“Covid-19 perde forza in Toscana. Assistiamo, finalmente, ad una inversione di tendenza- La risposta del servizio sanitario regionale, assieme alle misure di isolamento sociale e di contenimento, sembrano avere un impatto determinante nella riduzione dei casi e dei ricoveri ospedalieri“. Così l'assessore Federica Frantoni nella seduta di questo pomeriggio, martedì 12 maggio, a palazzo del Pegaso, prima in presenza per i consiglieri dopo quelle svolte in audio-video conferenza durante la fase del lockdown. “Da alcuni giorni i nuovi casi positivi rilevati dai 13 laboratori toscani di analisi sono sempre intorno ai 40. l numero di nuovi casi non era così contenuto dai primi giorni di marzo” dichiara Fratoni. Resta “sempre alto” il numero di tamponi effettuati, 3mila 500 in media quelli effettuati nell’ultima settimana, “erano 2mila 700 solo un mese fa, 380 nella prima settimana di marzo”.
“Il tasso grezzo di quelli eseguiti nella nostra regione – continua - è di 4,8 ogni 100 abitanti, dato sovrapponibile a quello di Lombardia e Piemonte e molto vicino a quello dell’Emilia Romagna.Tra le regioni più colpite solo il Veneto mostra un tasso superiore, pari a 9 per 100 abitanti, a quello toscano”. La stima dei nuovi casi, così come riferita dall'assessore, mostra, nell’ultimo mese e mezzo , come la “percentuale di nuovi casi stia fortemente diminuendo ed è passata dal 27 per cento del 20 di marzo all'1,3 per cento medio dell’ultima settimana”.
Sul totale di casi positivi diagnosticati, “ieri in Toscana sono arrivati a 9mila 787, confermando la nostra regione come la quinta più colpita in Italia. Considerando il 31 di marzo come la data a partire dalla quale le misure di distanziamento sociale e di contenimento si stima abbiano avuto un effetto, la Toscana ha diminuito la media settimanale di nuovi casi positivi dell'84 per cento, contro il 61 della Lombardia, il 77 dell’Emilia-Romagna e l’82 del Veneto. La “circolazione del virus nella nostra regione si presenta fortemente differenziata” dichiara ancora Fratoni e fotografa le singole realtà: l’area corrispondente all’Asl nord ovest è quella più colpita con 296 casi per 100mila abitanti (le province di Massa e Lucca in particolare , rispettivamente con 528 e 343 casi circa per 100mila abitanti); segue la zona dell’Asl centro con 277 casi per 100mila (Firenze risulta la provincia più colpita con 328 casi circa per 100mila abitanti); la zona dell’Asl sud est con 182 casi per 100mila abitanti. “Negli ultimi giorni il contributo della provincia di Firenze sul numero totale e di casi registrati in Toscana è diventato rilevante anche per la maggiore presenza di posti letto nelle residenze per sanitari e operatori sanitari”.
Fratoni disegna anche le caratteristiche dei casi toscani: i maschi sono il 46 per cento dei casi totali, valore allineato a quello nazionale (47 per cento); l’età mediana dei casi è di 60 anni (60 negli uomini e 59 nelle donne), anche questa coerente con il valore nazionale di 62 anni. In generale, la fascia di età in cui si osserva la maggior parte dei casi è quella dei 50-59enni (19,5 per cento), seguita da quella dei 60-69enni (14,8 per cento dei casi), e da quella dei 80-89enni (14,6 per cento) e dei 70-79enni (14,4 per cento). “Nella fascia di età 0-19 è stato rilevato appena il 3 per cento dei casi totali” dichiara l'assessore. Per quanto attiene le informazioni che provengono dallo stato clinico storicizzato, nelle ultime otto settimane i casi lievi e asintomatici sono passati dal 25 all'80 per cento”a dimostrazione che i servizi territoriali riescono ad intercettare sempre prima la casistica lieve e a trattarla a domicilio, con una minor pressione sugli ospedali”.
“La risposta messa in campo dalla Regione attraverso il proprio sistema ospedaliero, è stata declinata nei tre sottosistemi di Area Vasta. Il numero dei ricoverati aggiornato a ieri ammonta a 347 in area medica, con una riduzione del 70 per cento rispetto al picco, e 77 ricoveri in terapia intensiva con una riduzione del 73 per cento nella fase più acuta dell'emergenza. Dal 3 aprile la riduzione dei ricoveri totali è stato in media del 55 per cento in Italia, del 56 in Lombardia, del 70 nella nostra regione”. Il numero dei deceduti ad oggi ammonta a 942 “più 8 pazienti provenienti da fuori Toscana ma deceduti nella nostra regione” chiarisce Fratoni. L’attuale tasso di mortalità grezzo per è pari a 25,5 per 100mila abitanti, contro il 50,6 per 100mila della media italiana. “Al momento, si tratta di un valore molto inferiore a quello osservato in Lombardia (149 per 100mila), Emilia-Romagna (86 per 100mila) e in molte altre regioni italiane”.
L’andamento provinciale dei decessi risente di quanto osservato per i contagiati totali. La provincia di Massa e Carrara è quella più colpita, seguita da Firenze, Lucca e Pistoia. Come per i casi, sono i territori delle province a Sud della Toscana (Siena, Arezzo e Grosseto), ad avere i tassi di mortalità più contenuti. Riguardo le caratteristiche dei deceduti, il 58 per cento è di genere maschile, con un età media più bassa dei deceduti femmine. Il 70 per cento aveva almeno una comorbosità (più patologie concomitanti), uno su quattro ne aveva due, il 45per cento ne aveva tre o più. Nel corso dell’epidemia si sono contratti i tempi che intercorrono tra l’emergere dei sintomi ed il prelievo, si sono allungati quelli tra ricovero ed il decesso. Il tempo medi tra la data della comparsa dei sintomi e la data del decesso è di 12 giorni. Per i pazienti deceduti che sono stati ospedalizzati il tempo medio tra la data di insorgenza dei sintomi e quella del ricovero è di 4 giorni, mentre quello tra la data del ricovero e la data del decesso è di 7.
“Rispetto all’emergere di nuovi casi – continua - il sistema ospedaliero regionale riesce a rispondere intercettando la sintomatologia lieve anche grazie all’effetto delle misure di distanziamento sociale. L’attenzione si sposta gradualmente verso il sistema di monitoraggio e di presa in carico”. Sulla programmazione della Regione, Fratoni parla di “monitoraggio attraverso le ordinanze del presidente” e ricorda quelle emanate negli ultimi 15 giorni ”particolarmente orientate alla riapertura, dando disposizioni per la ripresa delle attività sanitarie programmate e quelle produttive in sicurezza”.
A conclusione della comunicazione, l'assessore parla di una necessaria “riflessione sulla ripresa e sull'impatto economico. Occorre un'analisi importante perché dobbiamo affrontare una vera e propri ricostruzione. Occorre un ripensamento delle nostre priorità” dichiara citando gli investimenti pubblici “tema forte” cui affiancare, a livello nazionale, anche quello necessario della semplificazione: “non sono immaginabili gioghi insormontabili”.
Il dibattito sul tema
In apertura dei lavori d’Aula, in merito alla decisione di svolgere la seduta a palazzo del Pegaso è intervenuto Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) per esprimere la sua contrarietà “parlo come consigliere e come medico – ha precisato - indire il consiglio con la presenza dei consiglieri è una scelta irresponsabile che mette a rischio la salute del personale e dei consiglieri”. Infine, ha detto “questa modalità in presenza non aggiunge niente alla modalità telematica. Tutta la comunità scientifica si è raccomandata che la fase due non fosse un libera tutti, noi politici dovevamo dare il buon esempio”. A favore della scelta, invece, Jacopo Alberti (Lega nord) che ha espresso soddisfazione ad essere presente nella sede del Consiglio regionale “in un momento in cui facciamo ripartire l’economia dobbiamo dare un bel segnale; se chiamiamo operai in azienda a lavorare anche noi dobbiamo essere qui”. Poi, il dibattito sulla comunicazione dell’assessore Fratoni.
“In Toscana ci sono circa mille operatori sanitari che sono stati contagiati, 116 in provincia di Livorno. Non lavoravano in aree Covid 19 – ha rilevato Monica Pecori (misto) – E’ necessario chiedersi se le procedure e i dispositivi di protezione individuale sono efficaci o meno. Ci sono operatori che ancora non lavorano in sicurezza. Non hanno il termoscanner agli ingressi o vengono utilizzati impropriamente, ad esempio i terapisti della riabilitazione a Livorno”. Inoltre, la consigliera ha ricordato che il personale dei servizi di prevenzione, che dovrà vigilare sul rispetto delle ordinanze, è lo stesso di dieci-quindici anni fa.
“Quella di oggi è una seduta importante. Dobbiamo dare un segnale forte alla Toscana, dare tutti insieme un supporto alla ripartenza sociale ed economica – ha affermato Stefano Scaramelli (Italia Viva) - C’è stato un uso eccessivo dei decreti della presidenza del Consiglio dei ministri, che toccavano libertà fondamentali costituzionalmente garantite. Adesso quella fase è finita. C’è bisogno di fiducia, che non è solo un collante tra domanda e offerta in un sistema economico, ma una relazione che si conquista giorno per giorno nella comunità, dove ognuno sa che non si salva da solo”. A suo parere intervenire a favore delle imprese, significa intervenire sui lavoratori e la loro sicurezza, ma occorre di tutta la dimensione sociale, parlare dei centri disabili che devono riaprire, delle attività sportive, che non sono marginali in una comunità. In questa prospettiva il Consiglio regionale può tornare ad essere protagonista.
“Vogliamo parlare di cosa la Regione vuol mettere in campo in termini di disponibilità economiche? Alla luce dei mancati fatturati di questi mesi e dei tanti annunci del Governo, nulla è infatti arrivato - ha rilevato Maurizio Marchetti (Forza Italia), ricordando che solo il quindici-venti per cento dei lavoratori hanno riscosso la cassa integrazione, in alcuni casi anticipata dal datore di lavoro. A suo parere nell’elenco delle Regioni siamo gli ultimi, perché abbiamo dato contributi per pagare a mala pena un caffè.
“Quello che la Regione può fare è sollecitare il Governo a rendere concrete le azioni messe in cantiere. Per la prima volta nella storia ha pensato anche alle aziende con un solo dipendente – ha replicato Paolo Bambagioni (PD) – Quello che la Regione è stata chiamata a svolgere era la risposta in termini sanitari, cui sono destinate l’ottanta per cento delle nostre risorse. E la risposta c’è stata. Adesso che rientriamo nella normalità, non dimentichiamoci del nostro servizio sanitario”. A suo parere per il rilancio economico non occorrono i progetti pronti. “Sono venti anni che questa regione non costruisce un’opera pubblica – ha osservato - La parola magica è ‘semplificazione. Possiamo individuare un certo numero di opere pubbliche e farle”.
Il consigliere Paolo Marcheschi (FdI) ha esordito associandosi ai "toni critici dei colleghi, anche di alcuni, inaspettati, espressi da Bambagioni". Marcheschi ha sottolineato la "scarsa possibilità del Consiglio regionale di incidere sulle decisioni della Giunta, che ha prodotto troppe ordinanze. Ma ora basta avere un uomo solo al comando - ha aggiunto, - che oltretutto non riesce a dare risposte alle mille sfaccettature dell'emergenza, soprattutto in materia di economia". E proprio in fatto di economia ha detto di vedere "risposte timide e impacciate" in attesa delle indicazioni del governo e della Ue, mentre invece altre Regione parlano di cifre e impegni. "Perché non si è fatta una ricognizione delle risorse disponibili in bilancio? - ha detto. - Ci sono missioni e programmazioni non più attuabili, dalle quali si potevano e si possono recuperare risorse per dare sostegno alle attività economiche, soprattutto quelle in maggiori difficoltà, in particolare quelle del commercio e del turismo". Perciò ha chiesto di andare oltre "le misure ordinarie e le elemosine" e di lavorare "per far ripartire tutte le aziende che possono garantire la loro operatività in sicurezza".
"Ci sarebbe piaciuto condividere scelte fatte finora, ma non ce ne è stata data la possibilità - ha detto il portavoce dell'opposizione Jacopo Alberti (Lega) - a causa della svolta autoritaria del presidente Rossi. Anche in Consiglio regionale ci è stato proibita la presentazione e la discussione di documenti". Alberti ha preso "atto della lenta uscita dalla da crisi sanitaria" e ha elogiato gli operatori della sanità per il lavoro svolto. Ma ha precisato: "È merito loro e non della bravura della Regione o dei suoi amministratori, che si sono limitati a seguire le indicazioni nazionali. La verità è che siamo stati fortunati". Rispetto al "quadro economico drammatico" ha aggiunto di non aspettarsi nessun Piano Marshall, per questa volta "l'America se lo farà per sé". E ha lamentato di non aver sentito risposte concrete.
"Non sono state stanziate risorse per le attività - ha detto - né si ha la percezione della crisi in cui sono i Comuni". Alberti, infine ha definito "assurda" l'autocertificazione di non contagiosità richiesta ai lavoratori per l'ingresso a lavoro e ha chiesto che i test sierologici siano fatti a tutti i cittadini. Andrea Quartini (M5S) ha affermato che la "situazione sanitaria migliora grazie a distanziamento interpersonale, ma nulla è scontato". Sull'evoluzione della curva pandemica e sul modello che indichi cosa potrà succedere in futuro, infatti, "si naviga ancora vista", a causa di dati incompleti derivanti dal monitoraggio dei contagi e anche sul periodo di incubazione del virus. Perciò "va bene pensare alla riapertura delle attività, ma serve tanta, tanta, tanta prudenza, per non correre il rischio di una recrudescenza dell'epidemia che porterebbe a esiti assai peggiori di quelli cui abbiamo assistito e assistiamo".
Di "discussione inutile" ha parlato Marco Stella (FI), perché "ciò che stiamo dicendo oggi ce lo siamo già detto altre volte, e mi sembra inutile anche votare gli atti che voteremo". Invece, ha aggiunto, "serviva discutere di provvedimenti concreti per l'economia, magari alla presenza del presidente Rossi". Anche Stella ha ricordato che altre Regioni hanno varato misure economiche per il sosteno e il rilancio delle attività produttive e commerciali. "Invece, la Regione Toscana vuole attendere i provvedimenti del governo e della Ue. Noi non siamo d'accordo, ma così è". E in vista delle riaperture ha chiesto la definizione di regole certe sulle date e sulla misure di sicurezza da adottare, anche per evitare che "l'esasperazione possa esplodere oltre ogni logica prevedibile". Stella ha contestato alla Regione di aver "regalato le mascherine, perché le hanno pagate i cittadini con le loro tasse". In tema di sanità ha giudicato positiva la gestione in Toscana, frutto di un mix di capacità e fortuna. E ha chiesto che il test sierologico venga fatto a tutti gratis.
In esordio del suo intervento Leonardo Marras (Pd) ha risposto che "ogni discussione è utile", ma ha sottolineato che il Consiglio regionale "deve tornare a fare il suo lavoro, che è quello di fare le leggi". Rispetto alla ripartenza, ha aggiunto, "noi però non possiamo non dare un contributo di idee. Ma trovare ottanta atti collegati alla comunicazione, molti dei quali superati e molti già assorbiti da atti di Giunta, questo sì, è inutile, e penso che non si potrà più pensare che le commissioni abbiano un mandato a trovare la quadra per giungere a documenti condivisi". Marras si è augurato che l'aula torni a discutere e votare i provvedimenti fermi e che possono dare risposte ai cittadini: il Piano cave, il Piano per il governo del territorio, la legge sul Terzo settore e quella sui Beni comuni. Marras ha sottolineato che "ripartire è necessario perché non si può più stare fermi solo per prudenza. Ma prudenza deve però esserci, perché non siamo oltre il tunnel". In materia di provvedimenti economici regionali, Marras ha detto che è giusto "aspettare il decreto legge finanziario del governo, perché anticipare le scelte non è quasi mai utile e perché il potenziale finanziario di una Regione da solo non è in grado di affrontare l'emergenza. Sarebbe un esercizio presuntuoso. E avere a disposizione tante risorse Ue non spese - ha aggiunto, - come succede in altre Regioni, non è affatto un merito". Marras ha cocluso affermando che "il nostro è il modo più serio per affrontare la gigantesca tragedia economica e sociale che abbiamo davanti e che richiederà di non immaginare un ritorno al passato ma chiederà invece tempo, sacrifici e tanta fantasia".
“Ogni idea di ripartenza deve fondarsi su una analisi critica del modello che abbiamo alle spalle”. Così ha esordito Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra), invitando a “utilizzare il disastro che abbiamo di fronte, per rivedere tutte le scelte politiche sbagliate”. Da qui l’invito a utilizzare la spesa in deficit per uscire dalla crisi, finanziando il welfare, individuando settori strategici, accorciando le filiere, rilocalizzando la produzione, investendo nella mobilità verde, nel turismo lento, diffuso e distribuito sul territorio, “sapendo tenere insieme la crisi sanitaria con quella economica e ambientale”. Ma la priorità assoluta per Fattori è una: la sicurezza sul lavoro, che richiede controlli, tamponi a tappeto, continuità di reddito e opere pubbliche adeguate. In sintesi: no all’aeroporto di Firenze e sì al Parco della Piana.
Per Marco Casucci (Lega) “la politica oggi non può sbagliare, ne va del futuro delle nostre comunità”. Ma per il consigliere “la maggioranza non è capace di avere una visione nitida della strategia da seguire, per vincere le sfide che abbiamo di fronte”: “Il vostro fallimento è sotto gli occhi di tutti, la riforma sanitaria votata con forzatura istituzionale sta dimostrando tutti i lati negativi”. “Avete sospeso la democrazia rappresentativa e lasciato tutto in mano alla Giunta”, ha continuato Casucci, confidando nelle scelte dei cittadini alle prossime elezioni. Come rispondere, allora, all’attuale emergenza sanitaria e socio-economica? Secondo il consigliere occorre scegliere la strada dell’autonomia, sbloccare i fondi vincolati e accantonati per aiutare gli enti locali, dar vita a piani per il terzo settore, il manifatturiero, le infrastrutture, lavorare ad un servizio sanitario che riporti i cittadini al centro. “Noi siamo per una Toscana aperta al mondo – ha concluso - capace di vincere la sfida della globalizzazione”.
“Credo sia onesto e pacifico dire che la sanità toscana, che non è perfetta, ha però dimostrato di funzionare: il progetto basato su meno aziende, la grande intesa col terzo settore, gli operatori formati e organizzati, sono stati in grado di rispondere all’emergenza”. Così Massimo Baldi (Iv) che, rivolgendosi al collega Casucci, ha chiesto “in quale dei 16mila emendamenti si annidasse la riforma sanitaria delle opposizioni”. Venendo alla fase 2, Baldi ha invitato a starci appieno e, per farlo, “occorre mettere al centro il lavoratore, tenendo presente che oggi si sta maturando una frattura radicale tra garantiti e non”. E secondo il consigliere su tale terreno è ingiusto dire che il Governo e la Regione non stiano facendo nulla. Secondo Baldi “occorre investire di più nel settore del Turismo, attraverso due risorse: fisco e fondi”, quindi esentare le aziende turistiche dal pagamento di imposte e dare loro accesso a fondi di garanzia più agevoli e diretti.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - ufficio stampa
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