Dramma San Miniato, chiude la prima parte. Gabbanini: "Voce di speranza e apertura al futuro"

Marzio Gabbanini (foto Francesco Sgherri)

Un teatro di qualità, capace di far incontrare di nuovo le persone in uno spazio aperto e carico di suggestiva bellezza come la Piazza del Duomo a San Miniato sa fare, per riscoprire gesti di saluto, di una diversa ma sempre piacevole cordialità, ascoltando la voce di attori, per lo più monologanti, tornati con grande emozione sulla scena dopo il forzato silenzio legato al Covid19, quasi un nuovo debutto: è stato questo il merito più evidente e significativo del bel Programma presentato dal Dramma Popolare, che ha inteso essere, ancora una volta, voce di speranza e di apertura al futuro.

Il Dramma non si è fermato; ha cercato modalità diverse di comunicare col suo pubblico, ma ha continuato sul web gli incontri culturali con importanti personalità sul tema della sicurezza, che ha costituito il filo conduttore di tutte le iniziative di un anno così problematico, per culminare nella scelta di aprire comunque la LXXIV Festa del Teatro, concentrando le proposte su quel palcoscenico a cielo aperto, che tradizionalmente ha visto la rappresentazione della Prima assoluta del Dramma vero e proprio, e ora ha invece permesso di ritrovarsi rispettando le norme sul distanziamento per assistere a un ricco e importante cartellone, sempre preceduto da interviste durante le 'Conversazioni al tramonto' presso lo Chalet dei Giardini Bucalossi così da rendere meglio fruibili le iniziative teatrali.

Ben cinque sono stati gli spettacoli presentati in Prima assoluta e tutti di elevato spessore tematico, sempre legati a messaggi civili, spirituali, sociali, tali da emozionare, far riflettere, interrogare le coscienze, dal tema dell’immigrazione a quello della sicurezza dell’ambiente, nello sport, nella vita di tutti i giorni, nell’intento di far crollare i muri dell’incomprensione, del rifiuto, del pregiudizio. Basti solo pensare agli applausi ripetuti di un pubblico in piedi agli spettacoli 'L’Abisso' di e con David Enia, 'La vita salva' di e con Silvia Frasson, 'Albania casa mia' di e con Aleksandros Memetay, a quello di apertura di e con Alessandro Benvenuti 'Panico ma rosa' sull’esperienza dell’isolamento da Covid, all’ottima prova di Andrea Giuntini e del Gruppo musicale Vincanto in Prima assoluta con 'Canto per la Terra ferita' e Stefano Braschi ne 'La Storia della Colonna infame' di Alessandro Manzoni con la sua pregnante attualità, fino all’ultimo spettacolo in programma 'Il Muro/The block' di Matteo Corradini, Scrittore e Autore del Dramma vero e proprio, ora soltanto rimandato, che ha il titolo di 'Irma Kohn è stata qui' sul tema del delicato confine tra Bene e Male.

Corradini è stato premiato dal presidente Marzio Gabbanini, che ha ringraziato il pubblico, le Autorità presenti, dicendosi molto soddisfatto dei risultati conseguiti e consegnando a Matteo Corradini il Manifesto, opera di Sauro Mori, l’incisione dello spettacolo che quanto prima, si è augurato, sarà rappresentato a San Miniato secondo tradizione, anche se spostato di data e di palcoscenico.

Il Dramma Popolare riconferma così la propria vocazione di Teatro dello Spirito nato per portare sulla scena, testi teatrali in Prima Assoluta, la cui qualità risulti indiscussa alla prova dei fatti.

Marzio Gabbanini, presidente Fondazione Istituto Dramma Popolare

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