A giugno crollate le chiamate per i taxi di Firenze

Manca il turismo e non c'è nemmeno Pitti. A giugno le chiamate ai taxi fiorentini sono crollate dell'87 per cento rispetto allo stesso periodo 2019. Un durissimo colpo per i mille tassisti fiorentini e le loro famiglie e per un intero settore che rischia di saltare se enti locali e governo non intervengono immediatamente. A lanciare l'allarme Claudio Giudici, presidente nazionale Uritaxi, uno dei sindacati più rappresentativi della categoria. «I tassisti – commenta – sono ancora in pieno lockdown. Questo è il quarto mese di inattività, con tanti colleghi che ancora non sono tornati a lavoro proprio perché il lavoro non c'è. Comune, Regione, Governo devono mettersi una mano sulla coscienza. Servono aiuti concreti al settore, il che significa finanziamenti a fondo perduto, e eliminazione delle tasse per il 2020, a partire dalla Cosap. Per la quale non basta certo un breve rinvio al 31 luglio, come quello deciso da Palazzo Vecchio». L'altra priorità è la lotta a risciò e caddy. «Li vediamo nel centro di Firenze, in particolare nella zona tra piazza Duomo e piazza Signoria. Ogni giorno – sottolinea Giudici – raccogliamo dai nostri colleghi le segnalazioni, con tanto di video e foto. Si tratta di soggetti che non hanno alcuna autorizzazione per poter operare e fare i tour facendo salire a bordo i turisti con i bagagli. Eppure continuano ad operare, in barba alla giurisprudenza del Consiglio di Stato». «In questa situazione, se c'è un disegno per fare saltare il settore del trasporto pubblico non di linea, per aprirlo ancora di più alle multinazionali americane o tedesche – afferma amaro Giudici – questa è sicuramente la strada giusta». Infine, una proposta: «Alla luce anche delle inchieste aperte sulla gara del trasporto pubblico locale nella regione Toscana, ribadiamo la disponibilità del settore a integrare come previsto dalla sua naturale funzione normativa il settore del tpl di linea».

Fonte: Ufficio stampa

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