Predisporre un piano di tamponi a tappeto per isolare le catene di contagio; riorganizzare i laboratori di patologia clinica degli ospedali pubblici per effettuare test di biologia molecolare; infine requisire ai privati i reagenti chimici necessari all’analisi dei tamponi e gli stabilimenti in grado di produrli, o avviarne la produzione presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e presso i laboratori universitari. Sono le richieste contenute in un ordine del giorno del gruppo regionale Toscana a Sinistra arrivato nell’aula del Consiglio regionale. “Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha incoraggiato l’estensione dell’uso dei tamponi per impedire una nuova ondata epidemica. Aumentare il numero di tamponi diminuisce il numero di contagi e quindi di morti”, hanno spiegato i consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti. “Noi stiamo ripetendo da settimane che l’effettuazione di tamponi a tappeto dev’essere una precondizione per la riapertura in sicurezza e per interrompere le catene di contagio sui luoghi di lavoro”. “Inoltre – hanno aggiunto - ricerche indipendenti come quella recente della Fondazione Gimbe hanno evidenziato che la Toscana è la tredicesima regione italiana per numero di tamponi effettuati, con dati che la collocano al di sotto della media nazionale. Per esigenze di salute pubblica la legge consente di requisire sia i reagenti da mettere a disposizione dei laboratori pubblici che gli stabilimenti in grado di produrli, cosa si aspetta a farlo?”.
Nello specifico, l’ordine del giorno presentato da Toscana a Sinistra impegna la Giunta regionale ad estendere il numero giornaliero di tamponi diagnostici, prevedendo un piano a tappeto da implementare nel corso della fase 2, a valutare la possibilità di riorganizzare i laboratori di patologia clinica presenti negli ospedali pubblici di varie città toscane per effettuare test di biologia molecolare e a valutare misure straordinarie per l’approvvigionamento dei reagenti chimici necessari. “Com’è noto la mancanza di reagenti è uno dei principali limiti all’estensione dei tamponi diagnostici ma è possibile ricorrere a reagenti autoprodotti in laboratori certificati e affidabili”, hanno concluso i consiglieri di Toscana a Sinistra. “L’Università di Firenze ha messo a punto una propria formula e il rettore Luigi Dei ha confermato che è possibile produrne grandi quantità in tempi ragionevolmente brevi. La Regione potrebbe chiedere al governo di affidare la produzione allo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze e alle stesse Università o disporre la conversione delle attività produttive compatibili, anche attraverso requisizioni. Non c’è tempo da perdere”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana, gruppo Sì - ufficio stampa
Notizie correlate
Tutte le notizie di Toscana
<< Indietro