Due coniugi che gestivano ditte calzaturiere a Empoli sono stati condannati a tre anni di reclusione, lo ha deciso il tribunale di Firenze. Le due persone, entrambe di origini cinesi, erano state arrestate nel novembre del 2019. I capi di imputazione erano bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e caporalato.
Gli operai, principalmente di origini africane, erano costretti a lavorare sette giorni su sette per dieci ore al giorno. La paga era di 400 euro al mese, circa un euro all'ora. Anche per questo motivo il tribunale ha disposto la confisca di beni per 1,7 milioni di euro.
Stando all'inchiesta i coniugi 'preferivano' operai africani perché "facilmente sfruttabili in quanto privi sia di alternative lavorative, sia delle risorse necessarie per denunciare un eventuale sfruttamento sul luogo di lavoro, oltre che meno consapevoli dei propri diritti sindacali rispetto a lavoratori provenienti da altre zone".
Il figlio della coppia è accusato degli stessi reati. Lo scorso novembre però è riuscito a scappare all'arresto, trovandosi in Cina. Latitante, è rinviato a giudizio. La prima udienza del processo è fissata per l'8 settembre.
Notizie correlate
Tutte le notizie di Empoli
<< Indietro