In Italia il sistema trasfusionale si basa sulla donazione anonima, non remunerata, periodica e volontaria da parte di oltre 1.600.000 donatori di sangue che contribuiscono giornalmente al
fabbisogno di tutte le strutture sanitarie per la cura degli ammalati e le necessità nell’emergenza.
In questo periodo si parla molto di plasma iperimmune (donato da persone colpite e guarite dal covid 19) ma noi non vogliamo riferirci a questo, bensì alla donazione normale del plasma come avviene da molti anni in Italia.
Ci teniamo a precisare questo in particolar modo poiché ultimamente si assiste ad informazioni non sempre veritiere che potrebbero far pensare ad un business sulla lavorazione del plasma e dare opportunità di ripensamenti anche ai nostri volontari che lo donano gratuitamente e con grande spirito di solidarietà.
Il sangue è composto da globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e plasma ed è un bene pubblico e come tale non diventa mai proprietà di privati od aziende farmaceutiche.
Il plasma prelevato attraverso un processo chiamato aferesi con l’utilizzo dei separatori cellulari viene raccolto in apposite sacche e congelato rapidamente affinchè possa essere conservato in modo sicuro.
Il plasma è utilizzato sia per trasfusioni, sia come materia prima per ottenere prodotti plasmaderivati. In quest’ultimo caso il plasma viene separato nei suoi vari componenti tramite un
processo chiamato frazionamento. Le proteine isolate vengono raffinate e trasformate per creare una serie di prodotti derivati dal plasma come i fattori della coagulazione, l’albumina e le
immunoglobuline.
Si tratta di farmaci che salvano vite umane e migliorano la qualità della vita di persone che soffrono di una serie di patologie come l’emofilia e i disturbi del sistema immunitario. Tutto questo processo è eseguito dalle aziende convenzionate in “conto lavorazione a costo stabilito da convenzioni” ed i prodotti ottenuti (emoderivati) vengono riassegnati alle Regioni
che li distribuisce nelle Aziende sanitarie.
Quindi il plasma donato gratuitamente dai donatori, ritorna come bene pubblico per essere usato nelle cure degli ammalati.
E’ giusto anche sottolineare come in Italia non ci sia ancora l’autosufficienza nella raccolta del plasma, anche se negli ultimi anni sono stati compiuti discreti progressi (nel 2018 sono stati
conferiti alle aziende che lavorano il plasma 840mila chilogrammi di plasma) e per il corrente anno è previsto un aumento di 20mila chilogrammi).
In Italia il plasma è sicuro poiché proviene da donatori periodici e non remunerati, princìpi basilari di tutte le associazioni di donatori di sangue che rappresentano anche la garanzia che in
Italia il sistema si mantenga etico e solidale e noi della FRATRES in ciò ci identifichiamo.
I farmaci plasmaderivati risorsa preziosa per il Paese sono e devono rimanere patrimonio pubblico.
Fonte: Gruppo Fratres Fucecchio - Ufficio stampa
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