Si chiama Gevorg Yeghikyan, ha 27 anni ed è di nazionalità armena, il primo studente a ottenere un dottorato in Data Science in Italia. Presenterà quest’oggi e discuterà nella Sala Azzurra del Palazzo della Carovana della Scuola Normale la propria tesi sui fenomeni di mobilità nelle città, uno studio a metà strada fra geografia umana, scienza dei dati e architettura, che ha avuto giudizi eccellenti anche da esperti internazionali. La sua tesi di dottorato è un esempio perfetto della “mission” del dottorato: dati e modelli innovativi che fanno capire meglio fenomeni sociali complessi, come il funzionamento di una città. La tesi è intitolata “Urban structure and mobility as spatio-temporal complex networks”, e Yeghikyan è stato seguito da un panel interdisciplinare di supervisione composto da Mirco Nanni (ISTI-CNR), Angelo Facchini (Scuola IMT), Marco Conti e Andrea Passarella (IIT-CNR) e Bruno Lepri (FBK Trento).
Lanciato nel 2017 e oggi alla quarta edizione, il Dottorato portato a termine da Yeghikyan è il primo ad essere stato attivato sul territorio nazionale ed è offerto congiuntamente da tutte le università e gli enti di ricerca di Pisa - Università di Pisa, Scuola Normale Superiore, Scuola Superiore Sant’Anna, Consiglio Nazionale delle Ricerche-CNR - e dalla Scuola IMT Alti Studi Lucca.
Un corso che sta già dando risultati in termini di successo degli allievi e dei progetti di ricerca cui si dedicano. Nel periodo del lock down a una dottoranda in Data Science venne commissionato uno studio per analizzare gli spostamenti dei cittadini pugliesi attraverso l’analisi delle celle telefoniche. Ultimamente altri studenti hanno individuato un nuovo metodo per stabilire l’indice di pace di una nazione in tempo reale, analizzando le news internazionali attraverso una piattaforma Google. I dottori di ricerca in Data Science sono a tutti gli effetti studenti del corso di Perfezionamento (PhD) della Scuola Normale, ma il dottorato è frutto della sinergia di tutte le istituzioni coinvolte e vede come coordinatore il professor Dino Pedreschi dell’Università di Pisa.
È il primo in Italia a essere pensato per formare la figura del Data Scientist, uno scienziato capace di usare dati e modelli di interpretazione per avanzare le conoscenze nel proprio campo specifico o all'incrocio fra discipline diverse, indipendentemente dalle infrastrutture che raccolgono i dati (Data engineering) e dalla loro utilizzazione commerciale (Data Business). Ciò si traduce, in termini di ingressi di nuovi allievi, nella massima apertura a tutti i laureati, non solo in discipline STEM o economiche, e, per quanto riguarda il post dottorato, in un ventaglio più ampio di possibilità professionali nella ricerca e nell'innovazione industriale e sociale. Ieri sono stati proclamati gli 8 vincitori del nuovo ciclo di dottorato in Data Science, che insieme a due vincitori di borse Marie-Curie si aggiungono ai 27 già iscritti.
Seguono le dichiarazioni dei vertici istituzionali di Scuola Normale, Università di Pisa, Scuola Sant’Anna, Scuola IMT, CNR.
«Si tratta di una esperienza altamente proficua – commenta Luigi Ambrosio, direttore della Scuola Normale -. Gli studenti in Data Science hanno modo di vivere un percorso accademico all’insegna della commistione di discipline diverse, con tante istituzioni che contribuiscono alla loro formazione, ciascuna che dà il proprio specifico contributo nell’ambito che gli è più consono. La Scuola Normale, con la propria tradizione nel campo della matematica e della fisica».
«Ormai da vent’anni la scienza dei dati è una delle eccellenze pisane, figlia di una storia iniziata qui mezzo secolo fa con il primo corso di laurea in Informatica del nostro Paese - aggiunge il Rettore dell’Università di Pisa, Paolo Mancarella – La creazione, nel 2017, di questo dottorato congiunto in Data Science, il primo in Italia, è stato un nuovo importante capitolo in questa storia. Tanto da aver dato origine al primo Dottorato nazionale in Intelligenza Artificiale che parte dal prossimo anno accademico e che il nostro Ateneo coordina assieme al CNR. Ancora una volta il futuro trova a Pisa l’ambiente ideale in cui svilupparsi».
«La collaborazione interdisciplinare delle istituzioni accademiche di Pisa e della Scuola IMT di Lucca – sottolinea Sabina Nuti, rettrice della Scuola Superiore Sant’Anna - è uno dei valori aggiunti di questo dottorato, insieme alle opportunità di placement che si aprono per chi consegue il titolo di ‘data scientist’, figura professionale sempre più necessaria in ambito accademico, istituzionale e aziendale. Il carattere interdisciplinare dell’iniziativa si riscontra anche nel team della Scuola Superiore Sant'Anna coinvolto, team che appartiene a quasi tutti gli Istituti della Scuola, con l’obiettivo di approfondire i legami che intercorrono tra i diversi ambiti di ricerca della Scuola e la scienza dei dati, nata a sua volta dall’incontro di una pluralità di interessi scientifici e tecnologici».
«Il Dottorato in Data Science – afferma il Direttore della Scuola IMT, Pietro Pietrini - è esempio virtuoso per almeno due motivi. Primo, perché caratterizzato da un approccio multidisciplinare che integra proficuamente competenze tra loro apparentemente distanti; secondo, perché frutto del lavoro congiunto tra l'Università e il CNR di Pisa e quello di tutte e tre le Scuole Superiori ad Ordinamento Speciale della nostra regione. Dimostrazione concreta dell’elevato livello della rete formativa che si è venuta a creare».
Conclude il presidente del CNR Massimo Inguscio: «Il dottorato in Data Science rappresenta uno splendido esempio di studi originali e ricerche multidisciplinari espressione di una strategia che vede il CNR operare in sinergia con università e mondo della ricerca per dare una risposta alle complesse sfide socio-economiche-ambientali che la nostra società e il mondo stanno affrontando. La scienza dei dati è tra gli studi strategici utili per sostenere la trasformazione e la rivoluzione digitale del Paese con l'obiettivo di realizzare una società più resiliente, sostenibile, efficiente ed equa. Significativo che questo avvenga oggi nella città dove il CNR con l'università e Adriano Olivetti diede inizio al calcolo elettronico italiano. Sono particolarmente lieto che il primo “dottore di ricerca” in Data Science sia un giovane brillante studente armeno che ha scelto l'Italia come seconda casa a dimostrazione che il mondo della ricerca è senza barriere e il merito è l'unico criterio di inclusione».
Fonte: Scuola Normale Superiore
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