La Fondazione Scienza e Tecnica di Firenze entra a far parte di Google Arts & Culture, la piattaforma tecnologica sviluppata da Google per promuovere e preservare la cultura online, con una Collezione digitale di 176 opere. L’implementazione delle pagine dedicate sulla piattaforma “Google Arts & Culture” è stata realizzata nell’ambito del contributo ricevuto con la partecipazione al Bando LABORATORI CULTURALI, il programma che la Fondazione CR Firenze porta avanti per sostenere progetti e azioni volti all’innovazione digitale nei musei del proprio territorio di intervento.
Collezione digitale
La prima fase dei lavori ha portato alla digitalizzazione di 176 tra reperti e modelli naturalistici, strumenti scientifici, volumi, a cui si aggiungeranno, nel corso dei prossimi mesi, altre opere della Collezione presentate in mostre digitali. Tra i più significativi già online: modelli dei fiori della Manifattura Brendel, l’ “Erbario Paulucci”, l’ “Erbario Marchi”, modelli anatomici in cera, i disegni dell’Accademia di Arti e Manifatture, alcuni volumi della Biblioteca, modelli di ingranaggi della collezione di Meccanica e strumenti relativi alle altre brache della Fisica, come Elettricità e Magnetismo, Termodinamica, Ottica, Acustica. Le opere sono state realizzate, per la maggior parte, nella seconda metà dell’Ottocento.
Visita virtuale con Street View
Utilizzando la tecnologia di Google Street View sarà possibile effettuare un tour virtuale a 360 gradi del percorso di visita del piano terreno del Museo, che comprende il Corridoio del Planetario, la Sala Andromeda, la Biblioteca, il Gabinetto di Fisica, il Planetario e la Sala Corridi. Il percorso permette di apprezzare le opere più significative della Collezione, ripercorrendo alcuni momenti fondamentali della didattica scientifica dell’Ottocento.
Mostra digitale “L’erbario della Marchesa”
Nella sezione di Google Cultural Institute, dedicata alle Storie, è presente la mostra digitale “L’erbario della Marchesa” che presenta l’attività scientifica di una naturalista della seconda metà dell’Ottocento: Marianna Panciatichi Ximenes d’Aragona Paulucci
“Erbario Paulucci”
L’erbario è una raccolta composta da 4153 exsiccata ascrivibili a 1492 taxa. Realizzato nell’arco di quasi un ventennio, è suddiviso in due grandi gruppi di piante, a seconda della loro provenienza toscana (Plantae Thusciae) o più genericamente italiana (Plantae Italicae). La maggior parte degli esemplari appartiene al primo gruppo e, in particolare , alle zone relative alle varie tenute di famiglia. Fu donato dalla stessa Marchesa nel 1902 all’allora Istituto Tecnico Toscano “Galileo Galilei” di Firenze. L’erbario è ancora oggi interamente conservato e fa parte delle collezioni naturalistiche del Museo della Fondazione Scienza e Tecnica, che custodisce l’intero patrimonio scientifico dell’Istituto, fondato nel 1850.
Cos'è Google Arts & Culture?
Google Arts & Culture è uno spazio online creato per esplorare i tesori, le storie e il patrimonio di conoscenza di oltre 2.000 istituzioni culturali di 80 paesi nel mondo. In linea con la missione di Google di rendere l'informazione più accessibili, la missione di Arts & Culture è rendere la cultura mondiale accessibile a chiunque, ovunque. Con Arts & Culture si possono scoprire l’arte, la storia e le meraviglie culturali di tutto il mondo, partendo dai dipinti delle camere da letto di Van Gogh, al patrimonio di Porto Rico, dagli s port australiani al momento per i diritti delle donne, ai templi Maya, fino alla cultura culinaria giapponese e le ferrovie indiane.
Cosa fa Google Arts & Culture?
Il nostro team è partner di innovazione per le istituzioni culturali dal 2011. Insieme lavoriamo allo sviluppo e all’applicazione di tecnologie che aiutino a preservare e condividere la cultura attraverso nuovi modi. Scopri i nostri ultimi progetti qui e alcuni highlights qui. Google Arts & Culture è disponibile gratuitamente sul web da laptop e dispositivi mobili, o tramite l'app per i OS e Android, il sito è pensato come un luogo in cui esplorare e assaporare l'arte e la cultura online.
Fonte: Ufficio Stampa - Firenze Musei
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