E’ giunto a termine l’anno di servizio civile regionale che nella Caritas diocesana di Volterra ha avuto come protagoniste Alessia Lucaccini ed Eunice Buresta. E’ stato per loro un viaggio attraverso esperienze nuove, in mondi fino ad un anno fa non conosciuti dall’interno: dal carcere di Volterra, con una preziosa attività a favore dei detenuti, alla RSA “Santa Chiara”, dove hanno ascoltato gli ospiti ed hanno collaborato con gli animatori per attività per gli anziani; dalla collaborazione con il Centro di Ascolto delle parrocchie di Volterra a quella con l’UFSM (Unità Funzionale di Salute Mentale) dell’ASL. In particolare il loro servizio ha avuto al centro l’Emporio della Solidarietà della Caritas diocesana, per il quale il loro impegno è stato fondamentale soprattutto con l’inizio della pandemia. Il COVID 19, la paura di contagio, le difficoltà nel movimento e nelle relazioni non hanno bloccato le ragazze che, pur potendo liberamente scegliere di rimanere a casa, hanno preferito continuare il servizio per far fronte alle esigenze di chi si trovava in difficoltà. Il lockdown ha interrotto alcune esperienze, ma ne ha ampliate altre, in particolare quelle legate all’Emporio: dal monitoraggio delle persone in situazione di bisogno, all’ascolto, insieme ai volontari del CdA, di chi faceva richiesta di accesso all’emporio, all’accoglienza e alla sistemazione dei moltissimi prodotti che giungevano, alla preparazione e, in alcuni casi, alla stessa distribuzione dei prodotti. Alessia ed Eunice hanno partecipato con entusiasmo all’“esperienza giovani – anziani”, promossa dalla Caritas diocesana, giunta quest’anno alla 26° edizione: una settimana al mare a Cecina Marina, con venti anziani della diocesi che hanno chiesto di partecipare nonostante il COVID. Un’esperienza particolarmente significativa per le ragazze, impegnate nell’ascolto delle persone, nell’animazione di giochi e attività nel rispetto rigoroso delle norme di sicurezza.
Non si è fermata l’attività di formazione che si è conclusa con la giornata a Barbiana, per conoscere l’esperienza ed il messaggio di don Milani nei luoghi dove è stata realizzata e vissuta. Le ragazze hanno partecipato all’iniziativa con i giovani del S.C.R. delle Caritas della Toscana, lo scorso 1 Ottobre, accompagnate da Matteo, Viola e don Renzo che le hanno seguite durante l’intero percorso di serviziociviliste.
Un appuntamento significativo ha scandito questo anno: il pranzo che ogni settimana ha unito Alessia, Eunice e l’equipe della Caritas diocesana, nella piccola cucina predisposta nei locali della Caritas. Il pranzo del 15 Ottobre, a cui ha partecipato il Vescovo, ha concluso il servizio delle due ragazze: è stato l’occasione per dire un grazie di cuore a Alessia ed Eunice per l’ impegno, l’entusiasmo, la passione e la sensibilità.
Anche le ragazze hanno espresso con parole scaturite dal cuore ciò che l’esperienza ha loro lasciato. In una lettera scritta a se stessa Alessia afferma: “In questo anno ti sei trovata davanti a cose che riuscivi a far bene e altre in cui hai avuto più difficoltà, ma che bene o male sei riuscita a superare” scoprendo qualità che erano nascoste “in fondo in fondo a te”…”Hai capito, grazie ai servizi fatti, che il mondo non va proprio sempre con rose e fiori … ma che ci sono tante persone in difficoltà e che chiedono aiuto, tante volte persone che purtroppo conosci. Grazie a questo percorso sei riuscita a vedere questo lato, bello o brutto che sia, e ad aiutare tutte quelle persone che anche durante l’emergenza hanno chiesto aiuto. In questo anno sei cresciuta, sei migliorata nel carattere… spero tanto che dopo questa esperienza bella, circondata da persone fantastiche con cui hai costruito legami bellissimi, abbia la possibilità di iniziarne altre e che ognuna di esse sia importante, divertente e significativa come lo è stato questo anno di SCR”.
Ecco alcune riflessioni di Eunice: “Quello che ho vissuto mi ha messo alla prova e mi ha dato spunti per riflettere su me stessa. Mi ha fatto capire e prendere più consapevolezza dei miei punti di forza, ma anche dei miei punti deboli, dei miei limiti… così da poterli superare o almeno provarci. Aver scelto il servizio civile in Caritas mi ha avvicinato di più al mondo religioso ed ha anche cambiato la mia visione su certi aspetti. Sono contenta di aver fatto questa scelta e la consiglierei ai miei coetanei, perché oltre ad arricchire se stessi, aiuta a schiarirsi le idee per il proprio futuro, riuscendo a far capire l’ambito lavorativo che più piace. Anche il COVID 19 ci ha aiutato ad avere maggiore consapevolezza del nostro lavoro e del grande aiuto che diamo alle persone più bisognose. Il servizio civile per me non è stato solo un dare, ma anche un
ricevere: una parola, un grazie o semplicemente uno sguardo che ti fa capire che quello che stai facendo è importante ed apprezzato e questo ha un valore inestimabile”.
Fonte: Ufficio stampa
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