Il risultato del ballottaggio di Cascina è di quelli inequivocabili e senza appello. Il quasi 60% dei suffragi al sindaco Betti e alla sua nuova coalizione sono il segno, innanzitutto, del malgoverno di una amministrazione leghista che ha usato il colpo di fortuna (la prevalenza al ballottaggio per 101 voti della leghista Susanna Ceccardi) per insediarsi con il suo carico di propaganda per fare di Cascina la base di una carriera politica, ora però segnata da una duplice sconfitta, alle Regionali e nel suo stesso comune.
In positivo, è merito di Michelangelo Betti, capo di una coalizione di tipo nuovo, e Sindaco eletto, a cui vanno i nostri auguri; ma anche di una reazione civile, antifascista e di partecipazione di tanti cittadini cascinesi che così hanno dato un contributo importante alla ripresa della loro città. Se la vittoria della Ceccardi fu anche l'effetto di una sequenza di errori, adesso questi errori sono superati e Cascina è andata oltre quella vicenda, indicando un metodo ed una via. Partecipazione e nuovo impegno sono state dunque la chiave di questa che è una svolta politica oltre che amministrativa e che ci si augura porterà una nuova spinta propulsiva nella amministrazione del secondo comune per popolazione della provincia.
E' stato infatti ingrediente essenziale di una vittoria l'impegno di molte forze civiche e politiche che, a differenza che altrove, hanno trovato un terreno di intesa. Alcune sono forze nate sul terreno dell'impegno civico, come quella di Cristiano Masi con Cascina Oltre, altre, come la lista di Fabio Poli, hanno anche forze politiche e di movimento, come Rifondazione e i CinqueStelle. E' un segnale importante l'apparentamento voluto da queste forze che da maggiore coesione e proietta queste nuove energie dentro l'impegno amministrativo concreto.
C'è stata festa, giustamente, a Cascina, ma c'è anche la ammonizione a ricominciare subito un lavoro importante. Il leghismo e la destra che ad esso si associa somo allo stesso tempo inaffidabili al governo e ancor più pericolosi nella società, dove seminano odio, demagogia e divisioni. Lasceranno dietro di sé, quando saranno sconfitti in maniera definitiva, e non lo sono ancora, come testimonia in Toscana la vicenda di Arezzo, solo la scia delle loro peggiori idee, il razzismo, la divisione, la subordinazione ad una società sempre più diseguale, la chiusura degli orizzonti di ciò che è frutto di un attività collettiva e solidale.
Sinistra Italiana Pisa
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