Scenderanno in piazza gli insegnanti di scuole per studenti anglofoni

Una lettera per la "crisi drammatica" che affligge gli insegnanti precari delle scuole toscane. Ci arriva da Samuela Marconcini, originaria di Empoli e al lavoro presso due scuole fiorentine per studenti anglofoni.

"In questo passato semestre, appena concluso, ho tenuto un corso sulla storia dell'Olocausto in Italia presso la scuola Lorenzo de' Medici e uno sulla storia degli ebrei in Italia presso la scuola ISI Florence. In seguito al rientro forzato in patria dei nostri studenti, ci siamo dovuti adattare e riformulare le nostre lezioni online. Adesso non sappiamo quale sarà il futuro che ci attende", spiega Marconcini.

All'appello scritto seguirà una manifestazione giovedì 28 maggio, tra le sedi delle istituzioni regionali e metropolitane di Firenze. "Ci auguriamo di essere in tanti, nel rispetto di norme di sicurezza Covid e distanziamento fisico, salvo indicazioni contrarie della questura", commenta ancora. Ecco la lettera, il cui contenuto si specifica è "svincolato da qualsiasi sigla o appartenenza politica".

In qualità di docente presso uno dei programmi universitari americani con sede a Firenze, chiedo che l’attenzione delle istituzioni e degli organi di governo comunali, metropolitani e regionali rimanga alta, e che il settore in cui lavoro (programmi universitari americani e scuole di lingua per stranieri) venga considerato una priorità assoluta nell’ambito delle strategie e del sostegno che verranno messi in opera dagli enti di competenza.

La crisi economica che sta investendo, non soltanto l’Italia, ma anche gli Stati Uniti, con una forte ricaduta sul sistema universitario nord americano, sta comprensibilmente spingendo gli atenei statunitensi a mettere in opera un apparato imponente di norme protezionistiche al fine di trattenere gli studenti in patria. Ciò renderà ancora più difficoltosa la ripresa, in tempi brevi, del lavoro per i programmi universitari nord americani con sede a Firenze (e non solo). Abbiamo già perduto qualunque possibilità lavorativa per le sessioni estive. Per il semestre autunnale le prospettive non sono rosee.

Segnalo che anche le scuole di lingua, non necessariamente legate al mondo dell’istruzione nord americana, hanno già azzerato i loro iscritti. La ripresa delle attività didattiche va di pari passo con la ripresa dei flussi turistici che, al momento, sono stati del tutto annullati.

Nel settore di cui stiamo parlando, lavorano migliaia di persone, tra docenti e non docenti (tutto il personale amministrativo), tralasciando l’indotto (ristorazione, musei, negozi, migliaia di alloggi affittati per intere stagioni, le stesse sedi delle scuole che spessissimo sono palazzi storici che devono la loro sopravvivenza al fatto di essere diventati istituti di studio internazionale, etc.)

Il composito mondo fiorentino/toscano dell’istruzione privata a stranieri interessa un enorme numero di persone che, per poter tornare ad una situazione lavorativa normale, si trovano a fronteggiare una serie complessa di fattori che vanno dalla crisi economica al blocco dei voli internazionali e delle frontiere.

Con questo messaggio voglio ribadire la stringente necessità della messa in opera, da parte delle istituzioni comunali, metropolitane e regionali, di strategie di supporto economico per le imprese del settore e per tutti i lavoratori, compresi quelli che non rientrano nelle categorie “aventi diritto” riconosciute per legge o per decreto ministeriale.

Giovedì 28 maggio, alle ore 11:00, una delegazione, in rappresentanza del nostro comparto lavorativo, sfilerà da Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze a Palazzo Medici Riccardi (sede della Presidenza dell’Area Metropolitana), passando per Palazzo Panciatichi di Piazza Duomo, sede della Presidenza della Regione Toscana).
Le migliaia di studenti internazionali che ogni anno decidono di soggiornare e studiare a Firenze costituiscono una fetta enorme (non è esagerato affermare che sia la fetta più cospicua) delle presenze nel capoluogo toscano.

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