“La Toscana faccia le scelte che ha fatto ieri 13 maggio l’Emila Romagna che ha applicato norme diverse rispetto alle note ipotesi dettate dall’Inail nei giorni scorsi con i famosi 4metri quadri per ogni cliente e col distanziamento di 2 metri dai tavoli. Norme che non ci fanno riaprire”.
Questo l’appello che parte dai ristoratori senesi e da Confcommercio Siena a Enrico Rossi, governatore della Toscana, in questo periodo impegnato nella definizione delle date di ripartenza e dei protocolli all’interno delle linee guida nazionali.
“L’Emila Romagna a differenze delle ipotesi di linee guida dettate dall’Inail non parla più di distanziamento tra tavolini, ma di distanziamento tra persone – fanno notare i ristoratori - E sancisce che le persone devono stare ad almeno 1 metro, come del resto ripetono i Dpcm da marzo a questa parte. Metro che può ulteriormente calare all’interno dello stesso tavolo per persone appartenenti allo stesso gruppo familiare. Tra l’altro, il protocollo nazionale Fipe prevede appunto la distanza di 1 metro”.
“Questo modello ci permetterebbe di lavorare, certo non a pieno ritmo, ma di poter aprire - fanno notare i ristoratori – Con li linee guida Inail è impossibile”.
L’Emilia Romagna insiste molto sulla responsabilizzazione dei clienti nell’assunzione di comportamenti rispettosi delle misure di sicurezza e prevenzione e nell’adozione da parte dei titolari di tutti i possibili strumenti di comunicazione rivolti alla clientela. In più, non ci sono autocertificazioni, si incoraggia l’utilizzo di spazi all’aperto, spazi che, come è stato confermato dal presidente Conte, saranno resi gratuiti in virtù di un accordo tra Governo e Associazione Nazionale dei Comuni. Il personale chiaramente dovrà essere dotato di specifici dispositivi di protezione individuale. È poi necessaria una costante igiene, la sanificazione, sono previsti percorsi diversi per entrata ed uscita, la prenotazione lo scaglionamento delle presenze.Il personale di sala dovrà indossare le mascherine in tutti i casi ove non sia possibile mantenere il distanziamento di almeno un metro. I guanti anche non saranno obbligatori, meglio una igienizzazione delle mani con presidi sanitari. Non ci possono essere buffet, il menù diventa digitale, plexiglass alla cassa. Non è obbligatoria la misurazione della temperatura corporea per l’ingresso nel locale di dipendenti, idem per i clienti.
“Vi hanno mai misurato la febbre quando siete andati al supermercato a fare la spesa in questi ultimi due mesi – si domandano i ristoratori - E allora perché dovrebbero farlo al ristorante o in un negozio? Chiaramente tutto deve essere fatto con buon senso e nel rispetto della percezione di sicurezza del cliente”.
“L’Emilia ha adottato norme di buon senso – concludono – e di responsabilizzazione di tutti perché è interesse di tutti lavorare in sicurezza, per noi, per le nostre famiglie, per il nostro personale, per il cliente e per tutta la comunità a cui apparteniamo. Nessuno vuole tornare indietro, nessuno vuole tornare al lock down. Però ci devono permettere di lavorare. Presidente Rossi ci ascolti”.
Fonte: Confcommercio Siena
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