L’estate 2020 ha portato oltre 3400 persone a scoprire le opere d’arte conservate nelle sale del piccolo ma prezioso Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, rimasto chiuso al pubblico fino al 3 giugno a causa dell’emergenza sanitaria per epidemia da Covid-19 che ha interessato il nostro Paese.
La scelta di adottare fin dal 3 giugno i consueti orari di apertura (dal lunedì al sabato, dalle ore 8.15 alle ore 14.00), nonostante i numerosi vincoli dettati dalle prescrizioni in materia di contenimento del contagio da Covid-19, tra i quali il contingentamento degli ingressi, è risultata premiante: nei primi due mesi di apertura si è registrato un progressivo aumento dei visitatori, ulteriormente cresciuti nel corso del mese di agosto.
Nel mese di giugno 2020 si sono registrati 471 visitatori (contro gli 865 del 2019); nel mese di luglio 1.014 (erano stati 765 a luglio 2019) e infine 1.958 in agosto (quasi triplicando i 724 visitatori dell’agosto 2019). Tra questi, molti sono stati i turisti prevalentemente italiani, ma numerosi sono stati anche i cittadini di Firenze, che nel riavvicinarsi al loro patrimonio culturale hanno premiato una piccola realtà come il Museo dell’Opificio, il “più fiorentino” della città. Il picco più alto si è registrato lunedì 10 agosto, con 125 visitatori. Per la storia del Museo, i numeri raggiunti nel mese di agosto rappresentano il miglior risultato di sempre, un record assoluto.
Determinante per l’aumento dei visitatori nell’estate del 2020 è stato l’accordo concluso lo scorso anno con le Gallerie degli Uffizi: dall’1 ottobre 2019 i possessori di un biglietto per gli Uffizi (biglietto singolo Uffizi, PassePartout 3 days, PassePartout Family e PassePartout annuale cumulativo per Uffizi, Palazzo Pitti e Giardino di Boboli) possono infatti entrare gratuitamente al Museo dell’Opificio delle Pietre Dure, entro 5 giorni dall’attivazione del titolo di ingresso. Svariati visitatori hanno invece approfittato della convenienza della Firenze Card, la cui emissione è ripresa dal 7 agosto.
Al termine della visita numerosi turisti hanno voluto ringraziare il personale del Museo per la piacevole scoperta e alcuni di questi hanno persino lasciato un messaggio scritto.
Cesare da Bologna: ”Ho visitato spesso Firenze ma non sapevo dell’esistenza di questo museo e di una tradizione prestigiosa come quella del commesso fiorentino. Quando sarà di nuovo possibile viaggiare all’estero senza troppe preoccupazioni, mi riprometto di andare alla ricerca delle opere realizzate dall’Opificio delle Pietre Dure che sono conservate nei musei di tutto il mondo”.
Lorenzo da Milano: “Il Museo dell’Opificio è stato per me una scoperta, piccolo ma grande al tempo stesso, l’unico museo fiorentino nell’anima. Come si dice a Firenze, mi garba tanto!”
Fonte: Ufficio Stampa
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