I negozianti dopo il lockdown, le testimonianze da Montelupo: "Servono pazienza e impegno"

Ginevra Vanni, Foto Gianni (foto gonews.it)

Dopo il lockdown le persone provano ora a tornare alla vita di tutti i giorni. Gradualmente ritornano nei centri cittadini più biciclette, genitori mano nella mano coi propri bimbi e cani a spasso col padrone. Un timido ritorno alla normalità, che accompagna anche il rientro di molti a lavoro.

Dalla produzione al commercio, lo stop imposto dal Coronavirus ha purtroppo provocando danni, solcando ogni settore, ogni lavoratore e di conseguenza molte famiglie.

Anche a Montelupo Fiorentino le attività commerciali si rimettono in gioco, mentre altre devono ancora pazientare qualche giorno per rimettere in moto la macchina. “Noi abbiamo riaperto il 26 marzo, siamo stati tra i primi fortunati a poter riaprire dato il nostro settore – ha raccontato Ginevra Vanni, dal negozio e studio Foto Gianni. Siamo entrati piano piano in questa nuova dimensione anche del sapersi adattare alle misure che giustamente dobbiamo tenere in negozio. Parlando di fatturato c'è stato sicuramente un grande calo” – ha continuato Ginevra, sottolineando le conseguenze dell'emergenza sanitaria nell'ambito economico. “Questo periodo di chiusura e rallentamento ha causato l'annullamento momentaneo di tanti eventi per noi importanti, in qualità di fotografi professionisti, come lo slittamento di Comunioni, Battesimi, matrimoni comprese le scuole – definite, per attività come le foto di classe, diari e calendrari “una grossa perdita per tutti, per i bambini che non hanno più la possibilità di stare con i compagni e per il nostro lavoro”.

Dopo l'isolamento provocato dalla quarantena forse le persone iniziano ad avere la voglia di riaffacciarsi all'esterno e quindi anche ai negozi: “Lentamente stiamo comunque vedendo una ripresa, i nostri clienti storici, ma anche quelli nuovi, stanno tornando da noi”. Anche le piattaforme digitali hanno fornito un sostegno, in molti casi, alle attività commerciali durante la chiusura, come ha proseguito Ginevra: “Ci siamo dovuti reinventare anche tramite i mezzi social e il nostro sito web, riguardo a tutto ciò che poteva costituire questa nuova fase a livello di marketing, ma sopratutto per poter garantire la sicurezza per noi commercianti e per i clienti”.

A oggi, da Foto Gianni i clienti entrano uno per volta, indossando obbligatoriamente la mascherina e il negozio montelupino mette a disposizione gel disinfettante e guanti monouso.

Sempre a Montelupo, andando avanti in Corso Garibaldi, troviamo il Ristorante Pizzeria I'Moro. “In generale va male – racconta Massimiliano Falco fuori dal locale – perché non è sufficiente che un bar o un ristorante riapra. Dal momento che hai dei dipendenti, quando riapri li devi reinserire nel quadro dell'azienda e ad oggi, questi ragazzi in Cassa Integrazione, non hanno avuto neanche 100 lire”.

In molti casi le misure di distanziamento causano incertezza e caos nella mente dei ristoratori: “Non ci può essere certezza di lavorare perché ancora non si conosce bene le linee guida da seguire – ha continuato Falco. Magari i Comuni daranno la possibilità di avere un suolo pubblico maggiore ma c'è anche chi posto fuori non ce l'ha. La distanza di due metri a tavolo non è una cosa impossibile da fare, ma quando nelle linee guida viene specificato 4 metri quadrati a cliente non si capisce cosa vuol dire. Non è che una coppia può venire a mangiare e uno sta in cima e uno in fondo. Già era difficile prima sostenere il costo del lavoro e purtroppo, questa storia, non può avere uno sviluppo positivo”.

Un altro settore che ha già riaperto le porte è quello dell'abbigliamento per l'infanzia. Infatti, con il Dpcm del 10 aprile, tra le riaperture parziali si trovavano anche i negozi di abbigliamento per neonati e bambini. “La riposta è stata anche abbastanza positiva dal punto di vista della ripresa – ha spiegato Claudia Orsini, dal negozio Arturo e Zoe in Piazza dell'Unione Europea. Cerchiamo di andare incontro ai clienti, ci fa piacere rivederli, li accogliamo e cerchiamo di fare delle promozioni dove si può". Come per Foto Gianni, anche Orsini ha fatto ricorso ai social : “Non durante il picco dell'emergenza, ovvero nel periodo di chiusura perché non mi sembrava il momento di postare niente – ha continuato. Al momento della riapertura ho utilizzato anche i social, postando i nuovi arrivi e le persone hanno risposto benissimo”.

Voglia di ripartenza, di tornare a lavoro, a contatto coi clienti di sempre e con quelli ancora da conoscere e accogliere per la prima volta. Un momento storico davvero difficile per il lavoro, che non sembra scoraggiarsi ma che comunque lascia molti dubbi agli imprenditori di diversi settori. “Reinventandosi e cercando di offrire sempre nuovi spunti ai clienti, qualche miglioramento si vede. Ci vuole pazienza, impegno, spirito di adattamento e un po' di fortuna” ha commentato Ginevra Vanni, sulla ripartenza della sua attività, seguita da Massimiliano Falco: “Ci vuole un grande impegno, ma senza le risorse per affrontare le spese – e le condizioni a cui devono sottostare i ristoratori - non credo sia una cosa molto giusta riaprire” . “Dobbiamo essere super positivi, non guardare a quello che abbiamo lasciato alle spalle e andare avanti” ha infine concluso Claudia Orsini.

Margherita Cecchin

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