I braccianti agricoli stanno per subire l’ennesima beffa: dopo la crisi di lavoro dovuta alla pandemia, si ritroveranno esclusi dal bonus 600 euro di maggio, al contrario dei propri datori di lavoro.
È questa l’incredibile disparità di trattamento denunciata dalla Uila Toscana in una lettera inviata a tutti i parlamentari della regione, chiedendo che si facciano portatori con il Governo di questa istanza.
Si tratta del “bonus 600 euro” erogato con il decreto Cura-Italia ad aprile agli stagionali agricoli, del quale era prevista la ripetizione anche per maggio, con il decreto di prossima approvazione. Nelle bozze, invece, non ve n’è traccia mentre si prevede un bonus, addirittura di valore più alto, per altre categorie di lavoratori che vi avranno accesso senza requisiti reddituali e patrimoniali, tra i quali gli stessi datori di lavoro agricoli.
I braccianti, oltre 40mila in Toscana, vivono già in un sistema per sua natura precario, che in questo difficile periodo è reso ancora più complicato dal calo di lavoro e dai costi delle prescrizioni a tutela della salute che spesso sostengono a proprio carico, come per esempio il trasporto verso il luogo di lavoro. Negare un sostegno al reddito come i 600 euro può significare per molti di loro una condanna alla miseria. Una inversione di tendenza da parte del Governo ingiustificabile e immotivata, tanto più se paragonata all’opportunità che viene data ad altri lavoratori.
Un paradosso che potrebbe portare a conseguenze gravissime sul piano sociale: siamo fortemente preoccupati della probabile reazione di queste persone che esasperate già dal difficile contesto economico non tollererebbero una così sfacciata violazione del principio di uguaglianza.
Eleonora Tomba, Segretario Generale Uila-Uil Toscana
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