Situazione catastrofica, stagione fallimentare, stato di crisi di un intero settore da un lato; richiesta di liquidità immediata e regole certe per la riapertura dall’altro. Questa la voce unanime e i toni forti usciti dai rappresentanti delle associazioni di categoria e dei lavoratori del comparto turistico che, ieri pomeriggio, sono stati ascoltati in audizione via telematica in commissione Sviluppo economico e turismo, presieduta da Gianni Anselmi (Pd). “Il turismo, un settore che vive di aggregazione e convivialità e proprio per questo richiede un approccio ancora più specifico rispetto a quello necessario per le altre attività economiche", ha detto Anselmi. Sono state oltre quaranta le associazioni che hanno partecipato, portando il loro contributo, in rappresentanza di turismo verde, agriturismi, campeggi, guide turistiche, ambientali, alpine, agenzie immobiliari e di viaggio, locatori turistici, albergatori, discoteche e locali per l’intrattenimento, Confcommercio, Coldiretti e Confindustria, Anci. Molte le problematiche evidenziate e le richieste avanzate dai vari rappresentanti del mondo del turismo, la maggior parte delle quali comuni a più comparti. Da Federalberghi, Daniele Barbetti parla di una perdita stimata di presenze “tra il 60 e il 75 per cento con un fatturato perso che si stima tra 6,5 e 8,5 miliardi di euro”. Per Confesercenti, Alessandro Olmi descrive “una fase due che a poco serve ai ristoratori. Riaprire così è un grosso rischio per gli imprenditori – ha detto - che si domandano quali saranno i ricavi con queste norme restrittive e come sarà possible far quadrare i bilanci mentre i costi corrono”. Alessandro Trolese, in rappresentanza del settore discoteche e locali descrive un settore gravemente colpito, “che è stato il primo a chiudere e sarà l’ultimo a riaprire”. Francesco Bechi di Confcommercio sottolinea la necessità di avere “modelli e criteri unitari per dare un messaggio di omogeneità e sicurezza al turismo su tutto il territorio nazionale”. Sul tema è intervenuto anche Anselmi “serve una cornice nazionale ma poi bisogna tener conto delle istanze territoriali – ha detto il presidente – il Governo deve fissare un’asticella rispetto al numero di contagi al di sotto della quale le regioni possano legiferare, mettendo in campo la loro visione del territorio anche a livello epidemiologico in modo da proporre una via Toscana al rilancio del turismo”.
Sul fronte delle richieste: liquidità, indennizzi a fondo perduto anche per soluzioni ponte verso il 2021, sostegno agli affitti e al reddito, sospensione delle imposte, sgravi fiscali. Richieste per lo più condivise nell’intervento di Francesco Palumbo direttore di Toscana Promozione: “In primis occorre dare liquidità al settore per garantire la sopravvivenza del settore, poi fare programmazione e promozione con scenari diversificati sulla base del confronto nazionale ed internazionale”. Anche Simone Gheri di Anci ribadisce il “sostegno alla liquidità e al reddito in termini rapidi” e “protocolli nazionali per ogni settore affinché gli operatori sappiano quali sono le regole con cui si affronteranno i prossimi mesi". Alessandro Gualtieri della Cisl chiede “un forte investimento per accompagnare aziende e lavoratori ad una riapertura in sicurezza e incentivi alle assunzioni per gli stagionali". I rappresentanti delle guide ambientali, alpine, escursionistiche fanno presente che lavorano “in ambienti naturali che non necessitano di sanificazione e le nostre sono attività culturali e fisiche benefiche” e per questo “occorre favorire una veloce ripartenza con incentivi legati a progetti”. Alberto Calamai parla della necessità di “una defiscalizzazione integrale per il 2020 e di bonus. Le guide si faranno garanti del rispetto delle misure di sicurezza previste”. Non meno grave la situazione dei campeggi, come ha sottolineato Michele Montemagni di Assocamping ricorda che in Toscana ci sono “220 campeggi e 21 villaggi, un settore che ha visto disdette del 100per cento”. Davide Santetti per gli agenti immobiliari chiede “la sospensione dei canoni di locazione, demaniali e di occupazione del suolo pubblico e della tassa di soggiorno per il 2020 e il 2021” e poi “sostegno per gli operatori stagionali”, l’accesso gratuito e scontato ai vari musei, buoni vacanza. Tra I più negativi il quadro delineato da Piercarlo Testa della federazione italiana associazioni imprese che immagina tre possibilità alquanto drammatiche per gli operatori del turismo “vendersi alle mafie, a competitor stranieri o la via del fallimento”. Secondo Marco Cassaroli, Assoviaggi, “le agenzie di viaggi vivono una crisi profonda e non sanno nemmeno cosa potranno vendere in futuro.” Per il comparto extralberghiero, Cesare Gherardi ricorda “i bed&breakfast, attività spesso a conduzione familiare delle quail non si è ancora detto niente”. Stefano Gabbrielli di Confindustria ricorda che “gli albergatori hanno l’80 per cento dei lavoratori in cassa integrazione” e “molti decideranno di non riaprire senza la presenza di mercato”, da qui la richiesta di uno “vero e proprio stato di crisi”. Gabbrielli ha chiesto chiarimenti su sanificazione e igienizzazione e un aiuto dalla regione per i costi che le aziende dovranno sostenere e affinché vigili sui tempi dei prestiti alla banche. Secondo l'assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo, “il nostro sistema di accoglienza e ospitalità in Toscana offre garanzie a lavoratori e ospiti nel rispetto delle condizioni di sicurezza. Ci vorrebbero però linee guide nazionali per le specifiche attività con norme omogenee di comportamento". E sulla liquidità, "devo dire che il provvedimento del Governo ci è parso complicato e che la dilazione delle imposte e della fiscalità non sono soluzioni, occorre alleggerire il carico fiscale complessivo". Infine, dice Ciuoffo, "dobbiamo ripensare questa stagione, tracciando una promozione a medio e lungo termine, con strumenti di valutazione idonei che diano ad ogni territorio una risposta progressiva e modellata rispetto alle criticità che presentano". In rappresentanza dei balneari ha parlato Stefano Gazzoli, sollevando due tematiche: nel caso di contagio e chiusura in uno stabilimento occorre fare chiarezza sulla responsabilità civile e penale, sulle eventuali responsabilità del datore di lavoro e prevedere un sostegno. E poi è stato il turno degli interventi dei consiglieri regionali. Luciana Bartolini (Lega) chiede per “le località termali un ruolo specifico post covid”. “Con un progetto ad hoc – ha detto la consigliera regionale - le terme potrebbero soddisfare le esigenze di salute e benessere dei cittadini che escono da un periodo di stress”. Preoccupazione esprime Marco Stella (Forza Italia): “Il turismo è uno tra i settori più colpiti ed è quello che ripartirà più tardi. Manca la programmazione, non sappiamo quando sarà consentita la mobilità tra Regioni e tra Stati e occorre mettere in capo azioni che permettano alle aziende di non chiudere serve liquidità”. Da Stella la richiesta di tenere vivo questo focus anche per settori specifici. Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra) ha ribadito la necessità di riaprire in sicurezza. “Il turismo per essere di qualità ed efficace ha bisogno di programmazione e progettazione – ha detto Irene Galletti (M5S) - Il turismo va oltre l’economia, è un seme che dà linfa”. “Occorre agire in modo omogeneo su tutto il territorio”. Le parole d’ordine per Roberto Salvini (gruppo misto) sono “sinergia, turismo di prossimità e locale”. Il presidente Anselmi che si è detto d’accordo sulla necessità di avere certezze sulle varie fasi e sulle riaperture. "Un lavoro va fatto, almeno che non si consideri già persa la stagione - ha detto il presidente - Vedrei delittuoso rinunciare alla sfida, occorre mettere insieme tanti aspetti sanitari, mobilità, tracciabilità delle persone, promozione del territorio e accoglienza". "Sulle spiagge - ha aggiunto Anselmi - c'è bisogno di un progetto pubblico privato per sostegno al monitoraggio dei litorali". Infine, sulla liquidità "è mia opinione che l'intervento statale sul credito non sia stato apprezzato dalle imprese per indebitamento, tempi lunghi e burocrazia, occorrono risorse vere, iniezioni dirette sui conti correnti e poi chiedere alle aziende di certificare i ricavi 2019 da febbraio a maggio e rimborsare una parte di quel fatturato in ragione della complessità aziendale".
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio Stampa
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