permetterà più neanche ai bar un sostentamento poiché avranno un calo enorme - ha spiegato Franco Brogi. Noi crediamo che se è sicuro andare al ristorante a pranzo, lo è andare anche a cena e quindi siamo contro questo Dpcm. Se il Governo vuole fare un coprifuoco lo dica chiaramente e non sulla nostra pelle, perché noi sennò ci rimettiamo non solo ora che dobbiamo chiudere ma anche per la ripartenza, ci pregiudica perché sembra che i nostri locali non siano sicuri, invece lo sono. Se si spengono le insegne di bar, ristoranti, pizzerie, cinema e teatri si spengono le città".
Tra le richieste principali del settore, come ha continuato Brogi "pari trattamento con le altre attività, se chiudono noi devono chiudere anche gli altri, se c'è pericolo si sta tutti chiusi, sennò bisogna poter lavorare perché ancora sarà lunga la pandemia e quindi dobbiamo avere la possibilità di salvarci anche noi. Sennò anche i centri commerciali a questo punto devono chiudere".
Delegazione di Confesercenti ricevuta in Comune a Empoli
Una delegazione di Confesercenti e titolari è stata infine ricevuta in Comune dove il sindaco Brenda Barnini, il sindaco di Castelfiorentino e presidente dell'Unione dei Comuni dell'Empolese Valdelsa Alessio Falorni e Enrico Sostegni, consigliere regionale, hanno ascoltato le problematiche e le richieste del settore. Presenti rappresentanti dell'associazione di categoria ma tra i banchi della sala consiliare hanno preso parte anche gli stessi commercianti, dal ristoratore al titolare di una palestra, compreso il settore del turismo, in difficoltà ormai dall'inizio della pandemia.
"Al di là di essere vicini a chi questo momento si sente di manifestare e di rendere noto il disagio che vive, chi rappresenta le istituzioni ha diritto di stare vicino e prendersi le responsabilità - ha aperto il sindaco Barnini, riferendosi a tutti i presenti-. "Credo che sia giusto che si provi a dare delle risposte. Ho avuto modo di leggere i punti principali su cui avete incentrato questa vostra presa di posizione" ha continuato "delle cose che voi avete scritto credo che alcune non potranno trovare risposta immediata, perché nelle stesse ore in cui giustamente si manifesta la preoccupazione della propria attività, succede che Paesi europei, se vogliamo più solidi del nostro, fanno scelte ancora più tremende, perché purtroppo la situazione dal punto di vista sanitario peggiora". Sull'ampliamento degli orari, ad esempio, "non me la sento di dirvi che ci saranno risposte veloci, non mi piace l'ipocrisia. Questo non significa che altre cose che chiedete, come aiuti nei tributi, non ci si metta tutto l'impegno possibile".
"Cerchiamo di gestire questa situazione al meglio che si può - ha proseguito Falorni - ci mettiamo sempre la faccia. Su una cosa credo che si giochi la faccia questo Governo, sul fatto che quei ristori che sono stati promessi arrivino in maniera precisa e puntuale e che non si assista a tiritere a cui abbiamo assistito durante la prima ondata".
"Dobbiamo lavorare su come si affrontano i prossimi provvedimenti - ha continuato il consigliere regionale Sostegni-. Penso che l’attenzione dei prossimi giorni dovrà essere incentrata su come le nuove misure impattino il meno possibile sul commercio. Gli strumenti per controllare l’epidemia sono i vaccini, non ci sono, allora sono i distanziamenti. Tutte le attività le avevano adottate ma evidentemente non erano abbastanza. Le categorie colpite ora - Sostegni si è rivolto a tutti i presenti seduti - come il commercio anche il settore della cultura, hanno fatto tutto quello che c’era da fare, ma purtroppo la situazione è quella e con questi tassi di crescita non è pensabile un rallentamento delle misure".
Dopo le istituzioni la parola è passata, in una discussione ordinata che è proseguita oltre le 20, alle categorie di commercio presenti, avviando un confronto aperto. "Facciamo fatica a dormire, lo sconforto è pesante, confesso che ci siamo sentiti traditi - ha spiegato Bianchi, presidente Confesercenti Firenze-. A maggio-giugno con le istituzioni ci siamo incontrati per convivere con la malattia - continuando così a lavorare. "Avevamo costituito dei protocolli per stare in sicurezza e noi li abbiamo mantenuti: la curva è cresciuta, non per colpa nostra. L’ipotesi di un lockdown generale è dietro l’angolo, lo sappiamo anche noi, ma non possiamo vivere un anno un mese aperti e un mese chiusi. Noi vogliamo sapere se siamo in grado di costruire delle regole da portare avanti e le rispetteremo, come fino a oggi". "Dove sono stati gli errori? Lo devono dire adesso e interveniamo".
Infine, guardando al futuro e al dopo pandemia, Bianchi ha riflettuto su come potrà mutare il sistema economico: "Dovremo studiare un nuovo modello di Paese e di economia per tutti, spero che qualcuno ci stia pensando, ma ho seri dubbi".
Le proposte di Confesercenti: "Salviamo il commercio e il turismo, salviamo le città"
Le principali richieste che l'associazione ha rivolto alle istituzioni del territorio hanno riguardato l'orario di chiusura, "ripristinare l'orario di chiusura dei locali alle ore 24 e la riapertura delle palestre" tutto secondo il rigido rispetto dei protocolli di sicurezza. "Stabilire una vera forma di ristoro", risorse certe e tempestive per le attività che hanno subito danni gravissimi: "tutto il comparto del turismo, commercio di vicinato, sia a posto fisso che su area pubblica". Interventi richiesti infine sugli affitti, l'abbattimento di tasse e tributi locali come esenzione totale per tutto il 2021 di COSAP, TARI e IRAP e l'occupazione straordinaria senza canone di occupazione né TARI per Dehors, utilizzabili con metodi di riscaldamento anche d'inverno.
Margherita Cecchin
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