Pillola Ru486, mozione del Pd Empoli: "Aggiornare linee guida ministeriali"

Una settimana fa la Regione Toscana ha approvato, con delibera, il “Protocollo operativo per l’IVG farmacologica” al fine di offrire la possibilità alle donne di effettuare la procedura farmacologica per l’interruzione volontaria di gravidanza anche presso poliambulatori adeguatamente attrezzati e funzionalmente collegati agli ospedali. La Toscana si classifica come la prima Regione a prevedere la somministrazione della Ru486 anche all’esterno degli ospedali.

Come consigliere del Partito Democratico, Simona Cioni, Sara Fluvi, Laura Mannucci e Viola Rovai, con la mozione a firma tutta femminile, depositata il 9 luglio scorso e che andrà in discussione nel prossimo consiglio comunale, si sono sentite in dovere di sostenere e promuovere questa iniziativa regionale che rappresenta un importante passo avanti a tutela del diritto di ogni donna di autodeterminarsi, scegliendo liberamente le modalità con cui procedere all’interruzione della gravidanza nel rispetto della legge 194.

“La decisione della donna di abortire non è mai semplice, al contrario, è un percorso doloroso e sofferto, qualunque siano le motivazioni che stanno alla base di questa scelta: non se ne devono certo aumentare le sofferenze, rendendo la pratica abortiva inutilmente meno praticabile, quasi fosse un percorso ad ostacoli” spiegano le consigliere.

Con questa mozione le consigliere Pd chiedono che il Comune di Empoli si impegni a farsi da tramite con gli organi nazionali competenti affinché si proceda ad un aggiornamento delle linee di indirizzo ministeriali sull’interruzione volontaria di gravidanza farmacologica del 2010, nella direzione del “Protocollo operativo per l’IVG farmacologica” approvato in Regione Toscana. Queste ultime, infatti, non tengono conto delle evidenze medico-scientifiche che si sono verificate negli ultimi dieci anni di utilizzo della Ru486.

La mozione auspica inoltre che si possa favorire il ricorso alla IVG farmacologica, come già avviene nella gran parte dei Paesi europei, in regime di day hospital o ambulatoriale, e che non lo si contrasti, vietando detto regime ed imponendo alla donna il ricovero ospedaliero, come è avvenuto a giugno in Umbria con la delibera della giunta Tesei.
“Del resto- sottolineano le consigliere- durante il lockdown, anche dalle società scientifiche di categoria, era emersa la necessità di rivedere alcuni aspetti delle procedure vigenti al fine proprio di eliminare la raccomandazione del ricovero in regime ordinario e di introdurre il regime ambulatoriale: esigenza che la Regione Toscana ha totalmente recepito e che le stesse si sono sentite di contribuire a promuovere”.

Fonte: Pd Empolese Valdelsa

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