Dal 25 giugno riaprono le porte ai visitatori il Museo Archeologico nazionale di Firenze e Villa Corsini a Castello.
Il Museo Archeologico nazionale di Firenze, il più grande museo archeologico d'Italia a nord di Roma, conserva un'importante raccolta di reperti etruschi provenienti dalla Toscana, dall'Umbria e dell’Alto Lazio e vanta la più grande e importante raccolta di arte egizia in Italia dopo quella del Museo Egizio di Torino. Uniche e di fama mondiale le opere d'arte greca e romana, alcune provenienti dalle collezioni dei Medici e dei Lorena. Le raccolte del Museo sono fra le più prestigiose del mondo: tra i vertici si segnalano il Vaso François del 570 a.C. circa capolavoro della ceramografia greca, uno dei più grandi crateri a volute attici a noi pervenuto, decorato con duecentosettanta figure mitologiche; le celebri sculture di bronzo della Chimera di Arezzo, mostro mitologico dal corpo multiforme con testa di leone, capra e coda di serpente (ca. 400 a.C.), l’Arringatore (150-100 a.C.), la Minerva di Arezzo (300-280 a.C.) e l’Idolino di Pesaro (ca. 30 a.C.). In questa prima fase saranno aperte la sezione topografica etrusca, la sezione delle sculture etrusche in bronzo e pietra, la sezione egizia e con ingressi contingentati anche il Monetiere una delle raccolte pubbliche di monete più grandi d'Italia con un tesoretto di splendidi fiorini d'oro 24 carati, le monete coniate da Firenze a partire dal 1252, che raffigurano su un lato il giglio (il fiore della città, da cui fiorino) e sull'altra il protettore S. Giovanni.
E proprio alla vigilia della riapertura il museo sarà tra i protagonisti di "San Giovanni x 3” un format che unisce per la prima volta Torino, Genova e Firenze nei festeggiamenti del santo patrono e sarà trasmesso in diretta tv su Rai Premium (canale 25 ddt) alle 21, in streaming su RaiPlay e sulla piattaforma digitale www.sangiovannix3.it
Villa Corsini a Castello come la Villa medicea della Petraia, fu in origine proprietà di Palla Strozzi che la cedette alla famiglia Rinieri nella prima metà del Quattrocento. I Rinieri commissionarono i primi lavori di modifica e di ampliamento del palazzo affidando il progetto del giardino a Niccolò Tribolo che lo trasformò in un giardino all’Italiana, come il vicino Giardino della Villa medicea di Castello, dotato di statue, giochi d’acqua e aiuole geometriche. Alla fine del Seicento, dopo vari passaggi di proprietà, la Villa fu acquistata dalla Famiglia Corsini, da cui deriva il nome.
Oggi la villa ospita una pregevolissima raccolta di sculture etrusche e romane, statue e iscrizioni, provenienti in prevalenza dalle collezioni medicee e lorenesi del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, tra cui la statua in porfido dell’imperatore Adriano, unica nel suo genere, e quella della Peplophoros da palazzo Cepparello, splendida replica d’età romana da un originale greco del V sec. a.C. L’esposizione completa e integra la visita al Museo Archeologico Nazionale di Firenze del quale rappresenta il deposito musealizzato, una vera e propria sezione distaccata della scultura antica.
Già aperta al pubblico da martedì 23 giugno l’Area archeologica della antica città di Cosa, sul promontorio di Ansedonia, che si estende in un parco di circa 14 ettari di notevole valore paesaggistico, ambientale e turistico, all’interno del perimetro murario della colonia latina, fondata nel 273 a.C. per tenere sotto controllo un territorio appena sottratto agli Etruschi. Nelle mura, lunghe 1500 m e rinforzate da diciotto torri, si aprivano tre porte; quella di nord-ovest ancora oggi costituisce l’ingresso al sito, mentre quella di nord-est è la meglio conservata. All’interno della città, oltre alle abitazioni private, sono ben riconoscibili l’area del foro e quella dell’arce. Sul foro, cui si accedeva da un arco a tre fornici di cui si conserva il basamento, si affacciavano gli edifici commerciali, la basilica ed il complesso della curia-comizio. L’acropoli o arce, invece, protetta da una sua propria cinta muraria, ospitava il principale luogo di culto della città, il Capitolium.
Il Museo Archeologico Nazionale di Cosa è costruito al di sopra le mura perimetrali di una abitazione privata di epoca romana. All’interno oggi si possono ammirare le decorazioni fittili provenienti dai templi dell’arce, reperti ceramici, vetri e oggetti in metallo e in avorio provenienti dalle abitazioni, dal porto e dalla necropoli della città antica.
In provincia Grosseto, già aperti da martedì 23 giugno, il Museo archeologico nazionale e l’area archeologica dell’Antica Città di Cosa sul promontorio di Ansedonia.
Nuovi prestigiosi luoghi, tra i più importanti d’Italia, si aggiungono al piano di riapertura graduale dei 49 musei e luoghi della cultura della Direzione regionale musei della Toscana, che procede nel rispetto di tutte le norme di sicurezza previste per i visitatori, il personale, gli ambienti e le opere, in linea con le indicazioni del Comitato tecnico scientifico nazionale e della Direzione Generale Musei del Mibact.
Fonte: Opera Laboratori Fiorentini - Ufficio Stampa
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