Firenze celebra la scrittrice cosmopolita Violet Trefusis

Firenze rende omaggio a Violet Trefusis, scrittrice, intellettuale cosmopolita e mecenate inglese che ha vissuto a Villa dell’Ombrellino e ha contribuito a fare della nostra città il passaggio obbligato delle personalità culturali, artistiche e politiche del mondo.
Questa mattina si è svolta la cerimonia di intitolazione del Belvedere che porta il suo nome a Bellosguardo, proprio sul retro di Villa dell’Ombrellino.

Taglio del nastro con la vicesindaca Cristina Giachi e la scrittrice, sceneggiatrice e regista Tiziana Masucci.
“Questa intitolazione celebra una donna cosmopolita che ha animato la vita di Firenze – ha sottolineato la vicesindaca Giachi – Violet Trufusis ha saputo interpretare lo spirito della nostra città e promuoverla nel mondo, intrecciando relazioni importanti che hanno disegnato il nostro profilo intellettuale”.
“Quella di oggi è la prima intitolazione che facciamo da quando è mancato il cerimoniere del Comune Luca Paladri – ha aggiunto – ero molto affezionata a lui: era una figura discreta con una dedizione al lavoro difficile da replicare, un esempio per tanti giovani che si sono avviati alla professione del cerimoniale. Ha onorato la sua funzione in un modo esemplare per tutti noi”.

Biografia di Violet Trefusis (fonte: https://www.violettrefusis.com/biografia/):

Scrittrice, intellettuale cosmopolita, mecenate, una figura di spicco tra les grandes animatrices de Paris e del gratin europeo, Violet Keppel (in seguito Trefusis) nasce a Londra il 6 giugno 1894, è la primogenita di Alice Frederica Edmonstone (dei baroni di Duntreath) e del Colonnello George Keppel. Fin da piccola mostra una precoce vivacità intellettuale e un proverbiale quick eye. L’ambiente raffinato ed elegante della sua infanzia edoardiana le permette di creare uno stile personale di beau ideal. Le piace leggere e collezionare libri antichi, è incuriosita dal cinematografo e, soprattutto, si definisce una “collezionista di paesi”. Questa sete di conoscenza, il piacere di viaggiare la educano ad una apertura degli orizzonti respingendo le chiusure à la anglaise e qualsiasi forma di provincialismo. Nel 1905 arriva per la prima volta a Parigi, ed è la rivelazione. Con ardore profetico dichiara: ”Da grande vivrò a Parigi, e scriverò libri in francese!” Dopo tre anni visita Firenze e ha subito le idee chiare: “A Firenze ho capito quanto l’Italia, come la Francia, sarebbe stata per me necessaria, anche se per motivi diversi.”

Negli anni che precedono la Prima Guerra Mondiale Miss Violet Keppel si fa notare per intelligenza, fascino e per essere avant-garde e cosmopolita rispetto alle altre famous society women di Londra. Nonostante faccia parte della High Society inglese non ne condivide l’ipocrisia e le convenzioni claustrofobiche. Rifugge da una esistenza ripiegata su se stessa. Lei, che è uno spirito libero e ha il coraggio di lottare per quello in cui crede, lascia il paese del “decoro impomatato”. Non è una sconfitta, bensì una rinascita. Madame Violette Tréfusis vive a Parigi dal 1923, frequenta la Sorbonne, parla un francese perfetto e la sua casa al 59 di Rue du Ranelagh pulsa di giovani brillanti intellettuali. Stringe amicizia con P. Valéry, Colette, Cocteau, Anne de Noailles, Louise de Vilmorin, F. Poulenc, Les Six, Misia Sert, Arthur Rubinstein; dal 1933 le si aprono le porte dell’hôtel particulier di Marie-Laure de Noailles, dove si confronta anche con artisti quali Dalì, Picasso, Mondrian, Balthus, Jean Hugo. L’Arte, come la Musica, è uno degli skills di Violet che nel 1911 aveva frequentato la Scuola d’Arte a Monaco di Baviera, e dal 1916 la Slade School of Fine Art a Londra. Nel maggio 1927, su suggerimento di Marcel Proust, acquista la proprietà di Saint Loup de Naud a pochi chilometri da Provins, ne disegna gli arredi e la trasforma nel punto di riferimento di scrittori, politici (P. Reynaud, C. de Gaulle, G. Palewski, F. Mitterrand), aristocratici, musicisti, stilisti (C. Dior, E. Schiaparelli e P. Balmain, i più assidui), attori, pittori, filosofi come Gabriel Marcel e storici come J. Chastenet e Georges Lefebvre.
Nel 1929 con Sortie de Secours, delizioso e impegnativo romanzo d’esordio, fa il suo debutto ufficiale nel mondo letterario, sebbene già nel 1918 avesse composto varie poesie di cui una pubblicata su Country Life, e nel 1919 avesse scritto Battledore and Shuttlecock andato, in parte, perduto.

Ma è nel 1931 con Écho, finalista in quell’anno del Prix Femina, che Madame Tréfusis “s’avance armée d’ironie parisienne” e si consolida come “vrai romancier” nel gratin letterario. Questo romanzo, breve ambientato in Scozia, sfida il lettore a trovare una propria strada, avvertendolo che quello che lei stessa non dice è importante almeno quanto quello che dice. Quei silenzi, che indicano sensazioni che non possono essere spiegate ma solo percepite, sono una caratteristica anche di Tandem, uno dei suoi migliori romanzi. In occasione dell’uscita di Tandem, Violet decide di affittare il primo piano della Tour Eiffel per organizzare una festa a tema ambientata nella epoca dell’inaugurazione della torre, e del suo libro. Tout Paris si ritrova vestita secondo la moda fin de siècle. Violet, che ha la capacità di anticipare le mode, intuisce che quei vestiti fasciati saranno oggetto di revival. Nel 1934 arriva nelle librerie in Francia Broderie Anglaise, un prezioso gioiello letterario che potrebbe facilmente gettare delle ombre sull’originalità di una Virginia Woolf. Con il successivo, Hunt the slipper, scritto in inglese, la critica letteraria del 1937 è unanime nel sostenere che Violet Trefusis sia l’unica scrittrice contemporanea a scrivere libri sia in francese che in inglese. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, lavora per la Croce Rossa francese e prende parte alla Missione Tricolore per il Generale Charles de Gaulle. Durante la occupazione tedesca, la Nouvelle Revue Française pubblica Les Causes Perdues – che verrà ripubblicato nel 1950 da Gallimard – mentre a Londra dove è stata costretta a scappare, collabora con Horizon di Cyril Connolly, e con Radio Londra ne Les Français parlent aux français. Parte di quelle letture sono raccolte in Prelude to Misadventure. Dopo cinque anni di esilio forzato, non vede l’ora di rientrare a Parigi e dichiara: “Amo tre cose al mondo: Dio, mia madre e la Francia”.

Nel 1947 torna a Firenze a Villa dell’Ombrellino dove la madre ha voluto ritirarsi. Alla vista di Ponte Santa Trinita distrutto dai nazisti, ha un moto di rabbia. Molti anni dopo, è anche grazie al suo contributo economico se la statua di Primavera di Piero Francavilla potrà nuovamente essere ammirata sul ponte in tutta la sua bellezza. Il suo omaggio letterario alla fiorentinità lo rende con I Papagalli sull’Arno (Pirates at Play) che scrive in inglese, lingua usata anche per una serie di racconti e tre pièces teatrali. Il 3 Aprile 1950 su proposta del Ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, riceve l’onorificenza di Chevalier de la Légion d’Honneur «en qualité de Femme de Lettres». Nel 1952 scrive Don’t look round la sua autobiografia con l’intento -come dichiara nella prefazione- di giocare con i suoi lettori. Il 10 maggio 1953 riceve un altro prestigioso riconoscimento francese, la Médaille d’Argent de la Ville de Paris. Il 4 febbraio 1960, il Presidente della Repubblica italiana, Gronchi, le conferisce l’alta onorificenza di Commendatore della Repubblica italiana: «per la sua attività di scrittrice e per l’attaccamento dimostrato al nostro Paese». Nel corso degli anni ‘60, la sua produzione letteraria consta soprattutto di poesie, aforismi, cronache di viaggio, articoli e conferenze.

Nel 1966 sostiene il rinnovo del gemellaggio tra Firenze ed Edimburgo. Nel post alluvione si adopera con appelli internazionali e aiuti economici, sostenendo il sindaco Piero Bargellini. Nel 1968 termina il suo ultimo romanzo The Hook in the Heart che resta inedito. Muore a Firenze nella sua Villa dell’Ombrellino, il 1 Marzo 1972. Parte delle ceneri riposano al Cimitero degli Allori; il cuore, secondo suo espresso desiderio, nel parco di Saint Loup de Naud. Violet Trefusis è stata anche una benefattrice in Francia come a Firenze. I suoi vestiti, capolavori preziosi di Haute Couture, sono dati in beneficenza alla Croce Rossa di Firenze e a San Vincenzo de’Paoli. Sei milioni di lire ai poveri di Firenze; un milione alla Chiesa inglese di Saint Mark in via maggio, e al Comune di Firenze una statua di fattura greca, Il Fauno.

Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa

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