Questo è un momento di grande tristezza per tutta l'Associazione Teatrale Pistoiese che si unisce al dolore della famiglia e al cordoglio del teatro italiano per la prematura scomparsa di Cristina Pezzoli, con la quale l'ATP ha condiviso un'importante stagione di fermento e creatività.
Cristina Pezzoli è scomparsa ieri, 22 maggio, a Pistoia, dove aveva vissuto per 18 anni dopo la direzione del teatro Manzoni. Era originaria di Vigevano.
Come ricorda Saverio Barsanti, quando nel 2002 Cristina arrivò a Pistoia per assumere la Direzione Artistica dell'ATP e del Teatro Manzoni, era in attività come regista da una decina di anni e aveva dato prova di notevole talento. Allieva del grande regista Massimo Castri, aveva ereditato da lui un grande rigore nel mettere in scena il testo scritto, non solo analizzando tutti gli aspetti del 'sottotesto', ma intraprendendo con gli attori un lavoro preziosissimo di scavo interiore alla ricerca della 'verità' dei personaggi rappresentati.
Con artisti del valore di Elisabetta Pozzi, Maddalena Crippa, Sergio Fantoni (che in qualche modo la 'lanciò' affidandole la regia delle sue ultime interpretazioni) e Isa Danieli, riusciva a creare forti legami simbiotici destinati a durare nel tempo. Aveva in quel periodo realizzato spettacoli notevoli, basti citare almeno “Come le foglie” di Giacosa, “L'attesa” di Remo Binosi (rimasto storico perché le due protagoniste, Crippa e Pozzi, a sere alterne si scambiavano il ruolo) e un'inedita “Filumena Marturano” con la Danieli, replicata per tre stagioni e portata anche a Parigi.
A Pistoia – dove decise di trasferirsi, cime diceva lei, “per il clima e per la qualità delle scuole” e dove è rimasta poi ad abitare – fu chiamata a guidare l’attività produttiva dell'ATP al fine di ottenere la qualifica di Teatro Stabile Privato. Dal carattere forte, passionale e poco incline al compromesso, elaborò un progetto ambiziosissimo che ebbe molti riconoscimenti a livello nazionale, creando grande fermento nel mondo teatrale, ma che a Pistoia divise il pubblico tra fedeli sostenitori e tenaci detrattori.
Nei tre anni di Direzione dette il via a una decina di lavori, di cui vanno ricordati almeno “Vecchie” scritto e diretto da Daniele Segre, “Il dio di Roserio” di Testori diretto da Valerio Binasco e una ‘feroce’, straordinaria “Tomba di cani” di Letizia Russo, ancora con un'indimenticabile Isa Danieli.
Terminata l'esperienza pistoiese, tornò al lavoro di regista freelance, alternando Prosa e Lirica, misurandosi anche con artisti e generi più popolari come Milva, Angela Finocchiaro e Veronica Pivetti. E nella vicina Prato creò un Centro di lavoro dove far laboratorio e sperimentare (il Compost), senza dimenticare l'altra sua peculiarità, il forte impegno civile di donna del 'Tempo Presente', lavorando intensamente con la Comunità Cinese sulle tematiche dell'integrazione.
Fonte: Ufficio Stampa
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