Coronavirus, si pensa alla chiusura alle 23: "No" dei ristoratori


Quanto può essere efficace la chiusura anticipata per bar e ristoranti ? Per contenere il virus non sappiamo, ma sicuramente lo sarebbe per mettere in ginocchio questo tipo di attività”.  Così Michele Vitale, Presidente provinciale dei ristoratori Fiepet Confesercenti commenta le ipotesi che stanno circolando in vista del prossimo Dpcm governativo. “E’ chiaro che l’aumento dei contagi preoccupa tutti, e non di meno anche i gestori dei pubblici esercizi – osserva  - la nostra impressione tuttavia è che il contenimento della diffusione debba passare per una maggiore osservanza delle disposizioni attualmente in vigore, piuttosto che per un coprifuoco mirato ai danni di categorie già fortemente colpite dalle conseguenze economiche di questa situazione”.

Vitale cita anche i dati diffusi nei giorni scorsi da Fiepet Confesercenti, secondo i quali si stima che a causa del Coronavirus siano a rischio chiusura in Italia 90mila fra bar, ristoranti, B&B e negozi oltre alle circa 20mila attività  che non sono riuscite ad aprire quest’anno.

“Imporre la chiusura alla 23 per bar e ristoranti sembra imputare ai gestori la responsabilità di un problema che è invece alimentato da singoli individui che tengono comportamenti scorretti – aggiunge Vitale -  e verso i quali va piuttosto diretta l’azione di prevenzione, come i fatti dello scorso week end nel centro di Siena stanno a dimostrare.  Nessuno ci garantisce che in caso di chiusura alimentata gli assembramenti non  aumentino, magari proprio come effetto indotto della capienza zero nei pubblici esercizi”.

Fonte: Confesercenti Siena

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