Bosco di Tatti, il Comune di Volterra riprende in mano la gestione della foresta

Riprende la gestione del Bosco di Tatti, foresta comunale di Volterra, dopo 10 anni di abbandono. Così commenta l'assessore all'ambiente Davide Bettini: "Avevo sollecitato da tecnico la precedente Amministrazione a partecipare al bando regionale PSR 2019 per reperire risorse e ridare finalmente una gestione alla nostra foresta comunale, dopo circa 10 anni di abbandono. Il sollecito fu accolto e per fortuna il bando ha avuto buon esito, consentendoci a breve di avere un nuovo piano di gestione per la foresta di Tatti".

Una foresta già da molti anni riconosciuta di interesse europeo come Zona Speciale di Conservazione, una tra le foreste più importanti in Italia per la presenza della quercia rovere, una foresta che sin dal Medioevo ha avuto un forte e peculiare legame con Volterra ed i suoi abitanti. Il bosco svolge oggi una importante funzione a livello di conservazione della biodiversità, a livello ricreativo, educativo e scientifico ed è oggetto di numerosi studi a livello europeo.

Il nuovo Piano di Gestione cercherà ovviamente di valorizzare queste funzioni ma nello stesso tempo valuterà la possibilità di riattivare alcuni tagli ai fini della produzione legnosa. Se questo sarà possibile è intenzione dell’Amministrazione creare una piccola economia circolare ed utilizzare le biomasse prodotte per efficientare dal punto di vista energetico edifici pubblici nella città.

Il finanziamento consentirà anche di svolgere manutenzioni straordinarie all’area di sosta in località Dispensa, attraverso il posizionamento di nuovi tavoli, la realizzazione di un nuovo braciere ed altri arredi.

Un importante obiettivo del progetto la realizzazione di un percorso didattico nella foresta con partenza ed ritorno in loc. Dispensa; un percorso finalizzato ad attività di educazione ambientale e comunque a disposizione di tutti per cogliere al meglio gli straordinari valori del nostro bosco comunale".

NOTE STORICHE SUL BOSCO DI TATTI

Sin dal Medioevo la foresta di Tatti ha avuto un forte e peculiare legame con Volterra ed i suoi abitanti. Posseduta da sempre dal Comune di Volterra (l’atto di acquisto risale al 18 marzo 1280), era destinata al legnatico per la popolazione, cui era invece negato qualsiasi diritto sul contiguo bosco di Berignone. L’intero bene fu oggetto di disputa tra la potente famiglia Guarnacci di Volterra ed il Comune stesso che però ne ha mantenuto sempre la proprietà lasciando ai Guarnacci il diritto di pascolo su una parte significativa del bosco, quella che oggi vede la tipologia di vegetazione più importante, il popolamento di rovere.

Il diritto di legnatico da parte del popolo di Volterra continuò fino alla fine del XIX secolo (ancora nel 1730, in un documento delle Reali Possessioni, si legge che “[…] nella selva di Tatti composta di legname di ogni sorta, tutti hanno la facoltà di legnare e si vende annualmente allo incanto e così se ne ricava lire 80 [A.S.F. – RR. Possessioni, archivio Prof. Gabrielli]. In effetti Tatti era considerato il «bosco dei poveri», ove la legna da ardere veniva raccolta senza alcun criterio e senza alcuna sorveglianza da parte delle guardie comunali impegnate in altre mansioni ritenute preminenti.

Nel XIX secolo, al fine di risolvere questi problemi e di coordinare, sfasandoli, l’esercizio del pascolo dei Guarnacci con il diritto di legnatico, il Gonfaloniere della Comunità di Volterra Niccolò Maffei incaricò il sig. Paolo Pelagatti di redigere una descrizione e stima dei boschi, che fu consegnata nel 1867. La descrizione fatta dal Pelagatti, riferiva che il Bosco di Tatti era “[...] ricco di piante d’alta cima e di forteto, e che sotto tutti i rapporti dimostra grande forza vegetativa” [Maffei N. – Pelagatti P., Sui Boschi di Tatti e Brenti, Volterra 1867-68)]; un bosco quindi che, come oggi, associava formazioni mediterranee a forteto con tratti di foresta di alto fusto di varia composizione.

Fonte: Comune di Volterra - Ufficio stampa

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