In occasione del 30° anniversario della strage di Via Dei Gazzani a Siena il Presidente del Comitato Dalla Parte di Abele, Marco Cordone, ricorda la vicenda. "Non dimenticherò mai il sacrificio dei due giovani carabinieri Mario Forziero(28 anni) e Nicola Campanile(24 anni) e mi vengono spontanee alcune riflessioni sui temi della Giustizia".
"Il 1° giugno 2020 ricorre il 30° anniversario della strage di Via Dei Gazzani a Siena, per mano del criminale pluriomicida Sergio Cosimini, dove persero la vita i due giovani carabinieri Mario Forziero e Nicola Campanile, del Nucleo Radiomobile di Siena, mentre avevano fermato il pericolosissimo soggetto per dei controlli. Cosimini, qualche mese prima a Firenze, in Via Di Barbacane (26 dicembre 1989), aveva ucciso a colpi di pistola, senza alcun motivo, mio padre Antonio Cordone, noto personaggio dello Sport fiorentino, mentre passeggiava col proprio cane, rimanendo a piede libero perché le indagini non avevano portato a lui come autore del delitto. Il tragico fatto di Firenze, allora, passò alla Cronaca come 'Il giallo di Santo Stefano'. Il Cosimini, che venne catturato a Siena, grazie ad una perizia psichiatrica fu riconosciuto totalmente infermo di mente e per l'articolo 88 del Codice Penale, non imputabile perché affetto da Vizio totale di mente: evitò così il processo, la pena ed il carcere e riconosciuto comunque socialmente pericoloso, attraverso l'adozione di una misura di sicurezza detentiva, fù internato per 10 anni nell'OPG (Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino), da cui evase nel 1998, ed in altri OPG d'Italia, tra cui quello di Castiglione Delle Stiviere(MN). Con la recente chiusura degli OPG, sembra sia stato internato alla REMS (Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza), di Volterra, dove non è prevista la vigilanza armata a differenza degli OPG, e comunque non si hanno più notizie di lui perchè noi parenti delle vittime non possiamo avere informazioni e l'assassino seriale Cosimini, potrebbe anche essere stato rimesso in libertà.
Nel ricordare con commozione i carabinieri Mario Forziero e Nicola Campanile e accomunarli al ricordo di mio padre Antonio(sono tutti Abele del nostro tempo), mi chiedo e ci chiediamo se sia giusto che mentre noi parenti delle vittime, ricordiamo ogni anno con apposite cerimonie a Firenze e a Siena, i nostri cari congiunti, per non dimenticare, non si debba sapere dove oggi si trovi l'assassino dei nostri cari. Le Autorità competenti, ci dovrebbero dare una risposta. Tra l'altro, a suo tempo, avevo presentato una proposta di riforma dell'articolo 88 del Codice Penale sul 'Vizio totale di mente' ed evidenziato che in Italia, spesso nei processi, si verifica un uso strumentale delle perizie psichiatriche. Purtroppo questo sistema giurisdizionale, uccide due volte le vittime e schiaccia ogni giorno sotto un pesante fardello i parenti delle stesse".
Fonte: Comitato Dalla Parte di Abele
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