L’accordo di rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare siglato lo scorso 31 luglio da Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Unionfood, Ancit, AssoBirra porta in tasca ai lavoratori 119 euro di aumento salariale, che valgono ancora di più in un momento delicato come questo per il nostro Paese.
Ma oltre all’incremento delle retribuzioni l’accordo si caratterizza per importanti conquiste normative e di welfare quali, tra le altre, l’obbligo di garantire l’acceso alla formazione a tutti i lavoratori; la regolamentazione del lavoro agile, a partire dal diritto alla disconnessione e alla privacy; l’istituzione di una giornata dedicata alla sicurezza sul lavoro; il vincolo negli appalti all’applicazione del contratto nazionale del settore merceologico delle attività appaltate, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative; l’incremento dei giorni di congedi parentali per i figli a carico e per l’assistenza familiare; il prolungamento dell’esenzione dal lavoro notturno per le lavoratrici che rientrano dalla maternità e per i padri in condizione di monogenitorialità.
Purtroppo, le divisioni tra le diverse associazioni di imprese non hanno permesso di sottoscrivere l’accordo con tutti i settori interessati, anche se la trattativa li ha visti partecipi fino alla fine e concordi sulla parte normativa. L’unica differenza che ha impedito la firma con tutte le associazioni rispetto al contratto sottoscritto sono 13 euro, che sarebbero a carico delle aziende a partire dall’aprile 2023, per l’incremento aggiuntivo della retribuzione.
In Toscana oltre la metà delle aziende alimentari non appartiene alle tre associazioni che hanno siglato l’accordo ma questo non può penalizzare i lavoratori che con grande senso di responsabilità, oltre ad aver contribuito all’enorme ricchezza accumulata dalle aziende negli ultimi 4 anni, ha continuato a lavorare duramente anche durante l’emergenza sanitaria.
Chiediamo, quindi, a tutte le imprese del nostro territorio di aderire subito all’intesa e applicare il nuovo contratto, dovendosi esso intendere come l’unico di riferimento per l’industria alimentare. Farlo significa non soltanto proseguire nelle relazioni sindacali che da sempre qualificano il settore ma riconoscere alle lavoratrici e ai lavoratori la giusta evoluzione di diritti e tutele.
Fonte: Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil Toscana
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