Ricordati i 100 anni di Papa Giovanni Paolo II e il Maestro Ezio Bosso
“Per Firenze è un giorno importante, un giorno atteso da molto e da tante persone, perché significa la riapertura delle attività commerciali fino ad ora escluse. E’ il ritorno alla normalità delle piccole cose sicuramente la più emblematica di tutte, e per tanti, è la tazzina di caffè. Ieri intanto – ha ricordato il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – si sono registrati zero casi in città, dal 25 febbraio. Anche a Firenze gli ultimi dati confermano il trend nazionale di questi ultimi giorni che vede una crescita importante del numero dei guariti. Nella nostra città lo sforzo maggiore della protezione civile resta quello dell'assistenza a quanti sono in quarantena. La novità è che è si è passati da circa duemila persone a 640 circa. Un grande impiego di forze e di volontari ha permesso di arginare la pandemia.
Adesso la responsabilità del suo andamento passa a ciascuno di noi, attraverso i nostri comportamenti le nostre capacità di fare attenzione. Procede e deve andare avanti la mappatura e lo screening che ci permetterà di avere un sempre più chiaro quadro rispetto alla diffusione e al suo andamento. Il rumore della città stamani è stato più evidente rimane a questo punto prioritario attivare tutte le modalità, anche le più diverse, per aiutare le famiglie nella gestione dei figli.
Permettetemi di ricordare – ha aggiunto il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – anche i cento anni dalla nascita di Karol Wojtyla; Il papa che amava i giovani; Papa dal 1978 al 2005 con il nome di Giovanni Paolo II, è stato il primo papa non italiano dopo quattro secoli. Grazie al suo carisma personale, ai viaggi e alla capacità di valersi dei moderni mass media, ha avuto un grandissimo seguito, specialmente tra i giovani. Ha riproposto con decisione la dottrina della Chiesa cattolica, ma ha sviluppato come mai prima il dialogo con le altre religioni. È stato il primo papa a entrare in una sinagoga e in una moschea. Nato in Polonia, nel 1920 Karol Wojtyla ha affrontato nella sua vita dapprima la guerra e l'occupazione nazista e in seguito il regime comunista. Per un certo periodo lavorò come operaio, venendo così a contatto con i problemi del mondo del lavoro. Scrisse poesie e opere teatrali e recitò come attore. Nominato arcivescovo di Cracovia (1964) e poi creato cardinale (1967), partecipò al Concilio Vaticano II, interessandosi soprattutto al tema della libertà religiosa, che incontrava molti ostacoli nei regimi comunisti dell'Est europeo.
Giovanni Paolo è stato sicuramente tra i grandi protagonisti degli ultimi 30 anni del ‘900. Ha difeso la dottrina cattolica, combattendo la crisi dei principi morali e difendendo i valori della vita e della famiglia, condannando altresì, la tortura, le violazioni dei diritti dell'uomo da parte dei regimi totalitari e naturalmente le guerre in modo particolare le due guerre in Iraq condannando l’uso delle armi per risolvere i problemi internazionali. Nelle sue encicliche sociali ha riaffermato la dignità del lavoro e il diritto delle nazioni povere a partecipare in modo equo alla distribuzione delle ricchezze della Terra e a sviluppare la propria cultura.
Esattamente trent’anni fa, il 17 maggio 1990, l’Oms rimuoveva l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Da qui, la successiva indizione della Giornata Internazionale contro l’omofobia. Un importante risultato, ottenuto grazie all’azione del movimento Lgbt di tutto il mondo, sostenuto da poderose determinazioni scientifiche, da intellettuali e politici. Questi ultimi decenni non sono passati invano, moltissimi Stati – ha ricordato Luca Milani – hanno promulgato leggi per il riconoscimento delle persone e delle relazioni d’amore omosessuali. Sono però ancora ben 72 gli Stati, che hanno nel loro ordinamento perseguono le libertà civili e sociali delle persone lgbt, tra questi, una decina prevedono la pena di morte. In generale le condizioni delle persone omosessuali sono notevolmente migliorate e le organizzazioni internazionali, dall’Onu alla Ue, hanno scritto documenti importanti, che hanno dato forza a legislazioni contro ogni forma di discriminazione. Dopo oltre vent’anni di discussioni e insuccessi, sarebbe assai utile che la politica attrezzasse lo Stato italiano di uno strumento utile e non di una semplice enunciazione di principi mi auguro quindi che il nostro Parlamento con il ritorno ad una normalità dell’azione legislativa riprenda e concluda i lavori approvando il disegno di legge in discussione.
Infine per il suo essere uomo, per il modo in cui ha saputo affrontare la malattia, per come ha saputo riemergere dall’abisso e donare all’Italia e al mondo la sua musica e la bellezza del suo sorriso alla vita, condito di irresistibile autoironia, di saggezza e leggera profondità – ha concluso il presidente del Consiglio comunale Luca Milani – propongo un ultimo applauso dal Consiglio comunale di Firenze al Maestro Ezio Bosso”.
Fonte: Comune di Firenze - Ufficio Stampa
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