Uomini e no, produzione 'locale' a San Casciano

“Uomini e no”, da Elio Vittorini, lettura scenica di Arca Azzurra Produzioni a San Casciano Val di Pesa (Firenze) in occasione della Liberazione del paese dalla dittatura. Il lavoro si svolge all’interno del progetto regionale ‘Nuovi Pubblici’ che intende ampliare l’interesse per il teatro attraverso il coinvolgimento diretto e consapevole delle comunità locali.

Uomini e no, da Elio Vittorini, viene riproposto, in una lettura scenica particolare, lunedì 27 luglio nell’Arena dentro le Mura di San Casciano Val di Pesa (in collaborazione con il Comune in occasione della 76° ricorrenza della Liberazione dall’occupazione nazista e dalla dittatura fascista). I lettori/interpreti provengono dall’Arca Azzurra Produzioni e dai corsi del Teatro Niccolini. I musicisti sono del Corpo Musicale Oreste Carlini, locale formazione bandistica. La scrittura scenica è curata da Stefano De Martin. La regia da Massimo Salvianti.

Il progetto è realizzato grazie al contributo di Fondazione CR Firenze nell’ambito di “NUOVI PUBBLICI”, il Bando tematico che la Fondazione dedica al sostegno di programmi di ampliamento e di sviluppo per lo spettacolo dal vivo.

Perché una comunità intende confrontarsi con questa opera, aldilà del giusto omaggio ad un testo importante della nostra letteratura?

Uomini e no, primo romanzo della Resistenza, uscito qualche settimana dopo il 25 Aprile, mentre ancora al nord partigiani e civili morivano ‘fuori tempo’. Scritto in gran parte tra la primavera e l’autunno del ’44, dopo che l’autore aveva conosciuto il carcere a Milano e si nascondeva in montagna braccato dalla polizia tedesca. Fogli vergati a mano, fitti, sofferti e corretti continuamente, conservati «in più di cento tubetti sepolti sotto terra».
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Rientrato a Milano, vengono raccolti e ricomposti presso l’editore Bompiani e rapidamente consegnati alle stampe. Il successo tra i lettori è immediato ma il clima politico e culturale surriscaldato alimenta, in alcune aree della sinistra, riserve sul ‘singolare ampio spazio’ assegnato dall’autore alla dimensione privata e umana dei personaggi.

Lo sguardo dello ‘Spettro’ (lo scrittore che interviene e dialoga con i suoi protagonisti) sta addosso ai personaggi; scarse le panoramiche o l’analisi di contesto; un linguaggio sincopato, all’americana (Vittorini e le sue frequentazioni d’oltreoceano); frasi ripetute, trasformate continuamente in domande, come a voler chiedere risposta al lettore stesso. E’ l’umanità che interessa, quella nel suo farsi quotidiano.
Il tema dell’opera è dunque la consapevolezza di ognuno sul piano morale e sociale. Questo piano educativo è affidato ai capitoli scritti in corsivo, luoghi di “intima pausa, di ripensamento, di anali¬si, nel quale le dimensioni morali della narrazione si slargano in evocazione poetica”. I corsivi hanno dunque lo scopo di commentare e amplificare quanto nei tondi resta implicito, perché agito e vissuto dai personaggi a ‘un ritmo celere’ (le battaglie partigiane, le fucilazioni, le perversioni, le strategie di combattimento..). Per Vittorini si tratta, dunque, di indagare il confine tra l’intimo e il condiviso, tra il pri¬vato e il pubblico, l’individuale e il collettivo.

In un momento in cui i fatti della storia sembrano avere portato a una temporanea coincidenza tra il bene del singolo e il bene di tutti, l’artista pone le basi della sua utopia: rappresentare una situazione così eccezionale (la lotta di Liberazione) per renderla paradigmatica.

La scrittura scenica, curata da Stefano De Martin, segue l’evolversi della vicenda e i suoi interrogativi morali e politici; utilizza a piene mani lo slang dei personaggi, in prevalenza di origine popolare; fa dei tagli rilevanti per favorire l’immersione dello spettatore nelle parti più ‘avventurose ed emozionanti’ e rimanere all’interno dell’ora e mezzo considerato tempo limite per una efficace fruizione. I commenti vengono affidati a un coro che si compone e si disfà secondo particolari momenti.

I personaggi principali, interpretati dagli attori di Arca Azzurra Produzioni, sono quelli di ‘Uomini e no’: il partigiano enne2, colto in un momento di irrequietezza e ripensamento nel suo impegno di combattente in una Milano misteriosa. Il suo amore ‘impossibile’, Berta, sposata con un altro, sembra pronta per un amore finalmente vero e autentico, mentre si aprono per lei e per tutti occasioni potenti di consapevolezza sociale e politica. Altre due donne sono importanti in questa vicenda: l’anziana partigiana Selva che diventa la confidente di Berta nell’azione di avvicinamento al compagno della vita; e Lorena, la giovane ‘portatrice d’arma’ di enne2. Intorno molti altri personaggi abitano il surriscaldato momento storico (partigiani da una parte, militi fascisti - potente qui la figura di Cane Nero - e comandanti nazisti dall’altra - il capitano Clemm e suoi cani come ‘armi da guerra’). La vicenda si snoda nell’arco di qualche giorno, intessuta di momenti di tensione e agitazione collettiva e momenti di intima e intensa riflessione.

Il regista, Massimo Salvianti, coinvolto attorialmente in veste di narratore, interpreta anche Vittorini che nel libro si riserva un ruolo di protagonista attivo, dialogando con i personaggi, mettendosi a disposizione anche per mutarne il corso degli eventi.

La partitura musicale, creata per questo evento da giovani artisti del Corpo Musicale ‘Oreste Carlini’, punteggiano i cambi di atmosfera del racconto.

Fonte: Ufficio stampa

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