Usuraio con il reddito di cittadinanza, interessi fino al 65% l'anno: arrestato

Un pregiudicato residente a Crespina Lorenzana è stato arrestato dalla guardia di finanza di Pisa nell'ambito di un'operazione antiusura. L'uomo, C.V. di 60 anni, che percepiva pure il reddito di cittadinanza, prestava denaro a terzi applicando interessi fino al 65% all'anno. Anche i 600 euro di bonus alle imprese per l'emergenza covid venivano utilizzati dai debitori per il pagamento di una rata degli interessi. Quest'oggi alla procura di Pisa il procuratore capo Alessandro Crini renderà noti in una conferenza stampa i dettagli dell'operazione.

A denunciare lo stato dei fatti un imprenditore edile livornese di 45 anni, stanco e disperato per la situazione insostenibile. Nel giugno del 2017 aveva chiesto all'arrestato 12mila euro per pagare fornitori e dipendenti. Fino alla operazione di oggi, l’imprenditore ne aveva restituiti 18mila a titolo di soli interessi e aveva eseguito lavori edili per 5mila euro senza ottenere alcun pagamento.

I due si erano conosciuti qualche anno fa perché frequentano la stessa comunità dei testimoni di Geova e la vittima si recava nell'abitazione del pregiudicato, agli arresti domiciliari con l'accusa di tentato omicidio, per fare alcune letture religiose. Da lì nacque un rapporto di amicizia poi sfociato nel prestito a tassi usurari.

Forse le difficoltà economiche aumentate per la crisi dovuta alla pandemia, forse l’ultima intimazione a fare richiesta del bonus per pagare gli interessi, sono stati i motivi che hanno dato il coraggio alla vittima di presentarsi alla fiamme gialle pisane. Dopo la denuncia, presentata nel mese di giugno scorso, sono iniziate le indagini.

All’ennesima consegna di denaro, in casa dell’usuraio, questa volta hanno presenziato anche i finanzieri che, dopo aver aspettato la consegna del contante, hanno fatto irruzione per arrestare in flagranza di reato il sessantenne di origine campane. I finanzieri erano travestiti da tecnici dell'Enel.

Sono state contestualmente eseguite perquisizioni locali nelle province di Pisa e Livorno alla ricerca di ulteriori fonti di prova e per l’identificazioni di eventuali altre vittime.

 

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