“Avevamo promesso di fare screening di massa. Questa terza ordinanza estende il test sierologico ad altre categorie a rischio, e prevede che possano prescriverlo anche i medici e pediatri di famiglia. In Toscana seguiamo la regola delle tre T: testare, trattare, tracciare. Per riuscire a evitare ritorni di contagi, ed eventualmente contenere e spegnere i focolai, l’unica strada è questa. Che poi è la stessa linea che ha preso anche il governo nazionale. Un lavoro cruciale, importantissimo, che ha una valenza sanitaria, ma anche economica e sociale”. Così il presidente Enrico Rossi ha presentato la terza ordinanza sui test sierologici, nel corso di una conferenza stampa (la prima dopo molto tempo), che ha tenuto nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, assieme all’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi, al direttore dell’assessorato Carlo Rinaldo Tomassini, al segreteriao regionale della Fimmg Alessio Nastruzzi, e al direttore del laboratorio di virologia di Careggi Gian Maria Rossolini.
In apertura di conferenza stampa, come prima cosa Rossi ha voluto ringraziare tutti gli operatori della sanità toscana. “Anche grazie a loro la nostra regione ha retto all’urto. Non siamo perfetti, ma abbiamo affrontato bene questa emergenza. Per due mesi l’attività è rimasta ferma, gli ospedali lavoravano solo per il Covid, facevano solo le urgenze. Dal 4 è ripartita, ma è un processo che avrà i suoi tempi. Sperando che non ci siano ritorni di focolai”.
E’ passato poi a illustrare l’ordinanza, che sostanzialmente estende la possibilità di fare il test sierologico gratuito ad altre categorie, oltre a quelle già previste nelle due ordinanze precedenti, e prevede la possibilità che possano richiederlo anche i medici e i pediatri di famiglia. “A spese del SSN perché si tratta di categorie più esposte – ha precisato Rossi - Man mano che andremo avanti, potranno aggiungersene altre. Il test sierologico serve a far emergere un certo numero di casi che altrimenti non emergerebbero”. L’ordinanza prevede anche che il medico o il pediatra di famiglia possa richiedere il test sierologico per i pazienti che manifestino o abbiano manifestato sintomi di Covid-19. Che in caso di test positivo o dubbio, sia effettuato nel più breve tempo possibile il tampone, massimo entro le 24 ore. Che possano fare il test, a spese proprie, anche i lavoratori che, pur non rientrando tra le categorie che ne hanno diritto gratuitamente, abbiano contatto con il pubblico per la propria attività.
Il ruolo del medico e del pediatra di famiglia
Medico e pediatra di famiglia potranno richiedere il test sierologico per i pazienti per i quali lo riterranno necessario, attraverso la loro anamnesi: per esempio, i pazienti paucisintomatici, quelli che abbiano avuto una sintomatologia simil-influenzale nelle settimane precedenti, o quelli che vivono in ambienti comuni con soggetti risultati positivi al tampone.
“Sul territorio noi non abbiamo mai smesso di esserci – ha detto il dottor Alessio Nastruzzi – E’ importante allargare la popolazione su cui fare lo screening, fare i test sulle persone che sono state male nei giorni precedenti, e attivarsi sui casi che possono emergere. Fondamentale la rapidità, per limitare l’espandersi del virus. La persona deve rimanere in isolamento fino alla conferma”.
Queste le categorie di lavoratori e operatori alle quali la nuova ordinanza estende la possibilità di fare il test sierologico gratuitamente, nei 41 laboratori convenzionati con la Regione:
• contatti stretti di casi positivi;
• studenti universitari delle facoltà sanitarie che abbiano accesso all’interno di strutture sanitarie e socio-sanitarie;
• medici ed infermieri operanti come libero professionisti;
• odontoiatri libero professionisti
• tabaccherie
• i magistrati ed il personale amministrativo delle giurisdizioni ordinaria, amministrativa e contabile che hanno rapporti con il pubblico;
• operatori ed ospiti delle strutture di accoglienza per migranti
• maestri, insegnanti e personale delle scuole di ogni ordine e grado e personale afferente agli asili nido e campi estivi al momento della ripresa delle attività.
In caso di test sierologico positivo, subito il tampone
Qualora l’esito del test sia positivo o dubbio, deve essere effettuato nel più breve tempo possibile il test diagnostico molecolare (tampone rinofaringeo), per poter adottare con celerità le misure di prevenzione e di trattamento necessarie per la salute dell’individuo e della collettività. Per questo, in caso di test positivo, il cittadino è invitato a chiamare il numero verde unico regionale 800 55 60 60, che lo indirizzerà nella sede più vicina dove effettuare il tampone, con la garanzia dell’esito entro 24 ore.
“E’ fondamentale guadagnare tempo, anche perché in caso di test positivo, la persona deve stare in isolamento e non può andare al lavoro – chiarisce l’assessore Saccardi – Il numero verde regionale indirizzerà la persona nel luogo più vicino per fare il tampone, per esempio in uno dei drive thru attivi sul territorio regionale”.
“I test sierologici danno una risposta in dieci minuti – ha detto Gian Maria Rossolini – Sono stati validati nelle tre aziende ospedaliero universitarie, con la collaborazione di Ispro. Sono test molto sensibili, individuano i positivi e i negativi con un’alta percentuale”.
Test sierologico a pagamento per altri lavoratori a contatto con il pubblico
I lavoratori e operatori, liberi professionisti e non, che non abbiano mai interrotto l’attività, o che l’abbiano ripresa dal 4 maggio e che abbiano contatto con il pubblico, possono effettuare il test sierologico a proprie spese, nei laboratori che si sono già dichiarati disponibili, o che vorranno aderire in futuro, con i quali la Regione definirà tariffe calmierate, per consentire un’equità di accesso alle prestazioni.
La App regionale
Anche per quest’ultima categoria, per l’attivazione delle misure preventive e di contenimento della pandemia e a fini epidemiologici, è consentita la tracciabilità dei test effettuati e del loro esito, nel rispetto della privacy, attraverso l’attivazione della apposita App sviluppata a livello regionale. “La App – ha chiarito Rossi – rileva dove, come e quando la persona si è contagiata. E’ una App ideata all’interno del Dipartimento diritto alla salute, ci è stata chiesta da altre Regioni e noi l’abbiamo regalata”.
“Un’operazione di prevenzione così estesa su tutto il territorio non si è mai vista. Non siamo certo perfetti, ma in questa impostazione c’è del metodo”, ha concluso Rossi, che prima di congedarsi dai giornalisti ha detto qualche parola anche sulle mascherine: “In Toscana finora ne abbiamo distribuite gratuitamente 35 milioni, cercando di utilizzare tutti i canali disponibili. Le farmacie sono un canale importante: se vorranno continuare a collaborare, ci fa piacere, altrimenti individueremo altri modi”. E infine ha citato i casi degli ospedali di Fivizzano e Pontremoli come “esempi di ottima sanità, da mettere in evidenza”: “A differenza di quanto accaduto in altre province di altre regioni dopo un contagio importante – ha ricordato –, i malati Covid dei due ospedali sono stati spostati immediatamente al Noa, un presidio ospedaliero moderno, dove è stato possibile aumentare i posti letto di terapia intensiva da 10 a 30, e nella notte i due ospedali sono stati completamente sanificati”.
Fonte: Giunta Regionale
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