La nostra lista Sinistra Civica Ecologista ha avuto un risultato ‘beffardo’: il 2,98% a fronte di una soglia per il consiglio regionale del 3! Una proposta e un simbolo usciti poche settimane prima delle elezioni (ma con alle spalle un lavoro programmatico durato molti mesi) che, con le sole scarsissime risorse a disposizione dei volontari, ha fatto un risultato apprezzabile, se pensiamo quanto era scarsamente diffusa la conoscenza della stessa lista SCE.
Ci ritroviamo, con una certa preoccupazione, un consiglio regionale senza gruppi che si richiamano esplicitamente alla sinistra; dunque un ‘difetto’ di rappresentazione della società reale. Anche l’altra lista di sinistra, già presente nel precedente consiglio, che presentava diversi punti programmatici simili alla nostra, ma che aveva scelto di stare fuori dalla coalizione con una strategia assai diversa (‘Giani e Ceccardi, zuppa e panmolle’, ecc…), ha avuto un grave arretramento, anch’essa fuori dal consiglio.
Come scrivevamo prima delle elezioni, la gran parte dei cittadini è stata primariamente interessata all’esito dello scontro ‘grosso’. In questo quadro, possiamo affermare che uno dei due obiettivi generali che ci eravamo proposti è stato raggiunto: di fronte ad una destra unita e aggressiva con la possibilità (‘vera’, come ci dicono molti analisti) di sfondare la soglia del 40% e puntare alla vittoria, è stato più forte di qualunque altra ragione il richiamo a evitare la vittoria di questa destra. Con parole antiche potremmo dire: non abbiamo sbagliato ‘l’analisi di fase’.
L’aumento del 15% di votanti è un altro segnale di questa ‘rimobilitazione delle riserve identitarie’. È emerso un sentimento popolare che, come risulta da diverse analisi dei dati, ha provocato che addirittura oltre il 30% di chi aveva votato i 5S e oltre il 50 di chi aveva votato Toscana a Sinistra, ha rimesso la croce in particolare per la lista più conosciuta del centro sinistra, il PD, ma molti voti sono andati direttamente e solo al candidato presidente. Ben oltre il ‘voto disgiunto’!
Dunque, in una certa misura ha retto il legame sociale dello storico sistema di potere e rappresentanza. E certamente un ruolo l’ha avuto una proposta di ‘protezione-rassicurazione’ di fronte all’esperienza sconvolgente della pandemia. Ma il PD non si culli sugli allori perché, attenzione: l’area cosiddetta progressista regge, ma regge ‘parzialmente’, per via di due considerazioni: sono ancora 5 le provincie toscane a maggioranza di destra, così come altri comprensori importanti come quello del cuoio; è ‘debole’ contare a lungo sulla ‘paura del lupo’, puntare molto sul riflesso difensivo e sull’orgoglio dei valori storici della Toscana. Ed a proposito delle ‘diverse toscane’, e delle aree marginali che dovrebbero essere ben più curate dalle prossime politiche regionali, ci ha colpito il dato che nei 70 comuni sotto i 2500 abitanti la Lega supera del 20% le altre forze del centrosinistra (cit. Antonio Floridia). Altro che perdersi solo dietro alla ‘bolla’ dei social media!
Noi abbiamo approntato delle proposte di politiche regionali – anche di cambiamento di diverse di quelle attuate negli ultimi anni - per fronteggiare le ‘3 crisi’ (economica, sanitaria, ambientale). Proposte che, proprio anche in conseguenza dello sconvolgimento del Covid19, possono trovare ‘orecchie’ tra gli interlocutori sociali e nella maggioranza di centro sinistra, che, è indubbio, si è presentata anche con alcune differenze programmatiche. Questa è la nostra scommessa.
L’annuncio fatto dal presidente Giani di prevedere un posto in Giunta per SCE non è tanto una ‘gentile concessione’. È la presa d’atto del contributo politico utile portato dalla nostra lista, anche oltre ‘i numeri’, nonché segnale di superamento di un’asfittica concezione di autosufficienza del partito maggiore e, nell’stesso tempo, conferma di un impegno preso da parte del Presidente.
Ora la nostra aggregazione – in assenza di un riferimento nazionale che auspichiamo con forza (#civorrebbeunpartito) - deve prendere una seria decisione su come continuare, non solo e non tanto con il lavoro di una rappresentanza in Giunta, quanto per assicurare una continuità di presenza nella società toscana. Perché, in politica, senza ‘forza’ e senza un minimo di assetto organizzativo, le buone idee sono solo un soffio e la stessa politica si riduce ad una somma di espressioni morali ed esperienze esistenziali.
Lo sappiamo, gli ultimi venti anni hanno visto, a sinistra, tanta frammentazione e discontinuità. Per questo facciamo un appello alla massima collaborazione di gruppi e persone di buona volontà che nella nostra regione – e nella nostra zona empolese-valdelsa - hanno a cuore la lotta contro le diseguaglianze, l’attuazione di politiche e provvedimenti di rilancio della sanità pubblica e di contrasto all’emergenza ambientale.
Noi non abbiamo intenzione di riattaccare la giacchetta al chiodo. Quello che vogliamo fare non è l’ennesimo cartello di piccole formazioni della cosiddetta sinistra radicale (ormai, tutte, sul viale del tramonto). Può essere la volta buona. Possiamo aprire una strada nuova.
Eluisa Lo Presti, Fabio Mangani, Maria Grazia Pasqualetti, Mauro Valiani
(candidati della lista SINISTRA CIVICA ECOLOGISTA empolese valdelsa)
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empolese Valdelsa
<< Indietro