Dpcm, i sindaci del comprensorio: "Ritardi nei ristori non sono ammessi"

Un'occasione pubblica nel 2019 con i sindaci del comprensorio

Sono entrate in vigore le norme contenute nel DPCM del 24 ottobre scorso.

Si tratta di disposizioni molto stringenti e spesso, pur ricorrendo alla "raccomandazione", delineano un quadro legislativo e di contesto che fa pensare di essere in un (quasi) secondo lockdown.

È necessario che accanto alle disposizioni prescrittive sia attuato, da parte del Governo, un intervento urgente e mirato di sostegno economico alle categorie che risultato essere colpite dai provvedimenti ristretti.

Bar, ristoranti, artigiani, palestre risultano molto colpiti, con conseguenze pesanti che possono portare, nei casi più estremi, alla chiusura, in assenza di adeguato sostegno. Dietro a queste attività ci sono persone in carne ed ossa, storie fatte di passione, impegno, sacrificio, rinunce per effettuare gli investimenti nelle proprie attività.

Una parte di questi interventi erano stati proprio compiuti per rispettare le norme anti-Covid e proseguire pur con tutte le ristrettezze e limitazioni per operare in sicurezza per lavoratori e clienti.

Abbiamo ascoltato dal Presidente del Consiglio parole importanti che racchiudevano "degli impegni" nell'ottica del sostegno ai settori più compiti.

Come Sindaci non possiamo certamente che apprezzare questa volontà. È però necessario un ulteriore passo perché questi impegni assunti davanti agli italiani si trasformino in bonifici da trasferire nei conti correnti delle attività maggiormente colpite. Purtroppo, nel passato abbiamo assistito a vari ritardi che stavolta non possono essere ammessi. L'appello che facciamo è proprio che siano assunti da subito i provvedimenti necessari con lo stanziamento delle risorse necessarie.

Ogni giorno abbiamo modo di parlare con imprenditori e dipendenti che ci esprimono la propria preoccupazione. Cerchiamo sempre di rassicurare circa il nostro impegno soprattutto in questa fase in cui i contagi stanno crescendo molto e in quadro sanitario comunque molto delicato e complicato.

Lo facciamo per una logica di lavoro di squadra a livello istituzionale. Proprio per questo chiediamo con forza ed a gran voce che il Governo faccia al più presto la propria parte, come annunciato dal Presidente del Consiglio.

Riteniamo infatti che sia questa la migliore risposta ad un sentimento di preoccupazione che si respira in giro, che diversamente rischia di trasformarsi in rabbia sociale. Tempo a disposizione ce n'è davvero poco.

Gabriele Toti, sindaco di Castelfranco di Sotto
Giovanni Capecchi, sindaco di Montopoli in Val d'Arno
Giulia Deidda, sindaco di Santa Croce sull'Arno
Simone Giglioli, sindaco di San Miniato

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