Inseguire una donna per pubblicare le sue foto in un inconsapevole e parziale déshabillé sui social ed esporla al pubblico ludibrio. È successo a Firenze, anno 2020. Un uomo ha notato che il vento lasciava svolazzare la gonna di una donna che correva in bici. L'uomo ha pensato 'bene' di inseguire la donna, ignara di essere fotografata, per testimoniare quanto stava accadendo come se fosse un paparazzo. Ha pubblicato le foto attraverso il suo profilo, con nome e cognome, e ha risposto ai moltissimi commenti che le foto hanno scatenato. La gran parte dei quali sessisti e imbarazzanti.
È la stortura dei social che lascia credere a molti di essere reporter d'assalto, o fotografi professionisti. Solo che l'utente comune non deve rispettare né la deontologia dei primi, né l'etica dei secondi. E come in questo caso, si rischia di violare la privacy di privati cittadini.
A parlarne, è Francesco Ciai, presidente della Fondazione Claudio Ciai Onlus, che ha lo scopo di coadiuvare il sostentamento e il recupero di persone che hanno subito incidenti stradali o sul lavoro riportando gravi lesioni cerebrali e/o disabilità permanenti.
Con un post-denuncia su Facebook, Francesco Ciai scrive: "Questo che vedete è successo a Firenze, nelle strade del mio quartiere. Il fotografo, si è sentito così figo da firmare anche ogni singola foto prima di metterla in rete e il post è stato poi condiviso dai suoi seguaci nei vari gruppi pubblici di quartiere, senza che nessuno abbia obiettato... anzi!
Se un post del genere, Marco, l’avesse pubblicato negli Stati Uniti sarebbe stato messo alla gogna mediatica e non avrebbe più lavorato un giorno in vita sua in quel settore.
In Italia invece il suo post avrà sicuramente più condivisioni rispetto a questo di protesta. Perché in fin dei conti lui è un “ragazzone mai cresciuto” e io l’attivista rompiscatole di turno.
In Italia Marco è un “ganzo”, che viene applaudito per la sua virilità e per la sua prontezza nell’immortalare il momento in cui arriva una folata di vento, e, cosa peggiore, continuerà imperterrito a farlo, perché nella sua testa questo è quello che fa un “vero maschio”.
La vittima in questione, di cui ho avuto il buon senso di censurare le immagini, potreste essere voi se siete donne, o potrebbe essere la vostra compagna, vostra madre, vostra sorella, vostra figlia...
Anche in tal caso trovereste gli scatti divertenti e applaudireste il Marco di turno?
Questa non è l’Italia che vogliamo.
Fermate questo modo di pensare. È sbagliato! La violenza non è solo aggressione, può anche essere un atteggiamento.
Non ridete su queste cose.
Non state in silenzio.
Segnalate questi comportamenti a chi di competenza.
Non mi stupisco dei commenti di una manica di uomini da quattro soldi.
Mi stupisco solo che nessuna donna si sia incazzata".
Chiarastella Foschini
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