C'è un museo a Firenze, gli Uffizi, che ospita alcuni tra i più grandi capolavori del Rinascimento e di epoche anteriori. C'è un social network, TikTok, dove si balla e si ride e, anche se molti non vogliono recepire il messaggio, si fa comunicazione. In mezzo c'è Ilde Forgione, una giovane di Fontanella - a metà tra Empoli e Castelfiorentino - che sta facendo diventare gli Uffizi uno dei musei più seguiti al mondo su TikTok.
Dopo lo sbarco sulla piattaforma avvenuto a fine aprile, i numeri sono esaltanti: a oggi più di 27mila seguaci e quasi 112mila like (qui il profilo). Non solo dati, anche riscontri importanti: i commenti ai post sono tutti divertiti e positivi, lontani dalla bile di Facebook per intendersi. Inoltre gli Uffizi e Forgione sono finiti sulla BBC, sul New York Times e su altri media internazionali e conosciutissimi, a testimonianza che la Medusa di Caravaggio può comparire sullo smartphone e strappare un sorriso mentre "disintegra il Coronavirus".
La 35enne Ilde Forgione da dieci anni lavora agli Uffizi. Giurista, si occupa di valorizzazione e strategie economiche, ma dal lockdown è diventata una figura imprescindibile per i social del museo fiorentino. "Il direttore Eike Schmidt è sempre aperto a novità e ha ponderato in maniera meticolosa l'approdo su TikTok" - afferma Forgione - "poi mi ha chiesto che cosa ne pensassi e sono stata subito favorevole. Dopo due-tre settimane di studio intenso e di pianificazione, a fine aprile è nato l'account". Il resto è storia nota, in due mesi e poco più gli Uffizi sono già il secondo museo più seguito su TikTok dietro al Prado di Madrid.
Non lavora da sola, è la capofila del progetto ma può contare su un team di sette-otto persone (tra cui anche il direttore) sempre attivo e con la mente rivolta all'intrattenimento e alla divulgazione. Gli Uffizi sono molto attenti alla gestione dei social, non è un caso se anche su Instagram stanno macinando numeri importantissimi - stiamo pur parlando di uno dei musei più noti al mondo - sebbene lo facciano in un modo unico: sulle varie piattaforme viene utilizzato un tono ironico, si fa ampio riferimento ai meme correnti, ma non ci si dimentica dell'aspetto educativo e del messaggio.
"Siamo partiti con TikTok in pieno lockdown e abbiamo subito cercato di esorcizzare le paure nate durante la quarantena. In un momento di forte pressione, serviva leggerezza per mandare messaggi positivi e creare un legame col pubblico. Volevamo un linguaggio leggero e giovane che non puntasse a insegnare, ma a dare stimoli. In alcuni contesti si deve suscitare curiosità" commenta Forgione.
Ancora la giovane di Fontanella: "Abbiamo cercato di capire come funzionava tra musiche e challenge e di dare una nostra impostazione alla faccenda. L'obiettivo era imporsi con una propria identità in una comunità, utilizzando però un linguaggio che quella comunità parla".
Che pubblico segue gli Uffizi su TikTok? "Abbiamo una fascia di età di follower che va dai 12 ai 25 anni principalmente, ma non è escluso che in futuro cambi. Circa il 70% degli account che ci seguono appartengono a donne. Non arrivano solo dall'Italia, ma da tutto il mondo. Nell'ultima live abbiamo avuto circa 60mila visualizzazioni di media, in tanti si sono complimentati e dall'estero ci hanno chiesto di farla anche in inglese".
C'è un'alta richiesta di cultura soprattutto dai più giovani, checché se ne dica in giro, lo abbiamo visto in altri ambiti come enologia o letteratura, gli Uffizi e l'arte non sono da meno. L'arte non è affatto noiosa e TikTok non è per niente quello strumento che in molti demonizzano perché 'la gente ci balla e ci canta', come dicono alcune malelingue. Lo dimostra il lavoro di Ilde Forgione: "Il pubblico ormai sta su questi canali, non possiamo non esserci. C'è un pregiudizio nei confronti dei social, non sono un giocattolo ma l'ultima frontiera della comunicazione. Sono una cosa seria, non solo per gli Uffizi. Non è pensabile che una informazione possa non passare da Facebook, Instagram e altri".
Ogni post è studiato, basti pensare al Nano Morgante o alla Madonna del Tondo Doni che fa esercizio fisico: "In quel caso Michelangelo ha fatto una sorta di pittura-scultura, evidenziando i muscoli della Madonna. Noi ci abbiamo giocato un po'". Niente è lasciato al caso, nemmeno una delle ultime pubblicazioni in cui si fa riferimento al Pride.
C'è bisogno di arte e di elevare la cultura, si diceva: "Non per niente TikTok ha lanciato la settimana dei musei e l'hashtag #ImparaConTikTok. Quel social lì, contrariamente a quanto dicono i detrattori, ha una richiesta di cultura alta, va solo declinata secondo il gusto del pubblico".
I numeri sono buoni, l'esordio ha fatto faville, con gli Uffizi su TikTok si ride e si impara con un linguaggio fresco e innovativo. Un museo con opere di secoli fa è una delle istituzioni più proiettate nel futuro, anche grazie a Ilde Forgione e al suo gruppo di lavoro. Un progetto così è replicabile nel resto della pubblica amministrazione? "Ci sto lavorando...".
Gianmarco Lotti
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