Il Garante per l’Infanzia e Adolescenza ha avviato un’istruttoria sulla vicenda di una ragazza toscana
L’Autorità Garante per l’Infanzia e per l’Adolescenza ha recepito e avviato un’istruttoria sull’istanza di segnalazione in relazione a fatti riguardanti vari abusi perpetrati ai danni di una minore contrari ai più elementari diritti umani. A causa del coronavirus le visite era state sospese arbitrariamente quattro mesi fa. Tuttavia, oggi, dopo l’attenuazione delle misure anti-contagio, non c’è ancora un calendario per la ripresa delle visite che dovrebbero essere garantite dai Servizi Sociali e dalla Comunità Terapeutica secondo la disposizione del Decreto del Tribunale dei Minorenni.
L’avvocato della famiglia Danilo Ferrante, ha posto all’attenzione del Garante anche l’affidamento in una comunità terapeutica privo di ogni riferimento temporale; sono tre anni e 4 mesi che la bambina si trova in comunità senza sapere quando potrà ritornare in famiglia. In tutto questo tempo c’è stata una insufficiente rendicontazione nei confronti dei genitori esercenti la responsabilità genitoriale per quello che riguarda il trattamento terapeutico, nessuna indicazione è stata fornita ai genitori su eventuali farmaci e nemmeno sul suo percorso educativo e comportamentale.
La collocazione della minore presso la Comunità Terapeutica è risultata da subito molto gravosa per la bambina e tutti i componenti della famiglia a causa del regime di visite: una sola volta al mese. Inoltre i genitori (monoreddito) hanno dovuto sopportare spese enormi in rapporto alle loro entrate e non hanno mai ricevuto nessun sostegno economico dai servizi sociali.
L’avvocato ha denunciato l’assenza di una verifica della sussistenza della necessità o opportunità dell’affidamento fuori famiglia, privando così la bambina del diritto fondamentale di vivere in seno alla propria famiglia di origine con i suoi genitori e i suoi fratelli.
La famiglia, tramite l’avvocato di fiducia, ha richiesto all’Autorità Garante di valutare se sia legittima o appropriata la prosecuzione della misura dell’affidamento sine die della minore e di verificare l’opportunità di procedere al reinserimento presso la propria famiglia, e soprattutto di consentire sin da ora le visite della minore a casa sua.
Inoltre, a fine maggio l 'Avvocato ha chiesto al Comune, ai Servizi sociali e alla Comunità le relazioni riguardanti la bambina ma non è stato comunicato nulla.
Come Comitato che si occupa da decenni, molto prima di Bibbiano, delle sottrazioni illecite di bambini alle famiglie in base a valutazioni e perizie di natura soggettiva derivanti dalle teorie pseudo-scientifiche di alcuni psichiatri, vigileremo su questa vicenda per assicurarci che siano garantiti i diritti fondamentali di questa ragazza e della sua famiglia.
Fonte: Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani
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