Mediatori per cittadini stranieri dell'Unione, sforzo ulteriore durante l'emergenza

Informare i cittadini stranieri che non conoscono la lingua italiana su come avrebbero dovuto comportarsi durante l’emergenza Covid 19. Adeguare la mediazione interculturale svolta normalmente nelle scuole attraverso la didattica a distanza. Sono questi i due capisaldi su cui hanno lavorato il Centro Studi Bruno Ciari attraverso il Tavolo Intercultura della Conferenza Zonale dell'istruzione Empolese Valdelsa ed ASEV attraverso il servizio di mediazione, allo scopo di rendere pienamente partecipe i cittadini stranieri degli undici comuni dell’Unione (dagli adulti alla popolazione scolastica) di tutte le problematiche connesse alla gestione dell’emergenza: dalle informazioni di carattere generale alla necessità di assicurare la continuità dell’esperienza educativa mediante i nuovi strumenti della didattica a distanza.

Il servizio, che è stato svolto dall’ASEV (Agenzia di Sviluppo Empolese Valdelsa) in coordinamento con il Tavolo Zonale per l'educazione interculturale, ha evidenziato anzitutto un’impennata nel numero di traduzioni: ben 40 i documenti tradotti nel solo mese di marzo, messi disposizione nella lingua cinese, arabo, albanese, rumeno, inglese e francese, sia per quanto riguarda il tema della prevenzione da Covid 19 (nei Comuni) che le indicazioni per connettersi alle diverse piattaforme di didattica a distanza (DAD) adottate dalle scuole. Per la comunità scolastica, in particolare, è stata intensificata la mediazione telefonica (erogata utilizzando anche chat o messaggistica instantanea) in lingua cinese, araba, albanese, rumena: secondo la relazione dell’ASEV, sono 250 le famiglie straniere che hanno usufruito di questo servizio nella prima fase dell’emergenza (5-31 marzo).

"In questo periodo – osserva Francesca Giannì, referente politico del Tavolo Intercultura della Conferenza Zonale per l'istruzione dell'Empolese Valdelsa - è stato fondamentale affiancare i ragazzi affinché non vivessero una ulteriore emergenza educativa a causa di barriere comunicative dovute alle differenze linguistiche o culturali. Il servizio di mediazione ha lavorato con costanza negli undici comuni della nostra Unione, interfacciandosi con i Dirigenti referenti e i docenti con funzioni strumentali delle singole scuole, in una rete di collaborazione virtuosa volta a tutelare l'apprendimento degli studenti e l'affiancamento delle famiglie nella gestione delle difficoltà di mediazione. Come sempre, dentro e fuori dall'emergenza, l'obiettivo della nostra rete educativa è la creazione di un ambiente di crescita sano, equo, che dia a ogni ragazzo e famiglia la possibilità di formarsi".

"L'emergenza sanitaria - osserva Emma Donnini, Vicepresidente della Conferenza Zonale per l'istruzione dell'Empolese Valdelsa - ci ha messo di fronte ad una sfida educativa senza precedenti e il nostro territorio è riuscito a rispondere con grande professionalità grazie ad un'esperienza maturata nell'arco degli ultimi vent'anni. È sicuramente l'inizio di un nuovo modo di fare scuola! Ci siamo dovuti tutti ripensare e mettere in gioco e credo che ciò arricchirà le possibilità educative future. Approfitto per ringraziare il grande lavoro svolto dal Tavolo Zonale per l'educazione interculturale, da tutta la rete dei mediatori e, naturalmente, da tutti i docenti referenti dell'area intercultura e non solo. Progettare e rispondere ai bisogni speciali significa rispondere ai bisogni educativi di tutti. "

Fonte: Unione dei Comuni Circondario Empolese Valdelsa

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