Uscire da un periodo complicato grazie alla bellezza e al fascino del teatro. San Miniato ha il suo antidoto contro la solitudine e la mestizia post-lockdown, si chiama Dramma Popolare. Nemmeno in un momento così complicato il Dramma si ferma, a testimonianza che l'arte può solamente far bene. Se poi è arte a San Miniato, incastonata nella splendida cornice di piazza Duomo, allora fa bene agli occhi, alla mente e al cuore.
Il Dramma Popolare 2020 c'è, con la direzione artistica di un gigante del teatro italiano, Masolino D'Amico. La 74esima edizione subirà qualche modifica ma si farà, la decisione della Fondazione Dramma Popolare è a suo modo storica e di sicuro è carica di significati positivi.
Otto spettacoli, tutti in piazza Duomo alle 21.30, che varieranno di tema ma avranno un fil rouge: dato che portare troppi attori sul palco non avrebbe permesso di rispettare le normative anticontagio, diverse rappresentazioni del Dramma 2020 saranno monologhi.
Si va dalla poetica sociale di Davide Enia allo sport quasi psicologico di Matteo Corradini, dalla potenza de La Storia della colonna infame di Manzoni all'emergenza ambientale. Temi importanti per un'edizione importante, che sarà aperta da un toscano doc, uno che ha scritto pagine fondamentali e significative del teatro italiano. Stiamo parlando di Alessandro Benvenuti.
Il sipario si alzerà alle 21.30 di domenica 5 luglio. In scena 'Panico ma rosa. Dal Diario di un non intubabile - Studio'. Alessandro Benvenuti trasforma in teatro un tema attualissimo: 59 giorni di lockdown, 59 pagine di diario che raccontano l’isolamento obbligatorio di un autore attore privato del suo naturale habitat, tra sogni e bisogni, ricordi e crudeltà, fantasie e humor. Si ride, si riflette, si mantiene la mente allenata dopo mesi di forzata pigrizia. Non si poteva iniziare con una tematica più attuale di questa.
"Benvenuti ci farà sorridere e riflettere senza rinunciare alla perfidia che abbiamo già apprezzato in un'altra situazione domestica da lui narrata come 'Benvenuti in casa Gori'. D'altronde certe prescrizioni, che naturalmente rispetteremo, non possono che farci riflettere..." ha commentato proprio D'Amico.
Neanche a farlo apposta, 'sicurezza' era la parola chiave del Dramma 2020 già da tempo immemore, come ha ricordato il presidente Marzio Gabbanini: "La sicurezza è il cardine, lo abbiamo visto anche con gli appuntamenti organizzati prima della quarantena. Il Dramma non si ferma".
Sulla sicurezza (e non solo) verteva anche lo spettacolo principale del Dramma Popolare 2020, che non sarà annullato, anzi, sarà solo rimandato a data da destinarsi. Dato che solitamente la rappresentazione principale portava in piazza Duomo qualche migliaio di persone, è stato deciso di metterla in scena solo quando saranno allentate le norme vigenti. Una scelta coraggiosa, ma importante, che dimostra come alla Fondazione Dramma Popolare stia a cuore il proprio pubblico.
Lo spettacolo principe è già pronto, si tratta di 'Irma Kohn è stata qui', con la shoah come argomento centrale. Sarà un'opera di Matteo Corradini con drammaturgia di Tatiana Motta e regia di Pablo Solari; è stato presentato inoltre il manifesto di Sauro Mori. C'è tutto, manca la data: probabilmente sarà in autunno, di sicuro si farà. Anche perché chi ha avuto modo di interfacciarsi con l'opera ne parla già molto bene e, da che mondo è mondo, il Dramma crea e condivide bellezza.
Oltre all'apertura con Benvenuti, gli altri appuntamenti in cartellone sono 'Albania casa mia' (l'8 luglio), 'La storia della colonna infame' (10 luglio), 'L'Abisso' (13 luglio), 'La vita salva' (17 luglio), 'Non plus ultras' (20 luglio), il 'Canto per la terra ferita' (23 luglio) e 'Il Muro/The Block' (27 luglio) di Matteo Corradini con Marta Prunotto.
Il Dramma Popolare ringrazia la Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, il Comune di San Miniato e la Diocesi di San Miniato, Banca Crédit Agricole Italia e tutti gli sponsor che con impegno e passione ne sostengono le attività.