Sono 7.359 le imprese della Città Metropolitana di Firenze (solo l’8% del totale di quelle esistenti) che hanno ottenuto i finanziamenti con garanzia statale per un totale di 296.680.844 euro. Di queste, 6.849 (il 7% del totale delle esistenti) hanno ricevuto il finanziamento fino a 25mila euro con garanzia al 100% per un totale di 142.583.730 euro e un importo finanziato medio di 20.818 euro (dato al 24 maggio).
“Va un po’ meglio rispetto a qualche settimana fa, ma si procede troppo a rilento – commenta Giacomo Cioni, presidente di CNA Firenze Metropolitana – Da un’indagine fatta sulla nostra base associativa (più di 8mila imprese) risulta che le domande accolte fino ai 25mila euro siano intorno al 20-25% delle presentate. Troppe stanno ancora attendendo. Paradossalmente l’indagine mostra come i tempi per la gestione delle pratiche degli interventi previsti dal decreto Liquidità siano inversamente proporzionali alla classe dimensionale delle imprese. Tempi più lunghi, dunque, quando l’impresa è più piccola”.
Quanto al tasso di efficienza degli strumenti messi a sostegno delle imprese, “nel complesso ha funzionato la moratoria sui prestiti, anche se il 25% delle domande presentate è ancora in lavorazione e il 30% del campione giudica eccessivi i tempi della procedura, ma per il resto la burocrazia e sistemi procedurali lentissimi ostacolano e limitano la liquidità delle imprese” prosegue Cioni.
Scarso interesse invece per la rinegoziazione del debito a causa soprattutto della complessità dell’operazione. Per il 40% del campione la documentazione richiesta dalle banche è eccessiva.
L’indagine mostra inoltre alcuni tratti della relazione tra banca e impresa. Difficoltà di approccio sono state riscontrate dal 34% delle imprese per le domande di nuovi finanziamenti, 22,5% per la moratoria e 38% per le operazioni di rinegoziazione. A causa delle restrizioni alla mobilità, il 60% delle pratiche per la moratoria è stato gestito online, il 56% per i nuovi finanziamenti mentre si scende al 37% per la rinegoziazione del debito che necessita di una relazione “più classica”.
Fonte: Cna - Ufficio stampa
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