Il vino non si ferma, in tempo di Covid. Anzi si mesce e rinasce. Come il nono vino che i produttori di Lamole hanno generato nel rispetto di un rito che vuole essere un brindisi di fiducia nel futuro e un messaggio di speranza per l’annata non facile ed una rapida ripresa dell’economia chiantigiana nel mercato internazionale. I Profumi di Lamole si sono diffusi idealmente nel tradizionale appuntamento che ogni anno vede nell’antico borgo prendere vita una delle manifestazioni enologiche più importanti della Toscana. Al posto degli stand che, per ovvie ragioni, non hanno potuto mostrare, saggiare e vendere le eccellenze vitivinicole del territorio si sono presentati gli otto produttori che, insieme al sindaco Paolo Sottani, hanno dato continuità al battesimo che profuma d’uva. Pur non potendosi svolgere la rassegna, giunta quest’anno alla diciannovesima edizione, la comunità di Lamole ha assistito al perpetuarsi di una tradizione locale: la nascita del nono vino, in auge da dodici anni. La tipicità legata al territorio di produzione chiamata Profumi di Lamole dà appuntamento al primo fine settimana di giugno del 2021. E’ quanto ha annunciato il sindaco nell’intervento di saluto che ha inaugurato l’iniziativa.
“La presenza nel borgo dei Profumi di Lamole, allestita in una formula necessariamente diversa quest’anno, è stata comunque importante - ha rimarcato il primo cittadino - abbiamo ricordato la manifestazione e il valore culturale e promozionale che essa assume per il territorio. La vitalità dei nostri produttori è la migliore iniezione di fiducia di cui abbiamo bisogno in questo momento per andare avanti, è l’identità che ci permette di immaginare il futuro e proiettarci nel 2021 quando torneremo a festeggiare le eccellenze vitivinicole di Lamole. Non ci siamo fatti mancare il rituale del nono vino, la fusione simbolica di energie e risorse del tessuto economico, il vino che nasce dalla combinazione di più prodotti, dalla sinergia della rete imprenditoriale e dalla comunanza di intenti. Mai come in questa occasione è necessario mettere in pratica l’antico detto: l’unione fa la forza”.
Fonte: Ufficio Stampa Associato del Chianti Fiorentino
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