Sono passati cinque anni da quando Gaetano Foco, residente a Pescia, torturò e seviziò Pilù: una cagnolina di piccola taglia che apparteneva alla fidanzata. Lo stesso decise poi di postare sui social il video delle terribili sevizie inferte a questa creatura; immagini tremende, in cui la piccola Pilù veniva più volte sbattuta al muro, seviziata con un pennarello infilato prima nel retto, poi in bocca, e costretta a subire ripetute violenze, a ingoiare detersivi, alcolici e altre sostanze tossiche.
Tramite questo video i familiari vennero a sapere come era morta la loro cagnolina; un esserino inerme, finito al centro di una discussione familiare e diventato suo malgrado l'infelice ostaggio di una persona che forse in cerca di vendetta, sfogò la sua rabbia su chi non aveva né colpe, né modo per difendersi da quella ferocia assassina. Pilù morì poco dopo dal veterinario, per le ferite subite durante il pestaggio.
La Lega Italiana dei Diritti dell'Animale, sezione di Firenze, sporse subito denuncia per quanto accaduto e si adoperò subito attraverso il proprio ufficio legale per potersi costituire parte civile al processo.
Dopo anni di attesa finalmente arriviamo al dunque: Lunedì 2 Novembre 2020, alle ore 13.00, Gaetano Foco sarà in tribunale a Pistoia, processato per gli abusi perpetrati ai danni della piccola Pilù, e ci saremo anche noi, assieme alle altre associazioni costituite. (La prima udienza del processo del settembre 2018 fu rinviata a data da destinarsi per un difetto di notifica alle parti, come riportò all'epoca il quotidiano La Nazione, NdR)
Confidiamo nel giudice, auspicando che applichi il massimo della pena e che la condanna per Gaetano Foco sia equiparata all'atrocità delle azioni commesse. Ricordiamo gli articoli per cui è stato denunciato, e che - almeno su carta - prevederebbero la reclusione.
Art. 544 bis Codice Penale - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni.
Art. 544 ter Codice Penale - Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche, è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell'animale.
Fonte: Lega Italiana dei Diritti dell'Animale, sezione di Firenze
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