Il territorio è come un grande libro che occorre leggere, sfogliare, celebrare per conoscerne le antiche origini. Barberino Tavarnelle le riscopre e le valorizza in occasione della festa dedicata al nuovo patrono, l’inizio di un percorso di comunità che ritrova se stessa nella forza dell’unità. E’ San Pietro, il pescatore di Cafarnao chiamato originariamente Simone, al quale Gesù affida la missione di capo della Chiesa, il patrono che i cittadini di Barberino Tavarnelle si ritroveranno a festeggiare per la prima volta lunedì 29 giugno nel luogo di culto dedicato al santo. La pieve di San Pietro in Bossolo, madre di tutte le comunità cristiane del territorio, accoglierà il debutto della festa patronale dopo la riunificazione dei due comuni, avvenuta formalmente il 1 gennaio 2019. Al centro dell’evento la celebrazione della Messa Solenne a cura del parroco Don Franco Grossi, prevista alle ore 18.30.
La chiesa che simboleggia il luogo di accoglienza della prima comunità cristiana nel territorio di Barberino Tavarnelle, la cui presenza risale al V secolo, ispira la volontà, stabilita dell'Arcivescovo di Firenze, sua Eminenza Cardinale Giuseppe Betori, di designare il santo come patrono di Barberino Tavarnelle, frutto di una consultazione che ha coinvolto i sacerdoti che reggono le parrocchie del Vicariato foraneo di San Casciano, Montespertoli, Tavarnelle nel cui territorio è compreso il Comune di Barberino Tavarnelle.
“San Pietro dà nome alla più antica pieve del territorio comunale, edificata intorno all’anno Mille e denominata ‘in bossolo’ – spiega il parroco Don Franco Grossi - sull’origine di tale denominazione circolano due ipotesi: la presenza di una pianta che per secoli ha abitato all’interno della pieve e il riferimento al concetto di pagus romano, la circoscrizione territoriale rurale, al di fuori dei confini della città, che sta ad indicare un luogo di culto locale pagano divenuto poi cristiano”. “Che si tratti dell’area dove nacque la più antica comunità cristiana – sottolinea il sindaco David Baroncelli - è attestato dal ritrovamento di un’antica lapide iscritta, datata 4 dicembre 423 d.C., rinvenuta nel 1767 nel piazzale antistante la chiesa e andata perduta. E’ un’iscrizione funeraria cristiana dedicata alla moglie Alamanna, scomparsa all’età di 34 anni durante il consolato di Ascepliodoto e Mariniano, dal marito Flavio Faustiniano”. I patroni delle singole località continueranno ad essere celebrati liturgicamente come da tradizione.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino
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