Toghe in piazza, a Firenze il flash mob degli avvocati

Il palazzo di giustizia di Firenze

“I Tribunali non ci consentono di lavorare, faremo valere in strada il diritto dei cittadini alla Giustizia”


Lunedì 15 giugno alle 11.00, davanti al Nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze, si riuniranno gli avvocati fiorentini in toga per manifestare il forte disagio dovuto alle restrizioni imposte al settore Giustizia, sostanzialmente ancora bloccata in seguito al lockdown del 9 marzo scorso. Disagio che ha di fatto bloccato il diritto dei cittadini di avere un’assistenza legale adeguata.

Il flash mob, organizzato dal gruppo "Toghe Fiorentine 2.0" è stato esteso a tutti gli avvocati del distretto fiorentino e ha già avuto numerose adesioni. Ideatori dell’iniziativa gli avvocati Francesca Bonagura, Tiziana Morgese, Antonio Ossi, Jacopo Pepi, Francesca Proietti Placidi, Andrea Quercioli e Amelia Vetrone.

“Il gruppo "Toghe Fiorentine 2.0" si è costituito per farsi portavoce del malcontento diffuso tra gli avvocati ed i professionisti del diritto, che si trovano quotidianamente a confrontarsi con mille difficoltà di ogni genere, che rallentano o addirittura paralizzano il sistema giudiziario. – spiegano gli ideatori del flash mob - Le misure adottate all'indomani dell'emergenza Covid-19 non sono più sostenibili né compatibili con il normale svolgimento della professione forense e per tale motivo l'avvocatura chiede di poter svolgere il proprio lavoro nel rispetto delle regole, ma senza mortificazione della funzione e del ruolo che rappresenta, a tutela dei diritti dei cittadini.”

“Il settore Giustizia, a differenza di altri, non è affatto ripartito con la c.d. "fase 2" e i numerosi appelli da parte del ceto forense sono ad oggi rimasti inascoltati. – continuano gli organizzatori - Si deve ripartire e si deve essere messi nelle condizioni di poter operare e lavorare nel luogo che più rappresenta gli avvocati, il Tribunale, senza orari di cancelleria ridotti al minimo, senza necessità di dover entrare nelle cancellerie solo su appuntamento, senza dover dire ai propri assistiti, come spesso accade: è stato rinviato tutto all'anno prossimo.”

Fonte: Ufficio Stampa

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