“Le richieste dei sindacati al Governo hanno ottenuto un primo risultato.
Grazie al decreto legge, annunciato dal Presidente del Consiglio Conte, che dovrebbe essere in dirittura di arrivo, si potranno utilizzare altre 4 settimane di cassa integrazione, agganciandole alle 14 già usufruite.
Un provvedimento che serve sicuramente a non lasciare periodi vuoti a fine mese giugno, ma ancora insufficiente.
Ora si può stare tranquilli fino a metà mese di Luglio, resta il problema del dopo.
Due gli aspetti da evidenziare fin da subito:
- il primo riguarda le aziende che non chiuderanno per ferie, ma che lavoreranno con personale ridotto. In questo caso, ci si domanda, con quali strumenti staranno a casa quei lavoratori, anche se dovessero ruotare;
- il secondo aspetto riguarda le aziende che chiuderanno perché ad Agosto non hanno domanda oppure hanno i fornitori chiusi.
Anche in questo caso, ci si domanda, con quali ammortizzatori verranno coperti i lavoratori, stante che molte aziende, non avendo lavorato nel periodo del blocco, potrebbero non avere i soldi per pagare le ferie ai loro dipendenti.
Ne consegue che serve un altro periodo di cassa per arrivare fino a fine anno così come serve il blocco dei licenziamenti per tutto il 2020.
Problemi ci sono anche sul blocco dei licenziamenti attualmente in vigore che non tiene di conto del periodo di comporto delle malattie con la conseguenza che si può perdere il posto di lavoro per aver superato i limiti dei giorni di malattia.
Secondo la Cgil ai giorni di malattia come da norme e da contratto di lavoro andrebbero aggiunti i 70/80 giorni di blocco di tutti gli ambulatori che hanno reso impossibile ogni tipo di esame diagnostico e di intervento, fatta eccezione di quelli salvavita”.
Lo dichiara Mirko Lami segretario Cgil Toscana con delega al mercato del Lavoro.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa
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