Un “inaccettabile dramma continuo”. Tre decessi in circostanze ancora tutte da chiarire, tre detenuti che in pochi giorni perdono la vita a Prato e Siena impongono una presa di posizione forte del Garante regionale Giuseppe Fanfani: “La Toscana è scossa da tre morti in carcere sulle quali ancora non vi sono notizie ufficiali. Al mio ufficio nulla è pervenuto ma da quanto è dato sapere sono tre i detenuti morti nelle nostre strutture penitenziarie”. “Ieri a Prato, dopo giorni di agonia, un giovane ventenne di nazionalità Turca che aveva tentato il suicidio domenica scorsa è morto. Pare soffrisse di problemi psichiatrici. Oggi – dichiara Fanfani - nel carcere di Prato è deceduto a seguito di un malore un giovane magrebino di 35 anni. Le cause sono ancora tutte da accertare. Sempre oggi si è tolto la vita nel carcere di Siena un giovane di nazionalità Italiana, trasferito da altro istituto, e posto in isolamento per motivi sanitari legati al Coronavirus”.
Il Garante regionale, pur nella difficoltà di avere notizie precise sulle vicende, e pur non avendo avuto alcuna comunicazione ufficiale, manifesta tutta la sua preoccupazione per il susseguirsi di episodi di tale gravità. “Queste situazioni – afferma - sono la conseguenza, difficilmente evitabile, di esasperazione psichica dovuta alle terribili e talvolta inumane condizioni in cui la detenzione carceraria viene eseguita. Il suicidio soprattutto si manifesta nelle persone psichicamente più fragili come appare fossero i giovani che si sono tolti la vita a Prato e Siena”. “Uno Stato moderno e civile non può assistere silente a situazioni come queste che mettono in discussione i principi di umanità che devono sempre presiedere alla detenzione carceraria” continua.
Il Garante si attiverà immediatamente per “conoscere la verità sulle morti di questi giorni” e ne farà “oggetto di attenta interlocuzione al fine di evitare che drammi di questo genere possano ripetersi”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa
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