Il mondo delle libere professioni diventa sempre più “rosa”, anche se il divario di genere nel numero complessivo dei professionisti resta elevato, ma soprattutto a causa di quello esistente tra le fasce d’età più elevate. E’ quanto emerge dal Report Confprofessioni 2020, che fa un quadro della situazione piuttosto articolato.
In Toscana la percentuale di donne nelle libere professioni risulta di poco superiore al 37%, mentre addirittura nell’area Centro le libere professioniste sono poco meno del 28% del totale.
La distribuzione per genere ed età mostra come per le due fasce di età 55-64 e 65+ il gap di genere sia superiore a quello riscontrato nelle fasce più giovani. Si osserva che per i più giovani la differenza di genere è pressoché nulla; nel Centro per la fascia 15-34 anni il gap è leggermente a favore delle donne. Mentre la fascia 65+ mostra una notevole differenza nella composizione e le libere professioniste non superano il 16%.
La maggior parte delle libere professioni richiede l’iscrizione a ordini o albi, per i quali è necessario il conseguimento della laurea. Per questo, quasi i due terzi dei liberi professionisti nel 2018 risultano in possesso di questo titolo. In questo caso si rileva un gap di genere a favore delle donne: le quote di professioniste laureate in Toscana raggiungono il 77%, contro il 61% dei colleghi maschi.
Ci sono poi nello specifico professioni che in questi ultimi anni hanno visto una crescita del numero degli scritti agli Ordini proprio grazie all’afflusso della componente femminile, come quella degli psicologi, delle professioni paramediche e educative, dei veterinari, degli avvocati, ma anche degli ingegneri e degli architetti dove la dinamica sarebbe stata negativa affidandosi alla sola componente maschile. Negli ultimi anni sono infatti le donne a trainare la crescita delle libere professioni, con una variazione positiva.
“Nel mondo delle professioni e nello specifico qui in Toscana riteniamo che il rispetto delle pari opportunità in questi ultimi anni si sia diffuso notevolmente, questo non significa che non bisogna adottare azioni volte a garantire che non ci siano discriminazioni di sorta. Anche per questo all’interno di Confprofessioni Toscana abbiamo da tempo creato un Comitato pari opportunità - spiega il presidente Ivo Liserani - il cui compito è quello di evitare le disuguaglianze e prevenire eventuali conflitti all’interno dell’ambiente di lavoro, anche attraverso l’organizzazione di momenti di incontro e di confronto sul tema. Questo vale anche per il riconoscimento professionale e per i compensi, dove ancora esistono purtroppo delle ingiustificabili differenze”.
Fonte: Confprofessioni
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