Vicofaro, Bartoli (Anpi): "Sconcerto per la notizia dello sgombero"

La parrocchia di Vicofaro

"Ho appreso con sconcerto la notizia di un prossimo sgombero del centro di accoglienza per rifugiati da tempo allestito all’interno della parrocchia di Vicofaro: è quanto, presumibilmente, avverrà in base a un'ordinanza del Sindaco di Pistoia, in veste di massima autorità sanitaria locale, da emettere qualora, entro un tempo prestabilito, non sia lo stesso don Biancalani a chiudere la struttura, mandando ciascuno dei 130 ospiti al proprio destino.

Sarà il risultato del sopralluogo (ultimo di numerosi controlli a tappeto iniziati il 20 ottobre 2018) effettuato lo scorso 3 settembre da una task-force in rappresentanza di Asl Toscana Centro, Polizia Municipale, Polizia Provinciale e Questura di Pistoia, per “verificare i requisiti igienico sanitari e l’adozione di misure di prevenzione e contenimento della diffusione della Sars- Covid 192, e di una successiva relazione sottoscritta da tre tecnici della Prevenzione ASL. In essa il Centro è dichiarato inadempiente rispetto alle misure governative per il contenimento del contagio da Covid e si ritiene che "i migranti ospiti della parrocchia di Vicofaro debbono essere ricollocati senza ritardo in strutture adeguate sia per capacità ricettiva che per caratteristiche igienico sanitarie".

Nella mia veste di Presidente del Comitato Provinciale Anpi di Pistoia, non intendo entrare nel merito di quanto rilevato nel corso di un minuzioso sopralluogo, documentato nella già citata relazione. Mi permetto, tuttavia, di esprimere qualche dubbio sull'applicabilità puntuale dei requisiti indicati nel Decreto Covid-19 a una realtà come quella di Vicofaro, una comunità di prima accoglienza e una delle rare esperienze di volontariato presenti sul territorio nazionale, dopo che un numero ragguardevole di migranti è stato rigettato nelle strade dai decreti legge Salvini, con le massicce limitazioni dello status di rifugiato, con la chiusura di CAS e SPRAR e con la conseguente esplosione del numero di irregolari in seguito alla perdita della protezione umanitaria.

Dal 2018 la comunità di Vicofaro si è trasformata in una sorta di ospedale da campo, grazie all’assistenza di volontari, aperto a chiunque necessiti di accoglienza e soccorso e controllato puntualmente da una equipe di medici, dove per di più, ad oggi, non si sono verificati episodi di positività al Covid.

Mi permetto anche di chiedere perché debba essere svuotata l'intera struttura, senza prima porre come condizione la messa a norma per quanto concerne il numero consentito degli ospiti (alcuni dei quali lavorano stabilmente e hanno lì la residenza) e l'adozione puntuale delle medesime procedure anti-contagio richieste per strutture sanitarie, scuole, università o per le comunità di volontariato e del terzo settore. Questo per allontanare il sospetto che il Covid-19 costituisca il pretesto per mettere una pietra tombale su un'esperienza nei cui confronti, fin dal suo nascere, si è creato un clima di odio razziale fomentato da esponenti locali e nazionali dell’estrema destra, a mezzo stampa e in particolare sui social: messaggi minacciosi, azioni intimidatorie, raccolte di firme, lettere alle autorità civili e religiose, chiusura del CAS, dichiarazioni pubbliche e uso degli ospiti di Vicofaro come tema dominante della campagna elettorale leghista.

Da tempo noi dell’Anpi ci domandiamo quali siano le politiche di accoglienza dei migranti senza dimora predisposte dall’Amministrazione Comunale e dalla Prefettura, per alloggiarli in strutture alternative all’accoglienza emergenziale ed umanitaria offerta da comunità parrocchiali come quella di Vicofaro, nell'intento di mettere in pratica e testimoniare il messaggio evangelico, con un incontenibile afflusso di ospiti in seguito alla nuova normativa sugli SPRAR e sui CAS.

Ci chiediamo anche chi abbia il compito istituzionale di realizzare quelle “strutture adeguate sia per capacità ricettiva che per caratteristiche igienico sanitarie” richieste dai tecnici dell’ASL, se non proprio, in sinergia, il Sindaco, il Prefetto, il Questore e l’ASL, ciascuno dei quali, per quanto ci risulta, ha competenza diretta in materia di accoglienza, integrazione, sicurezza e tutela sanitaria. In questa prospettiva ben venga il contingentamento degli ospiti di Vicofaro, che potrà divenire un luogo di prima accoglienza e smistamento, con funzione di ponte a soluzioni formali e stabili, in particolare per soggetti vulnerabili come gli affetti da psicopatologie, o sindromi post traumatiche da stress, che hanno trovato assistenza e alloggio da don Biancalani. Soprattutto questi ultimi non possono essere ricacciati nelle strade e nei parchi di Pistoia, abitanti invisibili, o considerati soltanto come un pericolo sanitario e di ordine pubblico.

 

Aldo Bartoli, Presidente Comitato Provinciale ANPI di Pistoia

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