L'Università lascia Empoli, disappunto e delusione degli studenti

La comunità degli studenti dei Corsi della Scuola di Architettura con sede a Empoli (CDL triennale in Pianificazione della Città del Territorio e del Paesaggio e CDL magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio), ha appreso con amarezza dalla stampa dello ‘sfratto’ dalla sede empolese dei Corsi di laurea, decisa dall’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa. Gli studenti e laureati rispondono, attraverso una lettera all’Ente, mettendo in evidenza disappunto e delusione.

Gentile Presidente dell’Unione dei comuni Empolese Valdelsa,

Gentili Sindaci,

Gentili Assessori,

Gentili Consiglieri,

p.c. al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi,

p.c. all’Assessore alla Cultura Università e Ricerca Monica Barni,

p.c. al Capo di Gabinetto della Città Metropolitana di Firenze Giovanni Bettarini.

A nome degli studenti e dei laureati dei Corsi della Scuola di Architettura con sede a Empoli (CDL triennale in Pianificazione della Città del Territorio e del Paesaggio e CDL magistrale in Pianificazione e Progettazione della Città e del Territorio),

vogliamo esprimere il nostro completo disappunto e delusione per la decisione presa dal vostro Ente di chiudere, inaspettatamente, la sede dei nostri corsi di laurea. Disappunto che si manifesta sia per la sostanza, ma soprattutto per la forma con cui questa è avvenuta, senza tralasciare la motivazione, sulla quale nutriamo forti dubbi.

Innanzitutto troviamo inaccettabili le modalità con le quali la decisione è stata comunicata all'Istituzione Universitaria, che si è trovata ad apprendere la notizia dello ‘sfratto’ dai giornali, senza nessuna comunicazione e senza darci il giusto preavviso, né il tempo necessario ad organizzarci, oltretutto proprio durante un momento difficile e delicato come quello dell'emergenza sanitaria.

Non avete pensato al fatto che studenti e famiglie abbiano bisogno di riorganizzare il futuro e l’immediato presente, di cui ci troviamo improvvisamente e irresponsabilmente rapinati?

Evidentemente per voi la presenza della comunità studentesca sul vostro territorio è stata un fattore marginale. Per molti di noi Empoli è stato un investimento importante, ricambiato da un irresponsabile silenzio. Tuttavia, crediamo di aver contribuito, grazie ai sacrifici dei nostri genitori e alla nostra vitalità e vivacità, alla crescita economica e culturale del vostro territorio, che superficialmente ci volta le spalle senza nemmeno degnarci di una comunicazione ufficiale.

Poteva andare diversamente? Ma certo che sì.

Perché ad esempio non ci avete convocato in un’assemblea virtuale per comunicarci direttamente la decisione? Oppure più semplicemente, perché non ci avete inviato una lettera come ha fatto il nostro Rettore per rassicurarci sulla nuova sede? Che ancora peraltro non è stata decisa.

Consideriamo la rottura di un rapporto quasi ventennale tra Università e Enti locali priva di strategia e di visione al futuro (noi giovani siamo il futuro!). Proprio in un momento in cui la situazione nazionale ha fatto comprendere a tutta la popolazione che la ricerca scientifica pubblica (e non al servizio del mercato) è la sola strada efficace per assicurare un futuro migliore, scacciare l’Università dal vostro territorio è una decisione miope. Avete rinunciato a investire sulla conoscenza, adducendo come motivazione l’insostenibilità economica.

Lo scopo legislativo per il quale si dovrebbero unire dei comuni, in base alle Leggi che hanno istituito l’unione dei comuni, è di permette la creazione di economie di scala in grado di dimensionare i servizi offerti ai cittadini. Pur con la consapevolezza della generale difficoltà nella quale l'inaspettata e imprevedibile emergenza sanitaria ha gettato il nostro paese e gli enti locali, su un bilancio dell’associazione di poco superiore a 38 milioni di euro (DUP 2016-2019), la spesa sostenuta per la sede universitaria – e concordata con l’Università di Firenze che partecipa alla spesa complessiva – è di 90 mila euro.

Non possiamo sinceramente credere che undici comuni non riescano ad investire tutti assieme tale cifra. Se anche le spese fossero ripartire equamente (cosa che immaginiamo non sarebbe comunque accaduta) si tratterebbe di poco più di 8,000 euro a comune. Importo molto inferiore rispetto a quanto una famiglia abbia investito per mantenere un figlio fuorisede a Empoli all’università, alimentando peraltro l’economia locale con affitti, pasti, mezzi pubblici, cinema ecc.

Si tratta quindi di poca cosa per un’amministrazione pubblica, che seppur in un momento difficile come questo, sa bene che vedrà comunque arrivare a breve i sostegni economici governativi.

Pare quindi evidente che il problema essenziale non sia di natura economica ma il completo disinteresse ad ospitare sul proprio territorio i corsi di laurea che formano i futuri tecnici e la futura classe dirigente della pianificazione territoriale, accompagnate, forse, da altre e meno chiare motivazioni che si paleseranno con il tempo. Noi che studiamo pianificazione conosciamo bene le dinamiche di gentrificazione e non possiamo fare a meno di domandarci se l’averci sfrattato così velocemente possa essere legato al fatto che ospitare l’Università è un’attività meno redditizia di altre. Ma avere una sede universitaria in città, oltre ad un privilegio, è solo un costo o è anche un vantaggio? A nostro avviso entrambi: la rottura di un rapporto quasi ventennale tra Università e Enti locali che ha restituito al territorio un enorme patrimonio di conoscenze e progetti ai quali hanno lavorato molti studenti, laureandi, tirocinanti, ricercatori e i nostri docenti. Come ad esempio il progetto P.I.U. del comune di Empoli con il quale lo stesso comune si è aggiudicato un finanziamento regionale di 4,8 milioni di euro per il bando POR-FESR “rigenerazione e innovazione urbana in Toscana”.

Noi ci troviamo costretti ad andarcene, tra mille difficoltà: cambiare città, affitti, spese, in un momento di fragilità enorme per tutti noi. Lasciamo un territorio che avevamo scelto per crescere e far crescere, ma che, alla fine forse è meglio dimenticare, simbolo di una politica disattenta ai giovani e al loro futuro culturale e personale.

Ce ne dispiace, per la simpatia che nutriamo nei confronti della comunità di Empoli e della Valdelsa, perché il nostro percorso universitario continuerà anche lontano da questo territorio, e lo porteremo a termine, divenendo più ricchi di consapevolezza, mentre il circondario dell’Empolese Valdelsa senza di noi sarà sicuramente più povero di conoscenza.

Con grande amarezza.

In rappresentanza degli studenti e dei laureati dei Corsi di Laurea triennale e magistrale in pianificazione di Empoli Emanuele Valente Rappresentante del CdL Triennale in Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio

Ivan Bertelli, Fabio Iacometti Rappresentanti del CdL Magistrale in Pianificazione e progettazione della città e del territorio

 

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