È un voto 'caldo' quello delle prossime Elezioni Regionali in Toscana. Non solo perché la campagna elettorale si terrà in piena estate, ma anche perché il centrodestra vede la possibilità di poter mettere le mani per la prima volta sulla 'roccaforte rossa'; e caldi, dato quel che c'è in gioco, saranno anche i toni della campagna elettorale.
gonews.it ha posto alcune domande ai cinque candidati delle Regionali 2020 con altrettante interviste a cura di Giovanni Mennillo. Di seguito l'intervista alla candidata del Movimento 5 Stelle, Irene Galletti.
Sarà Irene Galletti, consigliera regionale del M5S, a rappresentare il Movimento alle prossime Elezioni Regionali della Toscana. La scelta è arrivata, come da tradizione, sul portale Rousseau, dove la Galletti è stata preferita al favorito Giacomo Giannarelli. I voti sul portale non erano moltissimi, 859, sintomo di una scelta tutta interna al Movimento, che però ha un preciso significato politico. A dirlo è la stessa Galletti: "Diciamolo chiaramente, l'asse con me si sposta a sinistra". Con un M5S che a livello nazionale sta cercando la sua strada, Galletti ricostruisce dal basso facendo un passo a sinistra, ma non tralasciando di specificare che ciò è "anni luce di distanza rispetto al Pd toscano, a Italia Viva e al suo candidato Eugenio Giani". Una visione alternativa, quindi, tanto alla destra alla quale manca "il rispetto dell'essere umano", tanto alla sinistra che "con la scelta di un candidato renziano ha dimostrato di non avere alcuna voglia di innovare". Una visione talmente alternativa che porta la candidata del Movimento a dare un'unica indicazione in caso di sfida a due tra Giani e Ceccardi, quella "di cambiare residenza". Le priorità del Movimento per la Toscana sono la ripubblicizzazione del servizio idrico, la creazione di una rete infrastrutturale ferroviaria e stradale capillare su tutto il territorio, una sanità territoriale, un piano di economia circolare sostenibile e lo sviluppo di filiere produttive incentrate sulle nuove tecnologie legate alla manifattura. L'obiettivo? "Costringere il futuro presidente a confrontarsi anche con noi".
L'intervista completa a Irene Galletti
1) Il candidato del M5S è stato scelto sul portale Rousseau. Lei è finita al ballottaggio con Giannarelli, fedelissimo di Di Maio, 'uomo forte' del Movimento in Toscana già candidato nel 2015: si aspettava di essere la più votata?
Gli attivisti toscani del Movimento hanno voluto mandare un segnale: non esistono sfide dall’esito scontato. A me è stato chiesto di mettere in moto le energie più dinamiche dei territori ed è ciò che intendo fare disegnando una Toscana capace di non lasciare indietro nessuno.
2) Lei stessa ha dichiarato subito dopo l'investitura di dover 'rifondare' il M5S: scegliere Galletti ha anche un significato politico interno? Segna un 'nuovo corso' del M5S toscano?
Per me esistono valori fondamentali sui quali non sono disposta a trattare con nessuno, ma quando parlo di politica non lo faccio con gli occhiali dell’ideologia novecentesca destra/sinistra. La mia priorità è fare gli interessi della collettività, dando risposte concrete ai bisogni quotidiani dei cittadini.
Io certo non sono una donna di destra come Susanna Ceccardi, né di centrodestra come Eugenio Giani. Quindi, diciamocelo, con me l'asse del Movimento in Toscana si sposta di conseguenza.
3) Quali sono le cinque priorità del vostro programma?
- La ripubblicizzazione del servizio idrico
- La creazione di una rete infrastrutturale ferroviaria e stradale capillare, che possa rimettere in moto le aree periferiche della regione
- Il ripristino della sanità territoriale
- Lo sviluppo di filiere produttive incentrate sulle nuove tecnologie legate alla manifattura
- L’adozione di un piano di economia circolare sostenibile, bastato su impianti di trattamento e non di incenerimento.
4) Quali sono state le battaglie del M5S in regione in questi cinque anni di governo Rossi? In cosa intendete differenziarvi rispetto alla Giunta Rossi?
Abbiamo contrastato Rossi quando ha deciso di creare le macro asl, ospedalizzando la sanità toscana quasi come in Lombardia. Lo abbiamo sfidato sullo sviluppo di un sistema di gestione dei rifiuti moderno e pensato per ridurre i costi ai cittadini creando valore dalla differenziazione dei materiali e dal loro recupero e riuso. E ci siamo opposti con determinazione e con successo alla realizzazione della nuova pista dell’aeroporto di Peretola e al conseguente, ulteriore, spostamento del cuore della Toscana verso l’interno a scapito di una costa che si impoverisce sempre più.
Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo.
5) Il M5S si è sempre dichiarato estraneo alla logica destra-sinistra. In Toscana, a livello di affinità di programmi, vi sentite più vicini alla destra o alla sinistra? In cosa siete diversi dagli altri candidati?
Abbiamo sperato che si trattasse di una differenza ormai archiviata e che esistessero valori comuni, ma Salvini e Ceccardi si sono incaricati di smentirci. Ciò che ci differenza dalla destra è il rispetto per l’essere umano, sia che si tratti di un migrante, di un omosessuale, di un medico calabrese o di una donna incinta. Ciò che invece ci differenzia sia dalla destra che dalla sinistra, è la visione della Toscana di domani. Vogliamo una Toscana che parli di innovazione, di industria 4.0, di turismo sostenibile, di energia pulita. Non di aerei che decollano sopra piazza del Duomo o di mega inceneritori.
6) Nel caso di un ballottaggio Giani-Ceccardi dareste indicazioni di voto?
Di voto nessuna. L’unica indicazione è quella di cambiare residenza. Scherzo, ovviamente.
7) In questi 5 anni il M5S è cambiato molto, da movimento di opposizione al governo giallo-verde e poi giallo-rosso. Adesso è in un momento di transizione e ridefinizione programmatica. Questa situazione nazionale inciderà sul voto in Toscana?
Il Movimento ha avuto e ha la possibilità di avviare un cambiamento nel governo del Paese in maniera incisiva, seppur non autonoma, e ha fatto la scelta giusta ad accettare la sfida. Stare in panchina per poi lamentarsi, serve a poco. Ma qui in Toscana è diverso. Con la scelta di un candidato renziano, il centrosinistra ha scelto di riprendere la strada delle privatizzazioni del servizio rifiuti, dello smantellamento della sanità territoriale, dell’intreccio tra politica e finanza. Nessuna voglia di innovare, di lavorare sulla partecipazione e la condivisione coi territori, di rompere un sistema di interessi e corporazioni radicate. Un passo indietro di cui abbiamo preso atto e del quale non vogliamo essere complici. Il dialogo sarà sui temi, caso per caso.
8) Nel 2015 il M5S raccolse il 15% dei voti, oggi quel risultato sarebbe una sorpresa. Quale è il vostro obiettivo?
Di ricostruire quel legame coi territori e quella coesione sociale che si è persa negli ultimi anni. Prendendo più voti di Italia Viva e costringendo il futuro presidente a misurarsi con noi.
9) La gestione dell'emergenza COVID inciderà sulle prossime elezioni regionali?
Inciderà sul modello di sviluppo futuro. Gli elettori valuteranno le proposte che arriveranno dai candidati, avendo ancora bene in mente gli ultimi 3 mesi. Il lockdown, la paura e la crisi economica. E chi in passato ha sbagliato, ne vedrà gli effetti nelle urne.
10) Cosa deve imparare la politica dall'emergenza Covid-19? Può essere quella attuale anche un'opportunità per pensare un nuovo modello politico anche a livello regionale?
La politica deve imparare a pianificare, accettando di non poter prevedere tutto.
A cura di Giovanni Mennillo
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