La Guardia di Finanza di Prato ha celebrato oggi il 246° anniversario della fondazione del Corpo nel corso di una breve cerimonia tenutasi presso la Caserma di piazza Mercatale, alla presenza del Prefetto Lucia VOLPE.
L’evento - presieduto dal Comandante Provinciale, Col. Massimo LICCIARDELLO - si è svolto in forma ridotta a causa dei contingenti obblighi di distanziamento, con lo schieramento di una rappresentanza degli uomini in forza al Comando Provinciale, al Nucleo PEF ed al Gruppo di Prato nonché di alcuni componenti della locale Sezione dell’Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia.
Il Prefetto ha consegnato alcune delle ricompense di carattere morale concesse ai Finanzieri pratesi protagonisti di recenti importanti operazioni di servizio.
L’occasione è stata propizia per fare il punto sui risultati complessivamente conseguiti, nel 2019 e nei primi mesi dell’anno, nei distinti comparti operativi
LOTTA ALL’EVASIONE, ALL’ELUSIONE E ALLE FRODI FISCALI
La Guardia di Finanza di Prato, in linea con le direttive impartite dai Vertici del Corpo, ha concentrato la propria attenzione su fenomeni di particolare gravità, tra i quali le frodi carosello, le indebite compensazioni e gli illeciti doganali, senza con ciò tralasciare - considerate le peculiarità del territorio - il contrasto della diffusa illegalità che contraddistingue parte del distretto del tessile, cui è destinata una significativa percentuale delle risorse operative.
Nel periodo in esame i Finanzieri hanno eseguito 520 interventi, constatando circa 154 milioni di euro di base imponibile sottratta ad imposizione ed un’evasione di 53 milioni di IVA.
51 i soggetti denunciati per reati fiscali, commessi attraverso l’omessa o la falsa dichiarazione di ricchezza occultata al fisco o l’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Scoperti 44 evasori totali, completamente sconosciuti al fisco, ed individuati 36 datori di lavoro i quali hanno fatto illecitamente ricorso, complessivamente, a ben 193 lavoratori in nero o irregolari.
Tra le numerose attività di servizio realizzate nello specifico comparto, meritano una particolare menzione:
L’operazione “Gagaro” scaturita da una verifica fiscale eseguita nei confronti di una società pratese operante nel settore del commercio di materie plastiche sprovvista di qualsiasi struttura imprenditoriale e ciononostante con un volume d’affari di 20 milioni di Euro. Lo sviluppo delle approfondite indagini ha consentito di individuare e scardinare un’associazione a delinquere dedita da anni alla realizzazione di reiterate “frodi carosello” nello specifico settore commerciale. 24 le società coinvolte in un giro di fatture per operazioni inesistenti, emesse ed utilizzate, superiore a 200 milioni di Euro, con un’IVA evasa di circa 40 milioni di Euro ed omessi versamenti di imposta per oltre 20 milioni di Euro. 17 responsabili sono stati sottoposti a misure cautelari personali disposte dal Tribunale di Prato;
Un’indagine di polizia tributaria che ha consentito di far emergere una mega evasione nel settore del commercio di autovetture, realizzata attraverso due società con sede a Prato. I Finanzieri hanno accertato un giro di fatture per operazioni inesistenti per un totale di 108 milioni di Euro, con un’evasione all’IVA di circa 24 milioni di Euro; sei responsabili deferiti all’Autorità Giudiziaria.
CONTRASTO AGLI ILLECITI NEL SETTORE DELLA TUTELA DELLA SPESA PUBBLICA
Tra i servizi di maggior rilevanza nello specifico comparto va menzionata l’indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Prato che ha consentito di individuare e denunziare 25 assegnatari di case popolari i quali, attraverso autocertificazioni infedeli presentate all’EPP (ente che gestisce il patrimonio residenziale pubblico), avrebbero mantenuto indebitamente le proprie assegnazioni.
Sono stati inoltre effettuati 57 interventi tesi ad accertare l’eventuale illecito utilizzo di indebite prestazioni sociali agevolate e di attestazioni di esenzioni dal pagamento di ticket sanitari. 24 le situazioni irregolari accertate.
CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ECONOMICO-FINANZIARIA ANCHE ORGANIZZATA
Nello specifico settore operativo vanno annoverate alcune importanti attività di servizio ed in modo particolare l’operazione di polizia giudiziaria denominata “Golden Wood”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, che ha consentito di sgominare un’associazione a delinquere operante prevalentemente a Prato e nel palermitano, composta quasi interamente da soggetti di origine siciliana. Il sodalizio, attraverso la gestione - diretta o indiretta - di 33 imprese operanti nel settore del commercio di pallets, ha riciclato, ostacolando l’identificazione della provenienza delittuosa, oltre 40 milioni di Euro costituenti il provento degli affari criminali di una potente cosca mafiosa di Palermo nonché il ricavato di un giro di fatturazioni per operazioni inesistenti dell’importo complessivo di circa 50 milioni di Euro. Le indagini si sono concluse con l’esecuzione di 12 misure di custodia cautelare e con la denunzia di ulteriori 48 soggetti, responsabili - a vario titolo - dei reati di associazione per delinquere, con l’aggravante dell’aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, riciclaggio, autoriciclaggio, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, intestazione fittizia di beni, contraffazione di documenti di identità e sostituzione di persona. Nel corso dell’operazione sono stati sottoposti a sequestro, tra l’altro, 15 imprese, 88 conti correnti, oltre 410 mila Euro in contanti nonché una pistola con 41 proiettili illegalmente detenuti.
Vale inoltre la pena di rammentare l’operazione “Falsi Poveri”, sebbene risalente al 2018 allorché si era proceduto - in esecuzione di una misura di prevenzione patrimoniale emessa dal Tribunale di Prato - al sequestro di beni, per un valore di 2,5 milioni di Euro, nei confronti dei componenti di una nota famiglia di origine “rom” stanziata a Prato. In effetti, solo nel 2019, a seguito di un travagliato iter giudiziario, si è infine pervenuti alla confisca definitiva dei predetti beni, per l’evidente sproporzione tra il patrimonio accumulato ed i redditi dichiarati dai proprietari, considerati soggetti socialmente pericolosi.
Nel corso di un’ulteriore indagine, i Finanzieri pratesi hanno sottoposto ad arresto, per i reati di truffa pluriaggravata e falso. una commercialista di Viareggio colta in flagranza nell’atto di ricevere una prima tranche di denaro (52.500 Euro in assegni bancari) da due imprenditrici cinesi alle quali, tramite documenti artefatti, aveva fatto credere di potersi avvalere di “conciliazioni” con l’erario in realtà inesistenti.
Nel comparto dell’antiriciclaggio, sono state contestate violazioni amministrative valutarie per circa 750.000 euro, frutto dell’analisi e dello sviluppo di flussi finanziari oggetto di 269 segnalazioni di operazioni sospette pervenute dagli intermediari finanziari.
Sempre nello stesso settore sono stati effettuati 4 controlli antiriciclaggio nei confronti di intermediari finanziari che operano nel trasferimento di denaro verso l’estero nonché 7 controlli nei confronti dei c.d. “money transfer”.
Va sottolineato l’esito di un’ulteriore ispezione antiriciclaggio eseguita nei confronti di un “money transfer” ubicato a Prato i cui titolari, due coniugi, hanno raccolto e trasferito in Sud America consistenti somme di denaro senza ottemperare in modo corretto all’obbligo di identificazione della clientela, così da eludere i limiti imposti per legge che prevedono - per ogni persona - un importo massimo inferiore a mille euro ogni sette giorni. I Finanzieri hanno provveduto a sentire in atti numerosi clienti: alcun di essi hanno disconosciuto trasferimenti di denaro registrati a loro nome, taluni hanno invece riconosciuto come proprie operazioni fittiziamente intestate ad altri (tra i quali figura una persona defunta). È emerso peraltro che le somme illecitamente trattate dal pubblico esercizio provenivano prevalentemente da attività di prostituzione svolta da cittadini brasiliani nel circondario pratese e fiorentino. I due coniugi sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica in ordine al mancato rispetto degli obblighi che impongono l’adeguata verifica della clientela.
CONTROLLO DEL TERRITORIO
In tale ambito, si è rivelato fondamentale il contributo fornito dalle pattuglie dei “Baschi Verdi” in forza al Comando Provinciale di Prato, particolarmente attive nella tutela del mercato dei beni e servizi, dei marchi e del “made in Italy”.
Sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 61 responsabili, ai quali sono stati sequestrati, per contraffazione, circa 180.000 articoli, 287 mila metri di tessuto nonché minuteria e bigiotteria per un valore di poco inferiore ai 2 milioni di Euro.
Effettuati 36 interventi indirizzati al contrasto dell’uso di sostanze stupefacenti, conclusi con l’arresto di 5 soggetti, la denuncia a piede libero di ulteriori 5 individui e la segnalazione alla locale Prefettura di 30 assuntori.
Sempre nel corso del predetto dispositivo di controllo economico del territorio sono stati eseguiti 3 interventi che hanno consentito di rinvenire 4 tonnellate circa di scarti tessili di lavorazione, con la denuncia all’A.G. di 4 responsabili.
Circa 361 i chilogrammi di Tabacchi Lavorati Esteri di contrabbando intercettati e sequestrati; 8 i responsabili denunziati alla Procura della Repubblica.
Nel comparto dei giochi e delle scommesse sono stati eseguiti 23 interventi con l’identificazione di 66 soggetti, 16 dei quali denunciati per il reato di partecipazione al gioco d’azzardo, con il contestuale sequestro di 6 postazioni, tra personal computer e congegni meccanici. Elevate sanzioni amministrative per 30.000 Euro circa.
BILANCIO OPERATIVO NELLO STATO DI EMERGENZA DA COVID-19
Ha suscitato molto clamore, in questi ultimi giorni, l’importante operazione di polizia giudiziaria - convenzionalmente denominata “Giochessa” - delegata dalla Procura della Repubblica di Prato, in virtù della quale è stata scoperta un’illecita attività posta in essere da un’azienda del distretto e da altre due della provincia di Firenze, destinatarie di importanti commesse per la fornitura di mascherine chirurgiche da parte del Dipartimento della Protezione Civile e della Regione Toscana (tramite ESTAR). Le stesse si sono indebitamente avvalse dell’opera di subappaltatori occulti costituiti da imprese individuali di origine cinese del comprensorio, accomunate da analoghe criticità circa il modo di operare, quanto meno in termini di impiego di mano d’opera “a nero”, utilizzo di lavoratori clandestini, violazioni delle norme che regolano la sicurezza sui luoghi di lavoro ed altre irregolarità. Inoltre, sono emerse ulteriori gravi violazioni, tra le quali la mancata conformità di parte delle mascherine a quanto pattuito ed ai requisiti previsti per i dispositivi medici nonché la fornitura di altri analoghi articoli nonostante il parere non favorevole espresso in merito dall’Istituto Superiore di Sanità. I Finanzieri hanno proceduto al sequestro di oltre 10 milioni di mascherine, di 600 macchinari nonché dei conti correnti e dei beni riconducibili all’azienda pratese indagata ed ai suoi rappresentanti, fino alla concorrenza di 3.200.000 Euro circa. Inoltre, durante le perquisizioni eseguite, sono stati individuati - complessivamente - ben 92 cittadini, per lo più cinesi, risultati clandestinamente presenti sul territorio dello Stato. Sono stati sottoposti ad arresto anche 13 individui di nazionalità cinese, titolari di fatto o di diritto di imprese individuali, colti - perquisizione durante - nella flagranza del reato di impiego di manodopera clandestina, avendo ciascuno di essi alle proprie dipendenze più di tre lavoratori stranieri privi del permesso di soggiorno. Un ulteriore imprenditore occulto è stato sottoposto a misura di custodia cautelare.
Considerevole anche l’impegno profuso dai Finanzieri, al pari delle altre Forze di polizia, fin dai primi momenti dell’emergenza nei controlli su strada finalizzati a verificare il rispetto delle norme che hanno disciplinato il lockdown: 3.306 persone controllate, 20 delle quali denunziate all’A.G. e 117 sanzionate in via amministrativa.
Le Fiamme Gialle hanno inoltre effettuato, su esplicita richiesta della Prefettura, oltre mille controlli volti a verificare la legittimità delle comunicazioni o delle richieste inoltrate da parte delle aziende che, nella prima fase, hanno proseguito la propria attività nonostante il periodo di chiusura forzata.
Proseguono, nel frattempo, gli interventi presso aziende della provincia al fine di fine verificare il rispetto delle misure previste dal protocollo di regolamentazione per il contenimento del virus negli ambienti di lavoro. Sino ad oggi ne sono stati eseguiti 55, 4 dei quali con esito positivo.
Specifici controlli sono stati inoltre avviati al fine di contrastare manovre speculative nonché casi di concorrenza sleale. Tra i risultati conseguiti, la denunzia di un commerciante che è risultato aver applicato, sulla vendita di mascherine, un ricarico pari ad oltre il 1.000%.
È assolutamente necessario considerare che la Guardia di Finanza di Prato, quale presidio di legalità economico-finanziaria, opera nel territorio in perfetta sinergia con le Istituzioni locali, in primis la Prefettura, la Procura della Repubblica, le altre Forze di Polizia, gli Uffici finanziari così come con gli altri Enti, in un quadro di rapporti improntati ad assoluta lealtà, piena collaborazione e totale rispetto reciproco.
SOSTEGNO ALLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ
Gli appartenenti ai Reparti della Guardia di Finanza di Prato si considerano parte integrante della comunità locale ed avvertono con preoccupazione i disagi che, soprattutto in questo difficile momento storico, molti loro concittadini stanno vivendo soprattutto sotto il profilo economico.
Facendosi interprete di sentimenti particolarmente diffusi nelle due Caserme della città, il Comando Provinciale di Prato ha recentemente promosso un’iniziativa di solidarietà che ha consentito di raccogliere, tra i militari, fondi utilizzati per l’acquisto di diverse tonnellate di generi alimentari di prima necessità, mesi a disposizione della Caritas.
Pochi mesi or sono erano stati devoluti ai bisognosi, sempre tramite la Caritas, circa tremila capi di abbigliamento contraffatti sottratti al mercato illegale nel corso di alcune operazioni di polizia.
Fonte: Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Prato - Ufficio stampa
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